10 anni bastano! Questo dovrebbero
gridare gli operai. 10 anni di cassa integrazione e 10 anni di progetti, tutti
andati in fumo (ultimo quello della Blutec), come fumo sono le eterne promesse fatte
dai politicanti che hanno fatto le loro passerelle da Renzi a Di Maio, e dai
sindacati confederali, che ogni volta vedono con “ottimismo” i progetti, ma poi
secondo un rito che si ripete appunto da 10 anni, per parlare solo di Termini
Imerese, insistono, comunque solo a parole, sulla cassa integrazione. Questo,
sì, basta ai confederali, che continuano a campare sulle poltrone, pagate dagli
operai, da questi sindacalisti di Cgil, Cisl Uil innanzi tutto.
In questi ultimi mesi diversi quotidiani locali, ma anche il Sole 24 Ore, si sono occupati di tanto in tanto dell’argomento, forse anche loro, Confindustria e industriali vari, sperando in un vero rilancio dello
stabilimento ex Fiat, ma anche di tutta l’“area industriale” di Termini, compreso il progetto per l’Interporto (80 milioni di soldi pubblici già stanziati) che aspetta di essere completato da anni.L’articolo del Giornale di
Sicilia del 25 novembre, è l’ultimo in ordine di tempo, e titola così:
“Termini, ossigeno per gli ex Fiat, Prorogata la cassa integrazione”,
l’ossigeno si riferisce appunto al fatto che almeno, in mancanza di lavoro,
questi operai ricevono la cassa integrazione. Ma oggettivamente si tratta
piuttosto di asfissia: tutti sanno che alla lunga non si può vivere di cassa
integrazione, perché riduce il salario. Senza contare lo svilimento degli
operai e della loro funzione sociale.
I progetti presentati in questa
ultima tornata, riguardano la cosiddetta “produzione green” e l’alta
tecnologia, come riferisce infatti l’assessore al Lavoro della Regione
Siciliana, Scavone, che ha partecipato come parte pubblica (quella che oltre a
farsi fregare 16 milioni dall’imprenditore Ginatta, dovrà metterne altri 150)
alla riunione telematica: «Nell'incontro - ha detto l'assessore regionale al
Lavoro, Antonio Scavone - i commissari straordinari della Blutec hanno ribadito
che è stata individuata una soluzione per la riconversione dell'intero sito
industriale di Termini Imerese in un sito a vocazione green e ad alta
innovazione tecnologica, un progetto innovativo che mira alla produzione di
batterie al litio, di materiale hi-tech, nonché di produzione elettrica da
fonti rinnovabili e ricerca scientifica applicata. Questo ci permette di
guardare in chiave ottimistica al futuro di Termini Imerese.”
Naturalmente l’assessore Scavone
non è credibile nemmeno se giurasse e spergiurasse su qualsiasi cosa, basti
pensare che è lo stesso che ha messo in campo il piano per il licenziamento di
massa di 2400 assistenti igienico personale! per cui il suo “ottimismo” è di circostanza, è al
massimo lo può condividere con quello dei sindacalisti! Questo perché anche se
venissero accolti e messi in pratica, questi progetti, oltre che a richiedere
ancora tanto tempo, proprio per il tipo di progetti che dovrebbero riguardare
l’ambiente, ora si dice “green” (che tra l’altro è il colore dei dollari) che
richiedono più ingegneri che operai, non potrebbero assorbire certo i circa 700
operai ex Fiat, senza contare quelli dell’indotto, che avrebbero come minimo
necessità di corsi di riqualificazione…
Come si sa la ex Fiat degli
Agnelli, ora FCA, ha annunciato il progetto, anche se in netto ritardo rispetto
a tutte le altre fabbriche automobilistiche, per la produzione delle auto
elettriche: lo stabilimento di Termini Imerese è praticamente pronto…
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