giovedì 10 febbraio 2011

pc quotidiano 10 febbraio - bergamo operaie in lotta

"lavoriamo per la Triumph da 10/20/30anni e abbiamo sempre considerato un dovere dare il massimo per l'azienda. Negli anni, spesso con grande fatica, siamo sempre riusciti a mantenerci al passo con i cambiamenti che, come è naturale che sia, si sono verificati nel tempo. ci è stato chiesto di essere sempre più flessibili e noi abbiamo acconsentito (...)
Col blocco del turn over ci hanno sovraccaricato di lavoro in maniera spesso
insostenibile, tanto che prendere qualche giorno di ferie (o malattia) è diventato un tormento per gli arretrati che si accumulano e che poi servono mesi per recuperare (.) ma nonostante quanto abbiamo fatto e facciamo, la situazione ha continuato a peggiorare e malgrado il nostro impegno ì tagli di personale si sono susseguiti fino ad oggi. Abbiamo accettato tutto, non perché speravamo in un riconoscimento particolare, volevamo solo mantenere il nostro lavoro e di contro la risposta è stata ancora un'ulteriore riduzione di personale. Tra l'altro con la chiusura del magazzino Italia per parecchi uffici il lavoro anziché diminuire è aumentato. Inoltre, da 2 anni, senza nemmeno motivarlo, hanno abolito il premio produzione e da quest'anno i premi fedeltà per i 10 e 25 anni di anzianità. Ci considerano vecchi, obsoleti e insufficientemente scolarizzati, quindi, ci chiedono di togliere il disturbo e lo fanno con l'arroganza di chi crede che non abbiamo una
dignità.." - (dalla testimonianza di una lavoratrice)

COSA SUCCEDE ALLA TRIUMPH?

E' difficile credere a quanto afferma l'azienda, ovvero, che 19 impiegate/i, garantiti da un contratto a tempo indeterminato, senza motivo apparente, sarebbero disposti a licenziarsi andando ad aggiungersi alle migliaia di disoccupati bergamaschi alla disperata ricerca di un impiego che non c'è.(Vedi ultimi "ricollocamenti" dei 56 addetti del magazzino italiano!)

Noi non crediamo ci sia alcun volontario al licenziamento ma piuttosto che questa "scelta" sia il risultato di una campagna di vero e proprio terrorismo psicologico che l'azienda da mesi ha messo in atto al fine di indurre quante più persone a dare le dimissioni.

La Triumph non è un aziendina in difficoltà, ma una multinazionale con fatturati miliardari che, a livello globale, sta usando la cosiddetta crisi per fare ancora più profitti, continuando a produrre lo stesso, o addirittura di più, con meno personale.Tra l'altro, in questo caso specifico, spacciando l'indennità di mobilità
come una sorta di "incentivo" al licenziamento, quando invece questo ammortizzatore sociale, pagato in gran parte dai contribuenti italiani, spetta per legge per i licenziamenti collettivi.

Sappiamo che di lavoro alla Triumph di Trescore ce n'è per tutti i lavoratori attualmente impiegati e che se si applicassero condizioni di lavoro accettabili si dovrebbe addirittura assumere altro personale.
Crediamo quindi che nessuna lavoratrice sia in esubero e che la sede di lavoro debba rimanere a Trescore.
Per questo nelle scorse settimane abbiamo scritto al direttore del personale (e alla Direzione Provinciale del Lavoro) chiedendo un incontro per chiarimenti su questi temi.
Ma il fatto che può dare una svolta a questa situazione è l'organizzazione e la mobilitazione delle lavoratrici con un sindacato non compromesso con l'azienda, contro l'arroganza dei piani aziendali, per difendere il lavoro, la dignità e vendere cara la pelle.

PERCHE' SOLO LA LOTTA PAGA!

SLAI COBAS per il sindacato di classe
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