giovedì 22 settembre 2011

pc 22 settembre - ' O' SISTEMA

Il voto con cui il parlamento ha rifiutato l'arresto del faccendiere di Tremonti, Milanese, un altro dei gangli venuti allo scoperto del “o' sistema” che guida ormai tutti gli aspetti della politica economica e finanziaria del governo o, per meglio dire, dei governi, dimostra quello che andiamo scrivendo insieme a molti altri, che questo parlamento è cassa di risonanza e di copertura del governo come comitato di affari del grande capitale.
Questo parlamento non può essere il luogo in cui Berlusconi può cadere, come non lo sono le istituzioni e il suo massimo rappresentante, il Pres. Napolitano. Per far cadere Berlusconi e dare un colpo al comitato d'affari o, meglio, ai comitati d'affari, serve un atto di forza che ne provochi la rimozione e faccia da diga verso il nuovo governo dei padroni.
La forma dell'atto di forza è la rivolta sociale, è l'accensione delle mille scintille che possano incendiare la prateria. Secondo questa logica per noi la rivolta non è una cosa da “preparare” bensì da fare trasformando ogni focolaio in incendio generale.
Consideriamo persi a questo scopo gli insieme dei partiti presenti in parlamento e quando diciamo persi, diciamo che sono contro. L'opposizione in questo parlamento è più contro la rivolta sociale che contro il governo che pure denuncia con espressioni colorite, vedi Di Pietro.
Ma pensiamo anche all'area dell'opposizione ex ed extra parlamentare; all'area che prepara la manifestazione del 15 ottobre, a cui pure noi partecipiamo e aderiamo; all'area che si riunisce il 1°ottobre a Roma su una piattaforma di buone intenzioni ma non certo coerentemente classista, anti statale e anticapitalista, come dovrebbe essere; all'area del sindacalismo di base di cui anche noi siamo parte; che deve fare la scelta della costruzione dell'atto di forza, necessario e indispensabile per rompere la spirale del moderno fascismo e per contrastare la crisi scaricata sui proletari e le masse popolari.
La natura specifica di questo governo, messa in luce più dalle intercettazioni che dalle manovre economiche governative, la tendenza al moderno fascismo che essa incarna, visibile ad occhio nudo anche da parte di chi è molto lontano da noi, fa sì che sia necessaria una crisi politica-istituzionale come arma per difendere anche gli interessi materiali dei proletari e delle masse nella crisi.
La crisi politica-istituzionale è l'ambito in cui si può mettere in luce lo scontro reale dell'“utilizzatore finale” del governo, il fascismo padronale che usa la debolezza del governo per far diventare legge i suoi diktat e che spera di uscire dalla crisi di esso con un governo più “rispettabile” e più compatto per realizzare i suoi piani; governo più compatto che viene dall'adesione quasi incondizionata del PD a un nuovo governo dei padroni, targhettato 'Marchionne' e dalla luna di miele Confindustria di Marcegaglia e Cgil di Camusso.
Per dar forza alla denuncia e a questa analisi e andare oltre la denuncia e l'analisi non c'è che la strada che andiamo affermando; essa può forgiare gli strumenti indispensabili della trasformazione sociale proletaria: partito di classe, sindacato di classe, fronte unito...

Proletari comunisti
22.9.11

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