I sindacati della domenica.
Monti e il suo governo hanno un'idea e una prassi nuova dei rapporti con i sindacati, anche con quelli che hanno salutato con malcelato entusiasmo la sua nascita.
Il governo li incontra la domenica, in brevi sedute di un'ora massimo, o prima dell'aperitivo o all'ora del tè, e conversa, pensiamo non molto amabilmente, per ripetere come un disco rotto che queste misure sono indispensabili per salvare il paese - nuovo sinonimo con cui si chiamano le banche in Europa in questi tempi; che quello che si può riscuotere subito sono Ici e taglio alle pensione, e che per il resto “ci penseremo”.
Per noi non c'è nulla di strano che Monti affronti in questo modo le cose, l'hanno messo al governo per questo, per rivestire di natura tecnica una cancellazione del parlamento, elezioni, dei rapporti sociali, ecc. Quindi fa semplicemente il suo mestiere, con “sobrietà” direbbe Crozza.
Ma il tragico qui non sono gli inviti di Monti della domenica ai sindacati, ma il fatto che Bonanni, Angeletti, Camusso ci vadano. E poi pretendono il lunedì di fare scioperi che sono sciopericchi.
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