venerdì 26 febbraio 2021

pc 26 febbraio - Il governo Draghi è un governicchio che torna a imbarcare il fascio razzista Salvini e i suoi cavalli di troia nel governo

Pucciarelli, la neo sottosegretaria leghista alla Difesa, dal burqa in aula alle battaglie contro i campi Rom

Nel 2018 è stata nominata presidentessa della Commissione Diritti umani del Senato.
“Alle critiche io rispondo con i fatti” aveva detto, nel 2018, quando fu eletta, circondata dall’imbarazzo di parte del mondo politico, presidentessa della Commissione Diritti Umani del Senato. Tra i fatti, c’erano un corso di autodifesa che aveva offerto alle donne spezzine, come lei, in Liguria, la strenua difesa della “famiglia naturale e tradizionale”, festeggiare sui social le ruspe che sgomberavano un campo Rom, o denunciare un suo viaggio in treno, verso Torino, in cui si è ritrovata “in un vagone di stranieri tutti di colore senza biglietto”, oltre a mettere un like a un post in cui si invocavano i forni per i migranti, ma da cui poi ha preso le distanze, per cui ha ricevuto una denuncia, finita con l’archiviazione.
Stefania Pucciarelli, classe ’67, appena nominata sottosegretaria alla Difesa, ha fatto una carriera politica velocissima: leghista fedelissima, ha cominciato a militare nel Carroccio nel 1993, a Santo Stefano Magra, dove è stata eletta consigliera comunale nel 2011. Due anni più tardi diventa segretaria provinciale della Lega alla Spezia e assume l’incarico di Responsanbile regionale per i rapporti con gli enti locali. A maggio 2015 entra in consiglio regionale, eletta nella circoscrizione della Spezia, con 1369 preferenze. Ha sempre avuto una febbrile attività social, in cui rilanciava le battaglie che combatteva in aula: dal giubilo per le ruspe che procedevano allo sgombero del campo Rom di via Gragnola, a Castelnuovo Magra, rivendicando che quella era stata da sempre “una battaglia della Lega” alle giaculatorie contro “i centri sociali con i punk bestia”.
In consiglio regionale in Liguria, altissima, sedeva sul banco più alto, nel settore leghista, in maggioranza, indossando sempre qualcosa di verde. E ingaggiava sistematicamente scontri politici piuttosto accesi con l’allora capogruppo Pd in Regione, Raffaella Paita, sui banchi opposti, ora parlamentare di Italia Viva e presidente della Commissione trasporti alla Camera. La Pucciarelli riuscì a farsi cacciare dall’aula dal suo stesso compagno di partito, Francesco Bruzzone, allora presidente del consiglio regionale, perchè l’8 marzo del 2016 si presentò al suo banco indossando un burqa. “Spesso le donne musulmane sono vittima di violenza da parte dei mariti. Ho messo in atto questa iniziativa per dare loro voce”, aveva dichiarato prima di abbandonare l’aula.
Fu al centro della bufera politica quando mise un “like” a un post non suo che suggeriva di dare forni, invece di case popolari, ai migranti: “Avevo messo like in un commento di una persona che conosco, una persona che come me era volontario in Croce Rossa, per cui ci siamo sempre prodigati per aiutare il prossimo indipendentemente dal’etnia o dal colore della pelle”, aveva chiarito e la denuncia a suo carico finì archiviata.
Fece una campagna forsennata contro un progetto di integrazione sportiva “Un pugno al razzismo”, organizzato in un centro di accoglienza e rivolto a 33 giovani migranti, a Santo Stefano Magra: “Dopo i giovani africani invitati dal parroco di Vicofaro a sollazzarsi in piscina, mentre tanti italiani in difficoltà non arrivano a fine mese, ora in Italia c’è chi insegna ai migranti a tirare meglio i pugni”, s’incendiava. E come risposta organizzò, a sue spese, il “Fight club”, un corso di boxe per le donne spezzine. “Una bella serata tra donne per imparare a difendersi e sentirsi più sicure – aveva detto alla presentazione del corso – senza dimenticare che in primo luogo deve essere lo Stato, attraverso politiche di pubblica sicurezza efficaci e garantendo la certezza della pena, a tutelare le donne”.
Quando il consiglio regionale della Liguria approvò la nuova legge per regolare l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, proposta dalla Lega, favorendo gli italiani, Pucciarelli dettò: “Siccome gli alloggi di edilizia residenziale pubblica disponibili sono pochi, secondo l’opposizione in Regione non dovrebbero essere assegnati prioritariamente a malati, portatori di handicap, anziani ultra65enni, genitori separati, giovani coppie, persone sole con minori e forze dell’ordine, ma agli immigrati o a chi ha commesso dei reati gravi. Noi, invece, abbiamo dimostrato coi fatti che prima devono venire gli italiani in difficoltà e le persone oneste”.
E non aveva mancato di prendere posizione quando l’allora sindaco di Sarzana, Alessio Cavarra, nel 2018, aveva consentito all’anagrafe di registrare un bimbo, figlio di due papà: “Cavarra ha perso l’ultimo briciolo di credibilità che gli rimaneva. Infatti pur di accreditarsi presso quell’elettorato di sinistra radicale che ancora lo vota ha accettato la negazione della famiglia naturale e dei valori cristiani. Un bambino ha bisogno di un padre e di una madre, non di due padri o due madri che per egoismo personale rivendicano una forma di genitorialità negata dalla natura”.        

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