venerdì 11 febbraio 2011

pc quotidiano 11 febbraio - Egitto: la sfida dello "zio" Mubarak fa infuriare le masse


Centinaia di migliaia di manifestanti pro-democrazia si prevede inizino a marciare per le strade del Cairo e in altre città egiziane venerdì, in quello che potrebbe diventare la più grande - e alcuni temono la più violenta - delle proteste finora, dato che i propositi dei manifestanti per la cacciata del presidente Hosni Mubarak sono stati frustrati giovedì.

In un discorso alla nazione attraverso la tv di 17 minuti, Mubarak ha detto alla folla in festa, che si aspettava la fine dei suoi 30 anni di governo autoritario, di aver trasferito una parte di questa autorità al vicepresidente Omar Suleiman, ma che rimane aggrappato al potere fino a settembre, quando termina il suo mandato attuale.

Mubarak ha detto che egli vigilerà sull’"uscita" dalla crisi attuale, e che "realizzerà le richieste espresse dai giovani e dai cittadini ... senza compromettere la costituzione in modo da garantire la stabilità della nostra società".

Prima ancora di aver finito il suo discorso contro gli umori della folla, deludente, i manifestanti accampati nella Tahrir Square , l'epicentro della rivoluzione dell'Egitto, hanno gridato "asino, vattene!"

Jacky Rowland, corrispondente di Al Jazeera dal Cairo, ha detto che i manifestanti, prematuramente euforici, che avevano pensato di "avere un appuntamento con la storia" con la cacciata di Mubarak, hanno promesso di tornare venerdì per quella che viene annunciata come la più grande protesta mai vista.

I manifestanti avevano organizzato in precedenza il "venerdì dei martiri" per commemorare i 300 o più che sono stati uccisi durante le proteste pro-democrazia, che ora sono entrate nella loro terza settimana.

'Un Nuovo Fronte'

Migliaia di manifestanti si sono trasferiti durante la notte al palazzo presidenziale, obbiettivo sensibile, nel tradizionale quartiere di Heliopolis al Cairo centrale.

"Questo segna un nuovo fronte nella nostra lotta contro questo regime illegittimo," ha scritto un manifestante nel sito di microblogging Twitter. "Ora che Mubarak si è rifiutato di andarsene, ringraziando, ne pagherà il prezzo."

Oltre a occupare Tahrir Square, le proteste pro-democrazia hanno già bloccato l'accesso al palazzo del parlamento, vicino alla piazza.

Migliaia di manifestanti stavano anche circondando l'edificio della radio e della televisione al Cairo, che vedono come portavoce del regime di Mubarak.

I lavoratori si sono uniti alle proteste nei giorni scorsi, paralizzando il trasporto e industria in modo efficace e infliggendo un colpo più netto al regime di Mubarak.

Indignati per sfida di Mubarak, molti più lavoratori si sono impegnati a unirsi alle proteste programmate per venerdì. I dimostranti pro-democrazia non sono stati convinti dall’appello di Suleiman giovedi a tornare al loro posto di lavoro e alle case.

Pensato per calmare le tensioni e proiettare un'immagine da vecchio zio, il discorso di Mubarak non ha placato i timori degli egiziani e di gran parte della comunità internazionale. Gli Stati Uniti e la Ue hanno detto che l'annuncio di trasferire alcune competenze a Suleiman, il vice-presidente, è gravemente insufficiente e arriva tardi rispetto alle vere riforme richieste dal popolo.

Mohamed El Baradei, figura leader dell'opposizione, ha detto che l'Egitto "esploderà" a causa della sfida di Mubarak.

Il discorso ha inaugurato una nuova era di incertezza in Egitto, con alcuni analisti che temono violenze diffuse visto che le tensioni hanno raggiunto il culmine.

-da al jazeera-

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