domenica 21 febbraio 2021

pc 21 febbraio - una piattaforma generale della lotta dei migranti - ora passiamo all'azione con una giornata di lotta nazionale!

la recente assemblea telematica nazionale dei migranti, tenutasi nell'ambito delle iniziative del Patto d'azione anticapitalista ha approvato una piattaforma.. ora si tratta di portarla avanti con una giornata di lotta per renderla carne viva dello scontro di classe contro il nuovo governo, che avendo al suo interno la Lega del razzista Salvini non potrà che peggiorare la situazione e la politica migratoria dello stato e governo imperialista italiano

1. Regolarizzazione di chi è sprovvisto di permesso di soggiorno valido, indipendente
da un’assunzione lavorativa. La sanatoria del 2020 si è ottenuta grazie alle lotte degli
ultimi anni dei lavoratori delle campagne, ma la sua efficacia è risultata quasi nulla
soprattutto per questa categoria. Inoltre, nonostante le promesse del precedente
governo, in autunno non vi è stata nessuna ulteriore e più generalizzata sanatoria.
2. Velocizzazione delle pratiche di rinnovo da parte delle questure, che attualmente
subiscono ritardi ancora maggiori che in precedenza, attribuiti con troppa facilità
all’emergenza pandemica - motivo per cui molti permessi restano bloccati anche per
più di un anno e vengono quindi consegnati spesso già scaduti. Questa è stata la
principale rivendicazione del presidio di Bologna in occasione dello sciopero del 29
gennaio.
3. Fine degli abusi e delle difformità di interpretazione della legge da parte delle
questure, che arbitrariamente impongono requisiti non previsti per il rilascio e il
rinnovo dei permessi di soggiorno (ad esempio l’iscrizione anagrafica o i contributi
del datore di lavoro).
4. Eliminazione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro
attualmente in vigore per i permessi legati appunto ai motivi di lavoro subordinato.
Legata a questo è la battaglia per il riconoscimento di un permesso di soggiorno
unico europeo che garantisca anche ai cittadini non comunitari la libera circolazione
all’interno dello spazio UE/Schengen e la possibilità di lavorare regolarmente in
qualunque paese che vi appartiene.


5. Estensione della durata e abolizione dei costi dei permessi di soggiorno. In molti
settori lavorativi i contratti sono tendenzialmente molto brevi, di conseguenza la
durata dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro è esigua, anche inferiore ad un
anno. I costi di questi rinnovi, inoltre, sono estremamente alti, specialmente per i
permessi legati ai motivi di lavoro.
6. Accesso alla cittadinanza per chi è nata/o in Italia da genitori stranieri, senza
condizionalità.
7. Cambio di competenza istituzionale per le pratiche legate ai permessi di
soggiorno. La gestione dell'intero apparato burocratico legato all’immigrazione è
affidata al Ministero dell’Interno e quindi alle questure, con una evidente impronta
securitaria e di criminalizzazione. In Italia, il movimento antirazzista fin dai suoi
albori rivendica invece l’affidamento di queste pratiche ai Comuni.
8. Abolizione di tutti i decreti sicurezza (2009, 2017, 2018) in quanto sostanzialmente
strumenti repressivi, soprattutto per gli immigrati (una condanna penale può
comportare la revoca del permesso di soggiorno o della cittadinanza) ma in generale
per chi lotta o viene considerato fonte di ‘degrado’.
9. Abolizione della detenzione amministrativa, dei respingimenti alle frontiere e del
rimpatrio forzato, e apertura di canali regolari e sicuri di ingresso nell’UE.
10. Abolizione di qualsiasi discriminazione nell’accesso alla casa e ai sistemi di welfare
sulla base della cittadinanza.
PROPOSTE DI MOBILITAZIONE E PROSSIMI APPUNTAMENTI
Dall’assemblea è emersa la proposta di una mobilitazione nazionale dedicata alla questione
dei documenti. Se alcuni interventi hanno lanciato come data il 1° maggio, altri hanno
posto l’accento sull’organizzazione di una mobilitazione specifica, proponendo una
giornata di lotta nazionale, comprensiva di iniziative rivolte ai Palazzi Istituzionali
(Prefettura, Comune). Si è sottolineato come in base alle precedenti esperienze di lotte
dei lavoratori immigrati in Italia, oltre alla necessità di un percorso nazionale, in questi
anni si è ribadita più volte la necessità di pensare a delle forme di lotta incisive a livello
economico, e quindi principalmente agli scioperi.

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