mercoledì 9 febbraio 2011

pc quotidiano 9 febbraio - Operai dei cantieri navale Palermo e Trapani: licenziamenti e cassa integrazione

Come si vede da queste informazioni, ogni attesa degli operai per passare a forme di protesta più incisive non ha fatto che aggravare la situazione; le proposte per lavorare comunque ci sono, come dicono tutti, la ristrutturazione dei bacini (e quella di tutto il cantiere), mettendo tutto davvero in sicurezza, ma anche la trasformazione delle vecchie navi in circolazione adeguandole agli standard di sicurezza internazionali come il doppio scafo. Così, invece, stando appresso ai sindacati confederali, che hanno creato questa situazione insieme alla direzione della Fincantieri, non si fa altro che avvicinarsi ad una lenta chiusura elemosinando ammortizzatori sociali.

Ricordiamo a chi fa finta di dimenticare, innanzi tutto i sindacalisti, che Salvatore Cianciolo, responsabile della task-force regionale per l'occupazione, è da anni “responsabile”, lo era anche sotto il governo mafioso di Cuffaro, e problemi di lavoro non ne ha risolto mai.

Proprio perché la cantieristica navale in generale risente della crisi economica mondiale, come dimostra il tentativo di licenziamento degli operai del cantiere navale di Trapani, non appartenente alla Fincantieri, che aspettano tre mensilità, è necessario rendersi conto di ciò che sta succedendo con uno scatto d’orgoglio da parte degli operai che prendano nelle proprie mani la direzione della lotta!

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Fincantieri: continua lo sciopero, a rischio il 60% del personale

08/02/2011

TRAPANI - Fallita la proposta del prefetto di Trapani, Marisa Magno, di avviare le procedure di cassa integrazione per gli operai del Cantiere navale. È stata, infatti, respinta dalla società che intende ridurre il personale del 60%, procedendo, quindi, a licenziamenti. Lo sciopero dei settanta lavoratori, intanto, prosegue ad oltranza.

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Una cinquantina di operai dei cantieri navali aderenti a Fiom, Fim e Uilm protesta da questa mattina sotto la direzione di Fincantieri, davanti allo stabilimento di Palermo. La manifestazione, spontanea, è stata indetta in seguito alle risposte fornite ieri dai vertici di Fincantieri sulla possibilità di nuove commesse per lo stabilimento palermitano. (Ansa, 8 febbraio)

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dal giornale di sicilia

Fincantieri non lascia Palermo

08/02/2011

Vertice a Palazzo d'Orleans tra Regione, sindacati e dirigenti aziendali,Ma resta incertezza sulle nuove commesse di lavoro

PALERMO. Fincantieri conferma il mantenimento della missione produttiva nello stabilimento di Palermo, ma sulle nuove commesse di lavoro è ancora buio. È quanto emerge dalla riunione tecnica di ieri a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, tra i dirigenti nazionali di Fincantieri, l'assessore regionale alle Infrastrutture, Piercarmelo Russo, i dirigenti dell'assessorato regionale alle Attività produttive e i sindacati Fim, Fiom e Uilm.

Nel suo intervento, il responsabile delle risorse umane di Fincantieri, Andrea Paolo Colombo, ha detto che «per la cantieristica la situazione, a livello europeo, è difficile. La società in questo momento non è in grado di assumere impegni a breve termine. Domani (oggi, ndr) discuteremo di cassa integrazione per Monfalcone e Marghera, lo stabilimento di Ancona è fermo e tra poco lo sarà anche Castellamare di Stabia. A Palermo confermiamo il mantenimento delle tre gambe produttive (costruzioni, riparazioni e trasformazioni), ma possiamo ragionare solo sul lungo termine».

Sicuramente non è quello che i sindacati volevano sentire, anche se sul versante che riguarda la costruzione dei bacini di carenaggio ci sono novità. Per accelerare i lavori, già finanziati dalla Regione, di ristrutturazione delle infrastrutture da 52 e 19 mila tonnellate, l'assessore Russo, ha proposto due strade: «Abbiamo suggerito all'assessorato alle Attività produttive la strada dell'avviso di preinformazione, infatti, è possibile rendere da subito noto a tutti che si vogliono bandire questi appalti e si può procedere all'acquisizione delle domande in appena ventidue giorni. Inoltre - ha aggiunto Russo - suggeriamo di optare per un appalto integrato che comprenda non solo i lavori ma anche la progettazione esecutiva, in modo che l'impresa aggiudicatrice non possa chiedere varianti o modifiche: attualmente i tempi sono stimati in 310 giorni ma in tal modo, i tempi della gara potranno essere ridotti di circa 50/100 giorni». Di norma, per la progettazione definitiva e la conferenza di servizi ci vogliono 120 giorni; 190 per la gara d'appalto e 60 giorni per la progettazione esecutiva, mentre per i lavori si parla di una forbice tra 300 e 500 giorni. «Ci aspettavamo un impegno maggiore per il futuro dello stabilimento sul fronte delle commesse - dice Nino Clemente della Fim - anche se ci rassicura la scelta dell'azienda di non abbandonare il sito di Palermo».Il segretario provinciale della Uilm, Silvio Vicari, è intervenuto durante la riunione ricordando «che la cassa integrazione per gli operai dei Cantieri di Palermo scade a ottobre, per cui visto i tempi di ristrutturazione dei bacini si proporrà il problema di nuovi ammortizzatori sociali». Francesco Piastra della Fiom ha aggiunto che «senza ulteriori carichi di lavoro ad aprile i lavoratori in cig saranno 470, mentre nell'indotto non c'è copertura sociale».All'incontro era presente anche il responsabile della task-force regionale per l'occupazione, Salvatore Cianciolo, che ha proposto a Colombo di verificare eventuali aiuti al reddito per i lavoratori.

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