sull'appello e sull'assemblea nazionale del patto seguirà nei prossimi giorni una valutazione di proletari comunisti
Cari compagni e care compagne,
Sono stati mesi estremamente
complicati per tutti noi, la fase pandemica fa in maniera esponenziale
la sua strada mietendo centinaia di migliaia di morti e gli stati
impongono ai propri cittadini, nell’ordine di miliardi di unità,
l’obbligo di stare in casa o a morire come carne da macello nelle
fabbriche o magazzini per la difesa dei profitti, senza contare il fatto
che muoiono sul lavoro, per la fame o per l'inquinamento altrettante
persone.
Il modo di produzione
capitalistico e’ la fonte di tutto ciò e questa crisi epidemica di
intreccia con una crisi strutturale profonda del sistema accentuando le
contraddizioni del capitalismo ad ogni livello; economico, politico e
sociale. L’impatto della pandemia ha accelerato con forza dei processi
economici preesistenti, nell’aumento della concentrazione, nel
intensificazione del grado di sfruttamento dei lavoratori e di una
conseguente riduzione degli spazi di agibilità politica e sindacale
delle organizzazioni dei lavoratori e complessivamente un’involuzione
della stessa democrazia borghese e impone nell’immediato, una
riorganizzazione di un sistema di governo che sappia superare in modo
meno caotico la fase che vede la crescita esponenziale dell’epidemia.
Un rafforzamento dell'esecutivo di
governo per tappare le falle prodotte dall’epidemia, controllare
nell’accentuarsi della crisi i movimenti sociali che le contraddizioni
risvegliano, mantenere le condizioni produttive perche’ le merci
prodotte siano concorrenziali sui mercati internazionali.
Tutto ciò impone alle classi
dominanti italiane una ristrutturazione strategica basata sui nuovi
paradigmi produttivi e finanziari che questa accelerazione ha comportato
a livello internazionale.
Il governo Draghi nasce proprio
dalla necessità di compattare le varie frazioni borghesi intorno ad un
piano di riorganizzazione della struttura e sovrastruttura capitalistica
per un posizionamento strategico del paese nel percorso della crisi in
modo da non perdere peso con i diretti concorrenti internazionali.
Questa forte e improvvisa
accelerazione, assieme alla stessa esperienza della pandemia, ha fatto
emergere maggiormente la percezione di molte delle contraddizioni che
viviamo, aprendo anche uno spazio perché ci sia una intensificazione
delle lotte esistenti e per un loro allargamento.
L’ esistenza di questa possibilità
oggettiva, dovuta in gran parte alla violenta reazione del capitalismo
in crisi e alla rapidità con cui questa crisi si è affermata, non basta
per determinare automaticamente lo sviluppo di un vasto movimento di
lotta spontaneo, come l’ esperienza degli ultimi mesi ci ha insegnato.
Nonostante ciò non dobbiamo sottovalutare come questa crisi che stiamo
affrontando abbia diffuso sempre più un sentimento o una percezione di
incompatibilità tra la propria vita e questo sistema, anche nelle fasce
più giovani della popolazione.
Per questo, insieme a centinaia di
compagne e compagni e organizzazioni sindacali e politiche, abbiamo
dato vita ad un movimento che non e’ circoscritto al perimetro dato
dalle sommatorie delle singole organizzazioni o l’ennesima prova di
forza delle proprie, insufficienti, capacità politico-organizzative ma
come confronto che ha definito una piattaforma politica di fase che ha
potuto e potrà essere il motore su cui connettere nell’immediato le
lotte più avanzate oggi esistenti, con i lavoratori più combattivi.
Tutto ciò, per non vanificare le possibilità che le contraddizioni
sollecitano, nel dare una risposta agli attacchi che la borghesia porta
avanti nei confronti del proletariato favorendo la formazione di un
fronte unico di lotta.
Il Patto d’Azione anticapitalista
per il Fronte Unico di classe è nato a inizio Febbraio dell’anno scorso
nel solco di questa necessità : sulla base di una piattaforma politica
condivisa si sono uniti gli sforzi di ognuno per rafforzare il movimento
di classe di fronte alle offensive padronali.
Il Patto si è costruito attorno a
pochi semplici ma imprescindibili punti che si basano:
sull’incompatibilità tra gli interessi di classe dei lavoratori con
quelli dei padroni e dei loro governi, sulla battaglia contro il
sovranismo per l’internazionalismo di classe, l’irriformabilità del
sistema capitalista e lo strumento della lotta come unico elemento
centrale per la soddisfazione degli interessi immediati dei proletari e
dei nostri bisogni contemporanei in una prospettiva anticapitalista
Nell’ ultimo anno vari elementi di
controtendenza ci sono stati, non ci arroghiamo di intestarci la
totalità del merito ovviamente ma siamo convinti che il percorso di
lotta in cui ci stiamo impegnando abbia svolto un ruolo importante e
positivo. Tuttavia per quanto significativi siano stati i risultati
prodotti riconosciamo la forte necessità di allargare ulteriormente il
fronte di lotta nelle fabbriche, nei magazzini e in tutti i luoghi di
lavoro, ogni nostro comune sforzo è incanalato appunto nella direzione
di una mobilitazione sempre più ampia dei lavoratori mese dopo mese.
Questo è il compito che
collettivamente ci siamo dati per fronteggiare questa fase e contrastare
la sempre più dura offensiva politica borghese che si espressa in
questi ultimi anni attraverso i governi Conte uno e due, l’attuale
governo Draghi e i futuri che si potranno formare
Vi inviamo questa lettera non
per chiedervi l’adesione automatica al percorso, ma per un confronto sui
contenuti e le indicazioni di lotta, rispetto alle necessità generali
che questa fase ci pone di fronte.
Il Patto d’Azione ha promosso
diverse azioni sul piano nazionale, scioperi di categoria, giornate di
mobilitazione diversificate sui territori, e ha dato vita ad un abito di
confronto tra Lavoratori e Lavoratrici Combattivi, che ha, tra le varie
attività, dato vita all’importante sciopero generale e intercategoriale
del 29 Gennaio, un momento importante, atteso da tempo, che ha visto
impegnati lavoratori e lavoratrici combattivi di diversa collocazione
settoriale in cui è divisa la forza lavoro occupata e disoccupata
indipendentemente dall’appartenenza o affiliazione politica e sindacale.
Abbiamo fatto tanto, la partita non è chiusa e siamo intenzionati a
giocarla fino in fondo, soprattutto nella nuova fase aperta dal governo
Draghi.
CREDIAMO CHE IL DIBATTITO E LA
DISCUSSIONE SIANO ELEMENTO CENTRALE DELLA CRESCITA SOGGETTIVA DI TUTTO
IL MOVIMENTO, CONFIDIAMO CHE GLI SFORZI, NEI QUALI SIAMO STATI COSÌ
DURAMENTE IMPEGNATI COME PATTO D’AZIONE NEGLI ULTIMI MESI PER DARE IL
PIÙ AMPIO RESPIRO POSSIBILE A TUTTI I PROCESSI DI LOTTA NEL NOSTRO
PAESE, POSSANO ESSERE NUOVO STIMOLO PER UNA DISCUSSIONE APERTA SULLE
PROSPETTIVE DI LOTTA E PER UN AVANZAMENTO DEL NOSTRO CAMPO NEL MOMENTO
IN CUI LE CONDIZIONI E LE NECESSITÀ DEI LAVORATORI NON RENDONO PIÙ
RIMANDABILE TUTTO QUESTO.
PATTO D’AZIONE ANTICAPITALISTA
PER UN FRONTE UNICO DI CLASSE
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