mercoledì 14 dicembre 2011

pc 14 dicembre - dai compagni di proletari comunisti presenti al presidio a Pomigliano

Le proteste di Pomigliano

Circa 200, tra operai e militanti, studenti, disoccupati e precari presenti al presidio oggi di Pomigliano. Un presidio di testimonianza e di denuncia, contraltare alla parata propagandistica di Marchionne e del governo.

Sono state ribadite le ragioni di opposizione al piano Fiat ma anche all'attacco alla democrazia, alla costituzione e allo statuto dei lavoratori.

La Fiom ha però prodotto una scarsa mobilitazione rispetto ai numeri che ha dentro Pomigliano e anche nelle altre fabbriche, presenza in tono minore, quindi. Numeri più significativi li hanno portati le altre realtà di sindacati di base presenti alla Fiat, lo Slai Cobas sempre in presidio già da ieri e che continua anche domani, è da sempre una spina nel fianco a Pomigliano contro la Fiat, presenti anche l'Usb, e una folta delegazione dell'Flmu proveniente da Cassino e anche da altre realtà.

Una buona delegazione di studenti spiccava con le bandiere "Eat the rich" e di disoccupati di Banchi Nuovi che quando sono arrivati in corteo sono stati salutati da applausi dagli operai.

Proletari comunisti era presente con una delegazione da Taranto che ha portato la battaglia che da tempo mette in atto contro la Fiat e il fascismo padronale rappresentato da Marchionne.

C'è stato un momento di fronteggiamento con la polizia che era schierata in assetto antisommossa, con camionette dei carabinieri, insomma una specie di grande zona rossa tutta attorno a Pomigliano, per tenere lontano gli operai da Marchionne con tutto il suo piano che stavano dentro.

C'è stata poi una assemblea improvvisata al presidio organizzata dallo Slai Cobas e dalla Fiom con diversi interventi: una forte denuncia dell'Flmu/Cub in particolare anche contro il sindacato confederale, compreso il ruolo della Fiom, nello smantellamento di Arese prima e Termini Imerese dopo, di cui la Fiom è stata parte; una voce dissonante che ha suscitato la reazione di attivisti Fiom che pretendevano che gli operai non facessero interventi con quei toni ma che l'assemblea doveva essere unitaria. Noi proletari comunisti abbiamo detto che l'unità è giusta contro Marchionne, ma che ciò non vuol dire unitarismo con posizioni differenti, l'unità va fatta ma con i sindacati di base e di classe.

Tra le proposte uscite fuori dall'assemblea ci sono state:

- Il proseguimento della lotta contro il fascismo padronale nella forma più topica;

- Uno sciopero generale a gennaio.

Una manifestazione comunque al di sotto della necessità, non c'è stato un corteo, non ci si è sforzati di portare avanti uno scontro più energico con la polizia, non tanto per lo scontro in sé ma come segno di una necessità dovuta alla illegittimità del piano e dell'iniziativa Fiat.

Un altro elemento significativo è stata la posizione dei sindacati di base contro il governo Monti che denuncia l'oggettiva sintonia tra Marchionne e il governo tecnico.

Buona diffusione del foglio di proletari comunisti.

Nessun commento:

Posta un commento