mercoledì 21 settembre 2011

pc 21 settembre - solidarietà con gli antifascisti di Teramo

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un uso sempre più massiccio e, per molti versi nuovo per quanto riguarda i movimenti antagonisti, di una forma repressiva da usare contro compagni e compagne: l'associazione a delinquere.

Già l'anno scorso d'altronde vi era stata una tale operazione a Torino e a febbraio di quest'anno i giornali di regime a Genova scrivevano d'ipotesi di associazione a delinquere contro i compagni. Ma l'interesse e lo scopo degli inquirenti è stato chiarito in un incontro che si è avuto qualche giorno prima di un'altra vasta campagna repressiva contro anarchici ed anarchiche a Bologna. Tempo un mese ed il copione si ripete, stavolta a Firenze. Anche qui perquisizioni, arresti e restrizioni, con l'accusa di associazione a delinquere.

A Teramo questo copione coinvolge gli antifascisti che si battono quotidianamente per non dar spazio ai rigurgiti fascisti che un po' ovunque stanno rialzando la testa.
Nella città abruzzese non vi sono arresti, nè restrizioni, si mantiene però la struttura dell'associazione a delinquere. Tale reato viene considerato un "delitto contro l'ordine pubblico" ed i suoi tratti caratteristici sono: "la stabilità dell'accordo, ossia l'esistenza di un vincolo associativo destinato a perdurare nel tempo" e "l'esistenza di un programma di delinquenza volto alla commissione di una pluralità indeterminata di delitti".

Un altro requisito dell'associazione per delinquere è che l'associazione sia dotata di una struttura, anche minima. Questo ultimo elemento è ben illustrato in un articolo di un giornale teramano in cui, gli antifascisti vengono elencati uno ad uno, con tanto di ruolo. Ma fatto ancor più grave è
che per la giurisprudenza italiana, "il solo fatto di partecipare all'associazione" è punibile, anche quindi se non si sono commessi reati specifici.
L'associazione a delinquere quindi, rapportata ai movimenti sociali, reprime per il semplice fatto di pensarla diversamente, ancor prima di agire diversamente. Reprime cioè sulla base di idee, di affinità che possono unire degli individui come, nel caso teramano, l'antifascismo. Con dei semplici
avvenimenti quindi chi reprime può imbastire un procedimento che va a colpire un'intera area di dissenso. E qui sta la gravità di tale strumento repressivo.

Tornando al caso teramano, nell'associazione a delinquere vengono indagati anche i fascisti locali, e in tal modo la procura teramana tenta di equiparare l'azione dei fascisti a quella degli antifascisti, nonché tenta di far passare nell'ombra fatti gravissimi equiparandoli ad una semplice
rissa.

Anche stavolta, come in passato gli antifascisti e le antifasciste teramane dichiarano che continueranno a rivendicare la loro militanza antifascista.

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