(dal Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario)
In queste settimane si sta confermando in pieno il carattere/la deriva, da noi denunciata in occasione del 13 febbraio, del ceto dirigente di "Se non ora quando", una deriva già riformista, elettoralista che ora si accompagna ad una ideologia oggettivamente di destra, e in cui non mancano neanche concezioni razziste e ad una richiesta esplicita di far parte di questo potere borghese.
La lettera/appello che ha indetto la mobilitazione di oggi, 11 dicembre, ne è una evidente dimostrazione. Si tratta infatti di un appello semplicemente vergognoso!
I termini che vengono usati per parlare delle donne: “italiane per nascita o per scelta”, “cittadine”, “sorelle compagne amiche, figlie e madri”, “siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere”, sono, senza tanto sforzo di memoria, concezioni, terminologie di fatto di destra.
Le donne a cui le “egregie signore” di Snoq si rivolgono devono avere il marchio doc di “italiane”, queste solo contano, non quindi le immigrate che stanno nel nostro paese - a meno che non rinuncino alla loro identità nazionale e “scelgano” di essere italiane (perchè così sono più civili?); lo stesso termine “cittadine” oltre che inaccettabile nel suo interclassismo (così tutte siamo cittadine dalla Marcegaglia alle operaie sfruttate nelle sue fabbriche) è fortemente discriminatorio.
Per Snoq torna, poi, l'etichettare le donne per i loro ruoli, e soprattutto per il loro ruolo nei rapporti familiari, in rapporto agli uomini: “sorelle, compagne, amiche, figlie e madri” che devono farsi il c. per tenere insieme “affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere”.
Neanche la maggiorparte degli esponenti dei partiti parlamentari ha osato arrivare a queste esplicite affermazioni!
Queste “egregie signore” centrano poco con la maggioranza delle donne.
Le iniziative che fanno le rivolgono al loro ceto sociale, medio borghese, e strati superiori della piccola borghesia e al loro ceto politico di riferimento, partiti del centrosinistra, esponenti dei sindacati confederali; tutte interne, quindi, a questo sistema economico e politico borghese. Al convegno che volevano tenere il 10/11 dicembre a Bologna poi spostato a nuovo anno, non a caso dovevano fare da ospiti d’onore la Marcegaglia, la presidente delle Donne di Banca Italia, la Camusso.
Come è vero che non basta essere donne, né dirsi femministe. La classe non è acqua!
Con il governo Monti il vero sentire del ceto di snoq ha trovato il suo habitat di riferimento, per una politica del “per”: “ il quadro di governo nel quale ci muoviamo, e che noi vediamo favorevolmente nella drammatica situazione del nostro Paese”, “Il nuovo governo dice ciò che da tempo sosteniamo: non c’è crescita, né democrazia senza le donne, i loro interessi sono gli interessi del Paese. Ma sappiamo che è solo un inizio”.
Con Berlusconi la si poteva buttare sulla “dignità delle donne”, ora invece con Monti le donne dovrebbero rimboccarsi le maniche, ed essere più realiste del re:
“Non c’è da uscire solo da una crisi economica – spiegano nel loro appello per l’11 dicembre - ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine. In questo passaggio difficile non possiamo tirarci indietro, perché non può tirarsi indietro chi regge questo paese sulle proprie spalle”.
Quindi, che siano prima di tutto le donne a fare i sacrifici? Ad addossarsi gli oneri della crisi? Neanche Monti e la Fornero sono arrivati a tanto – quest’ultima qualche lacrima l’ha spesa – mentre Snoq non ha dubbi, e continua:
“Le donne non possono mancare per ridare all’Italia la dignità che ha perso, per ridarle credibilità, nel mondo, in Europa. Perché vogliamo restare in Europa e lavorare per un suo reale governo politico...”.
Non c’è ritegno! Vogliono salvare questa Italia che è capitalista e imperialista, in cui il doppio sfruttamento, la doppia oppressione, la violenza che subiscono le donne ne sono parte organica e fondamentale. Vogliono un buon “governo politico” dell’Europa non mettendo minimamente in discussione la sua natura imperialista, causa della condizione di sofferenza, fame, miseria, guerre, morte, di milioni di donne, uomini, bambini nei paesi in cui l’Europa, compresa l’Italia, è presente con la sua politica di rapina e oppressione.
Queste di Snoq dimostrano un'odiosa estraneità rispetto alla vita reale delle donne, alle loro condizioni di vita, alle aspirazioni della maggioranza delle donne, che sono lavoratrici, sono precarie, sono ragazze con un presente che fa schifo e senza una prospettiva davanti...
Queste donne, quelle che dovranno continuare a lavorare, ad esaurirsi in fabbrica fino a 65 anni e oltre; quelle che non vedranno mai lavoro vero e pensione; quelle che dovranno caricarsi ancora di più del peso del carovita, dei tagli alle spese sociali, perchè mai dovrebbero ridare dignità e credibilità a questa Italia, quando questa credibilità vuol dire oggi per i padroni uscita dalla crisi e per le donne più doppio sfruttamento, più doppia oppressione, più uccisione del futuro, più discriminazione, più humus da moderno medioevo, ideale brodo di cultura anche per le violenze sessuali e le uccisioni delle donne? Perchè mai? Per far andare le “Egregie signore” in parlamento e nei posti di potere?
Snoq di Bologna aveva fatto appello a “una mobilitazione delle donne italiane… per riaffermare il diritto a una rappresentanza paritaria. Tema ancor più centrale dopo la definizione della squadra di governo del neo Presidente del Consiglio, Mario Monti”
“abbiamo tutte accolto con una certa soddisfazione la notizia delle tre donne a guidare dicasteri pesanti nel governo Monti… – rincalzano la dose quelle di Milano di Snoq - non più donne a prescindere, donne in grado di garantire a chi le propone una vicinanza “fisica” o un’appartenenza “politica”, ma donne qualificate a svolgere un ruolo pubblico, che non è solo competenza professionale indiscutibile, ma richiede una competenza politica e una volontà, oltre che un’attitudine, ad occuparsi della cosa pubblica… Crediamo quindi di poter partecipare attivamente a questo percorso di costruzione di un soggetto politico organizzato, che possa promuovere nuovi criteri per la scelta della futura classe dirigente di questo Paese”.
E mentre alla maggioranza delle donne si vuole togliere tutto, queste di Snoq (che ora, nella nuova fase del governo Monti e della loro battaglia per l'internità in esso, hanno cambiato slogan in: “Se non le donne, chi?”) vorrebbero invece “tutto”; ma dove il “tutto” sta, come scrivono, nelle “democratiche aziende, nelle banche, nelle istituzioni, nelle fondazioni, nelle università. Tutto”.
Pretendono che le donne scendano in piazza, ma per fare andare loro le “donne qualificate a svolgere un ruolo pubblico” e con “competenza politica” ed “attitudine ad occuparsi della cosa pubblica” al governo. Sono senza ritegno (avrebbe detto Veronica Lario).
Con una battuta potremmo dire, Lenin aveva fatto una rivoluzione per far andare “la cuoca al potere”, queste all’opposto vogliono strumentalizzare la condizione delle “cuoche”, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle studentesse, per far andare il 50% di loro, che sono “qualificate e hanno attitudine (!?) ad occuparsi della cosa pubblica”, al potere! Non c’è puzza di razzismo e di discriminazione di classe?
Nessun vantaggio, possono certo ottenere la maggioranza delle donne ad avere più Fornero che le vuole far restare inchiodate sul posto di lavoro e perdere la salute per il doppio lavoro; o più Anne Marie Cancellieri che da commissario prefettizio di Bologna vuole cancellare l'8 marzo e l’anniversario del 2 agosto sulla strage alla stazione; o più Paole Severino Di Benedetto esperta in difesa dei ricchi.
Non si può parlare di “donne” senza parlare di “classi”. Anzi come le donne quando sono rivoluzionarie sono doppiamente rivoluzionarie, quando le donne sono reazionarie, lo sono altrettanto doppiamente – e di esempi ce ne sono a iosa a livello nazionale e internazionale.
Per tutto questo non solo non bisogna partecipare a questa mobilitazioni di Snoq, ma bisognerebbe apertamente smascherarle e boicottarle.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr@libero.it
blog: femminismorivoluzionario
11.12.11
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