Nell'ambito dei momenti di formazione teorica, martedì scorso i compagni del circolo di proletari comunisti di Palermo hanno concluso la lettura del Manifesto di K. Marx, facendo ognuno le proprie osservazioni.
Riportiamo gli interventi dei compagni (cercando di riassumerne le parti principali per argomenti accompagnate anche da esempi tratti dalle lotte e dalla vita quotidiana), e stralci della discussione che come sempre in questi casi non è per niente "statica" e men che meno "accademica", ma viva, fatta da compagni, lavoratori, precari e studenti che progressivamente scoprono e cercano di impadronirsi della teoria della propria classe da impugnare come arma nella lotta…
Sulla storia e le classi
*… Si formano le classi e gli operai con l'organizzazione cominciano a capire quale è il rapporto padroni/operai… Marx ed Engels erano due borghesi che si sono messi al servizio degli operai e con la loro analisi hanno anticipato ciò che succede anche oggi… Hanno aiutato alla difesa della classe che, aprendo gli occhi, si è organizzata nonostante vivesse in grande povertà, e chissà cosa scriverebbero se vedessero quello che succede oggi!
* I borghesi cercano sempre di nascondere l'esistenza delle classi. Le classi esistono eccome, facciamo solo un esempio fresco fresco, quello della manifestazione delle donne di “se non ora quando” a Roma di qualche giorno fa, ebbene le parole d'ordine di quella manifestazione esprimevano le esigenze di una classe, quella della borghesia che diceva di rappresentare tutte le donne mentre in realtà chiedono solo di avere più spazio per sé in questo sistema (più posti per le donne, quali!?, in parlamento, nelle liste elettorali … stile Fornero che degli interessi reali della maggioranza delle donne non si cura minimamente, la questione delle pensioni è esemplare in questo senso).
Sul rapporto coscienza/conoscenza/necessità della lotta:
* La frase che mi ha colpito di più è stata questa: "I proletari non hanno niente da perdere se non le catene e hanno un mondo da conquistare", bisogna capire il significato profondo di questa frase perché se la capissimo ognuno si chiederebbe "perché non lotto?” Certo la nostra coscienza è offuscata dal fatto che l'istruzione che riceviamo ce la danno i padroni…
* Allora gli operai non avevano la possibilità di studiare… e i padroni facevano quel che volevano. Oggi dovrebbe essere più facile dato che studiamo tutti la storia, ma il Manifesto ci ha aiutato a capire che non è così.
* La storia degli ideali non ci viene affatto raccontata, anzi ce la tengono nascosta. È proprio vero che esistono due mondi: la borghesia e il proletariato. La borghesia ha il potere e reprime il proletariato. Il potere è la questione principale. La borghesia sta bene in questo stato e se ne frega di tutto, ci attacca in tutto, ci vuole togliere i diritti reali, vedi l'articolo 18 che adesso ci vogliono togliere: a me questo mondo non sta bene e penso sia molto meglio combattere per il potere… Adesso abbiamo le armi per sviluppare la nostra coscienza…
* I libri non parlano della storia vera, la travisano, mi ricordo che quando ero piccolo anche i film western facevano vedere che gli indiani erano i cattivi... A scuola elementare mi dicevano che la borghesia era buona, che erano "persone per bene"…
* Se pensiamo alla concezione che la borghesia aveva e ha delle donne, che servivano e dovrebbero servire solo come "macchine" per la riproduzione si capisce quanto è giusto lottare…
Sul rapporto pratica-teoria-pratica
* Marx ed Engels hanno scritto tanto sulla base delle loro esperienze vissute, hanno posto le basi e si sa quando si comincia è sempre difficile… altri compagni dirigenti di processi rivoluzionari hanno trovato successivamente una base solida, il marxismo, e applicandola alle condizione del loro paese hanno sviluppato ulteriormente la pratica e la teoria rivoluzionaria, vedi Lenin in Russia e Mao in Cina.
Il Manifesto ci aiuta a tenere i piedi per terra, come diciamo noi, perché ci aiuta nel "capovolgimento del pensiero", per esempio, la nostra capacità nella lotta non viene dal nulla, non nasce già bella e pronta nelle nostre teste, ma la ricaviamo da ciò che facciamo nella pratica e poi analizziamo. Anche Marx ed Engels per scrivere quello che hanno scritto sono stati in mezzo agli operai, in mezzo alla "gente", hanno letto i resoconti degli ispettori di fabbrica del tempo. Conoscenza diretta ed indiretta.
A noi è capitato di applicare questo metodo nella lotta sindacale, e abbiamo fatto riunioni facendo il "piano di guerra", perché tenendo conto dell'esperienza, abbiamo valutato le nostre forze, quelle del "nemico", i suoi lati forti e quelli deboli, ecc.
* A proposito di "armi", per noi la teoria e la pratica non si possono slegare, perché per esempio la lotta si fa in un modo e poi anche i libri si leggono con occhi diversi…
Sull'organizzazione e la direzione delle lotte
* Nella nostra lotta abbiamo capito che ci vuole l'organizzazione, anche se il gruppo è piccolo ma è compatto, e la cosa più importante è la direzione di questa lotta… ma la lotta sindacale da sola non basta, è necessaria la lotta politica, ci vuole il partito rivoluzionario della classe proletaria di tipo nuovo.
Qua e là è stato fatto anche riferimento a Lenin riprendendo l'esperienza della presentazione dell'ultimo libro del compagno E. Quadrelli, iniziativa organizzata a Palermo dal questo circolo in collaborazione con i compagni del Laboratorio Arrigoni il 3 dicembre scorso.
Riportiamo gli interventi dei compagni (cercando di riassumerne le parti principali per argomenti accompagnate anche da esempi tratti dalle lotte e dalla vita quotidiana), e stralci della discussione che come sempre in questi casi non è per niente "statica" e men che meno "accademica", ma viva, fatta da compagni, lavoratori, precari e studenti che progressivamente scoprono e cercano di impadronirsi della teoria della propria classe da impugnare come arma nella lotta…
Sulla storia e le classi
*… Si formano le classi e gli operai con l'organizzazione cominciano a capire quale è il rapporto padroni/operai… Marx ed Engels erano due borghesi che si sono messi al servizio degli operai e con la loro analisi hanno anticipato ciò che succede anche oggi… Hanno aiutato alla difesa della classe che, aprendo gli occhi, si è organizzata nonostante vivesse in grande povertà, e chissà cosa scriverebbero se vedessero quello che succede oggi!
* I borghesi cercano sempre di nascondere l'esistenza delle classi. Le classi esistono eccome, facciamo solo un esempio fresco fresco, quello della manifestazione delle donne di “se non ora quando” a Roma di qualche giorno fa, ebbene le parole d'ordine di quella manifestazione esprimevano le esigenze di una classe, quella della borghesia che diceva di rappresentare tutte le donne mentre in realtà chiedono solo di avere più spazio per sé in questo sistema (più posti per le donne, quali!?, in parlamento, nelle liste elettorali … stile Fornero che degli interessi reali della maggioranza delle donne non si cura minimamente, la questione delle pensioni è esemplare in questo senso).
Sul rapporto coscienza/conoscenza/necessità della lotta:
* La frase che mi ha colpito di più è stata questa: "I proletari non hanno niente da perdere se non le catene e hanno un mondo da conquistare", bisogna capire il significato profondo di questa frase perché se la capissimo ognuno si chiederebbe "perché non lotto?” Certo la nostra coscienza è offuscata dal fatto che l'istruzione che riceviamo ce la danno i padroni…
* Allora gli operai non avevano la possibilità di studiare… e i padroni facevano quel che volevano. Oggi dovrebbe essere più facile dato che studiamo tutti la storia, ma il Manifesto ci ha aiutato a capire che non è così.
* La storia degli ideali non ci viene affatto raccontata, anzi ce la tengono nascosta. È proprio vero che esistono due mondi: la borghesia e il proletariato. La borghesia ha il potere e reprime il proletariato. Il potere è la questione principale. La borghesia sta bene in questo stato e se ne frega di tutto, ci attacca in tutto, ci vuole togliere i diritti reali, vedi l'articolo 18 che adesso ci vogliono togliere: a me questo mondo non sta bene e penso sia molto meglio combattere per il potere… Adesso abbiamo le armi per sviluppare la nostra coscienza…
* I libri non parlano della storia vera, la travisano, mi ricordo che quando ero piccolo anche i film western facevano vedere che gli indiani erano i cattivi... A scuola elementare mi dicevano che la borghesia era buona, che erano "persone per bene"…
* Se pensiamo alla concezione che la borghesia aveva e ha delle donne, che servivano e dovrebbero servire solo come "macchine" per la riproduzione si capisce quanto è giusto lottare…
Sul rapporto pratica-teoria-pratica
* Marx ed Engels hanno scritto tanto sulla base delle loro esperienze vissute, hanno posto le basi e si sa quando si comincia è sempre difficile… altri compagni dirigenti di processi rivoluzionari hanno trovato successivamente una base solida, il marxismo, e applicandola alle condizione del loro paese hanno sviluppato ulteriormente la pratica e la teoria rivoluzionaria, vedi Lenin in Russia e Mao in Cina.
Il Manifesto ci aiuta a tenere i piedi per terra, come diciamo noi, perché ci aiuta nel "capovolgimento del pensiero", per esempio, la nostra capacità nella lotta non viene dal nulla, non nasce già bella e pronta nelle nostre teste, ma la ricaviamo da ciò che facciamo nella pratica e poi analizziamo. Anche Marx ed Engels per scrivere quello che hanno scritto sono stati in mezzo agli operai, in mezzo alla "gente", hanno letto i resoconti degli ispettori di fabbrica del tempo. Conoscenza diretta ed indiretta.
A noi è capitato di applicare questo metodo nella lotta sindacale, e abbiamo fatto riunioni facendo il "piano di guerra", perché tenendo conto dell'esperienza, abbiamo valutato le nostre forze, quelle del "nemico", i suoi lati forti e quelli deboli, ecc.
* A proposito di "armi", per noi la teoria e la pratica non si possono slegare, perché per esempio la lotta si fa in un modo e poi anche i libri si leggono con occhi diversi…
Sull'organizzazione e la direzione delle lotte
* Nella nostra lotta abbiamo capito che ci vuole l'organizzazione, anche se il gruppo è piccolo ma è compatto, e la cosa più importante è la direzione di questa lotta… ma la lotta sindacale da sola non basta, è necessaria la lotta politica, ci vuole il partito rivoluzionario della classe proletaria di tipo nuovo.
Qua e là è stato fatto anche riferimento a Lenin riprendendo l'esperienza della presentazione dell'ultimo libro del compagno E. Quadrelli, iniziativa organizzata a Palermo dal questo circolo in collaborazione con i compagni del Laboratorio Arrigoni il 3 dicembre scorso.
Si è deciso alla fine che le prossime riunioni di formazione ripartiranno dall'altra "arma" dopo il Manifesto e cioè gli scritti di Lenin, appunto.
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