il consiglio comunale di Casale ha accettato l'indennizzo del magnate Schmidheiny per le migliaia di morti di amianto, il picco di mesotelioma è atteso nei prossimi anni, mentre il processo a Torino è ancora in corso. Forte la protesta deifamiliari vittime, che, giustamente, chiedevano non venisse accettato l'indennizzo.
Massima solidarietà alle vittime di Casale e alla loro lotta esemplare!
la cronaca da repubblica:
Morti Eternit, Casale
dice sì all'indennizzoLa maggioranza di centrodestra ha dato parere favorevole al risarcimento di 18,3 milioni offerto dalla multinazionale dell'amianto. E scoppia la rivolta dei familiari delle vittime. Monetine contro i consiglieri
Il consiglio comunale di Casale Monferrato ha approvato l'atto di indirizzo con cui mette la giunta (di centrodestra) nella condizione di accettare il risarcimento di 18,3 milioni offerto dalla Eternit nell'ambito del processo per i morti da amianto.
La seduta è durata sei ore e mezzo ed è stata sospesa quattro volte dalla presidente per le proteste dei cittadini, che a centinaia si sono presentati in municipio per seguire i lavori.
L'atto di indirizzo è stato approvato con diciannove voti favorevoli e undici contrari. Accettare l'offerta, che uno dei due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, ha avanzato tramite la Becon, una società della galassia Eternit, per la Città di Casale Monferrato comporta il ritiro della costituzione a parte civile e la rinuncia a intraprendere, in futuro, qualsiasi azione legale.
Il denaro, secondo il sindaco, Giorgio Demezzi, andrà impiegato in opere di bonifica dall'amianto, nella ricerca medica, nel sostegno alle famiglie delle vittime. Il consiglio comunale, in proposito, ha approvato un emendamento che prevede la nascita di una commissione "non politica" che controlli l'uso delle risorse derivanti dalla transazione.
"Ci sono momenti - ha detto Demezzi nella dichiarazione conclusiva all'assemblea - in cui è difficile fare il sindaco di tutti, e me ne dispiace. Ma bisogna fare delle scelte. La nostra è stata una scelta sofferta. Non siamo in malafede, non siamo avidi e non siamo assassini".
A presentarsi in municipio per seguire il consiglio comunale, all'inizio, erano state - riferiscono fonti vicine all'Associazione vittime dell'amianto - più di trecento persone. Solo poche sono riuscite ad accedere all'aula. Le altre si sono posizionate fuori dall'ingresso (e chi era più vicino alla porta ha potuto ascoltare gli interventi) e non sono mancati i momenti di tensione, sfociati in qualche attimo di parapiglia con le forze dell'ordine.
L'opposizione avrebbe voluto un consiglio comunale aperto ma, quando i consiglieri di minoranza lo hanno ricordato nel corso del dibattito, la presidente dell'assemblea, che aveva ripetutamente e insistentemente invitato le forze dell'ordine a chiudere la porta, è sbottata: "In questo caso chissà cosa sarebbe successo". Alla fine, comunque, è stata concessa la parola a un'anziana portavoce dell'associazione, Romana Blasotti Pavesi.
All'uscita dal municipio, i consiglieri che hanno votato a favore dell'atto di indirizzo sono stati accolti da proteste e - riferiscono fonti vicine ai dimostranti - dal lancio isolato di qualche monetina.
(17 dicembre 2011)
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