giovedì 10 febbraio 2011

pc quotidiano 10 febbraio - *Italia in guerra contro i migranti con i radar d’Israele*

Ricevo e rigiro

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*Italia in guerra contro i migranti con i radar d’Israele*



di *Antonio Mazzeo*





Potenti radar a microonde prodotti in Israele stanno per essere installati
all’interno di parchi e riserve naturali del sud Italia per contrastare gli
sbarchi dei migranti. La nuova *Rete di sensori radar di profondità per la
sorveglianza costiera* sarà integrata al sistema di comando, controllo,
comunicazioni, computer ed informazioni (C4I) della Guardia di finanza.
Grazie alle risorse del “*Fondo europeo per le frontiere esterne*”,
programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, *il Comando generale
della forza armata ha acquistato cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR
(**Advanced
Coastal Surveillance Radar**) realizzati da Elta Systems, società
controllata dalla Israel Aerospace Industries Ltd. (IAI)*. I radar sono
appositamente progettati per l’individuazione di imbarcazioni veloci di
piccole dimensioni. “Le immagini ad alta risoluzione captate dal sistema –
informano i manager dell’industria bellica israeliana – vengono utilizzate
per prevenire l’immigrazione e la pesca illegale, il traffico di droga, gli
attacchi terroristici e il contrabbando; per realizzare missioni di ricerca
e salvataggio; per individuare target aerei, navali, sottomarini e segnali
emessi da antenne radar”.

L’EL/M-2226 ha una portata di oltre 50 chilometri e, posto a livello del
mare, è in grado di scoprire uno scafo veloce a 10 miglia o un gommone a 7.
“Il duplice esame ottico e all’infrarosso degli obiettivi sospetti scoperti
dal radar ne consentono la distinzione in leciti o illeciti”, si legge sulle
brochure di Elta Systems. “Il sistema è in grado di mantenere sottocontrollo
oltre cento bersagli contemporaneamente; il riconoscimento dei gommoni
impiegati nell’immigrazione clandestina avviene con l’analisi, per ogni
natante avvistato, della velocità, rotta, provenienza, dimensioni,
riconoscimento del numero di persone a bordo. Opera 24 ore al giorno, 365
giorni all’anno, anche in condizioni climatiche particolarmente avverse, in
network con altri tipi di sensori installati su imbarcazioni navali, aerei
ed elicotteri”.

La società israeliana fornisce pure qualche dato sulle caratteristiche
tecniche dell’ultima generazione di strumenti anti-immigrati. *“L’EL/M-2226
fa parte della famiglia di trasmettitori **Linear Frequency Modulated
Continuous Wave** (LFMCW) in X-band (dagli 8 ai 12.5 GHz di frequenza)”,
quelli che operano cioè emettendo microonde, le onde molto corte comprese
tra i 300MHz e i 300 GHz, estremamente pericolose per l’uomo, la fauna e la
flora.* “L’angolo di esposizione azimutale è di 1.5°, mentre quello in
altezza è di 3.5°”, aggiunge Elta Systems. “Il sistema è stato sviluppato
nella configurazione a corto, medio e lungo raggio e incorpora un’antenna
fissa, un trasmettitore radio, un ricevitore, un processore del segnale ed
un’unità di controllo e gestione informatica. Il network dei diversi
impianti radar può essere facilmente controllato da un unico Centro di
comando/VTMS remoto. *L’EL/M-2226 è stato installato lungo la costa
israeliana ed integrato alla rete difensiva marittima che verrà potenziata
con altre cinque potenti stazioni radar. La marina militare israeliana ha
utilizzato questo sistema nel gennaio 2002 per individuare nel mar Rosso
l’imbarcazione palestinese **Kareen A** che trasportava armi”. Adesso è il
turno dell’Italia contro i migranti e i profughi in fuga dai conflitti
africani e mediorientali. *

Anche se* il Comando generale della Guardia di finanza mantiene il riserbo
sulle località prescelte per installare i cinque radar a microonde,* tre di
esse sono note. Si tratta di *Gagliano del Capo (Lecce)*, *Siracusa* e dell’
*isola di Sant’Antioco in Sardegna*. Nel Salento l’impianto sorgerà in *un
terreno di 300 mq ubicato tra le località “Sciuranti” e “Salanare”,
all’interno del perimetro del** *parco naturale Otranto – *Santa Maria di
Leuca* – Bosco di Tricase. In Sicilia, il radar sarà installato a *Capo
Murro di Porco* presso la stazione di sollevamento fognario del Comune di
Siracusa, zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed archeologico e
prospiciente l’oasi marina protetta del Plemmirio, istituita nel 2005. Il
terzo impianto sarà creato invece all’interno dell’ex stazione radio
militare di Sant’Antioco di proprietà della Regione Sardegna, in località
Capo Sperone – Su *Monti de su Semaforu*. Si tratta di una splendida area
costiera ricadente nel parco di “Carbonia ed Isole Sulcitane”, dove sono
presenti pure fabbricati particolarmente significativi dal punto di vista
storico-culturale ed architettonico.

In tutti e tre i luoghi, le antenne radar saranno montate in cima a tralicci
alti 36 metri; saranno realizzate estese piattaforme in calcestruzzo,
shelter e cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione. *I
lavori sono stati appaltati **il** 22 ottobre 2010 alla “Almaviva SpA” di
Roma, principale** gruppo italiano di consulenza e servizi IT (**Information
& Communication Technology**)** per la pubblica amministrazione, gli enti di
previdenza, le banche, ecc.. Per complessivi 5.461.700 euro*, Almaviva
assicurerà l’installazione e la manutenzione dei cinque impianti radar e la
formazione “attraverso quattro corsi” del personale della Guardia di
finanza. L’appalto è stato concesso dal Comando generale della Gdf senza
l’indizione e la previa pubblicazione di un bando di gara nella Gazzetta
ufficiale dell’Unione europea, con la motivazione che “i lavori e i servizi
possono essere forniti unicamente da una determinata fornitrice, la Almaviva
SpA , che possiede le prescrizioni di natura tecnica e i diritti esclusivi
dei materiali”.

Con un fatturato annuo di 865 milioni di euro, la società romana è
particolarmente attiva nel settore della difesa e della sicurezza.* Oltre
alla Guardia di finanza, tra i suoi *clienti compaiono la NATO , lo Stato
Maggiore della difesa, l’Aeronautica militare, la Marina militare, l’Arma
dei Carabinieri e il Dipartimento di pubblica sicurezza. “Collaboriamo con
le forze di polizia nella gestione della sicurezza in mare, dei confini
territoriali e degli aeroporti e nella protezione di infrastrutture
sensibili”, spiegano i manager di Almaviva. “Sviluppiamo sistemi di comando,
controllo e comunicazioni, di videosorveglianza territoriale e
messaggistica, applicazioni per la logistica e il personale, tecnologie e
soluzioni biometriche per l’identificazione. Abbiamo messo a punto *sistemi
C4I, strategici e tattici,** *per la gestione di operazioni terrestri, aeree
e navali, l’integrazione dei servizi di sorveglianza radar ed elettro-ottici
e delle informazioni provenienti da varie tipologie di sensori dislocati su
piattaforme fisse o mobili”.

Almaviva è uno degli attori privati chiave nel campo delle politiche
“sicuritarie” e di contrasto all’immigrazione. Oltre ad aver collaborato con
il governo nella realizzazione del “permesso di soggiorno elettronico”, la
società partecipa ai progetti previsti dal *programma operativo nazionale
(PON) “Sicurezza per lo sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007-2013”*,
finalizzato ad “aumentare le condizioni di sicurezza e legalità in Sicilia,
Calabria, Campania e Puglia”. Il 21 aprile 2010, in associazione temporanea
con Unisys SpA e Secom Srl, Almaviva si è aggiudicata la gara indetta dalla
Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere per la
realizzazione *di un “sistema di raccolta informazioni, analisi e relativo
monitoraggio finalizzato al coordinamento delle attività di contrasto
all’immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo allargato e le
frontiere terrestri* (SATM)”.

La società ha assicurato infine l’aggiornamento tecnologico e i software per
il funzionamento di quattro sistemi di sorveglianza costiera M.C.S.S.
(*Mobile
Coastal Surveillance System*). Si tratta delle configurazione mobile del
radar israeliano EL/M-2226 ACSR, che la Guardia di finanza ha dislocato in
Calabria e Sicilia a partire dell’estate 2008, grazie ai fondi strutturali
europei previsti dal* *“Programma Operativo di Sicurezza per lo sviluppo del
Mezzogiorno di Italia – QCS 200/2006”. “Il complesso M.C.S.S., interamente
allestito dalla società israeliana IAI-Elta Electronics Industries Ltd di
Ashdod, si compone di quattro elementi: il radar di scoperta, il sistema di
riconoscimento optronico, lo shelter ed il veicolo di trasporto prodotto da
Iveco”, spiega il Comando della Gdf. “Per il loro impiego occorrono tre
operatori: l’addetto alla scoperta e riconoscimento, l’addetto alle
telecomunicazioni ed il conduttore del mezzo. Nello shelter destinato al
Corpo sono installati gli apparati radio necessari ad assicurare i
collegamenti con le sale operative, i mezzi terrestri e navali e i velivoli
di trasporto radar. Il sistema è sicuro: ha superato le prove di
radioprotezione e rientra nei parametri stabiliti in ordine alle emissioni
di onde elettromagnetiche”. Non la pensano così i residenti del comune di
Montallegro, in provincia di Agrigento. Dopo la collocazione del radar
mobile nella fascia costiera compresa tra Bovo Marina ed Eraclea Minoa, si
registrerebbero con frequenza guasti inspiegabili ad impianti elettrici,
sistemi d’allarme ed elettrodomestici.

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