Ieri 25 novembre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministero dello Sviluppo Economico, la Banca d’Italia, l’Associazione Bancaria Italiana, il Mediocredito Centrale e la Sace Simest-Gruppo CdP (praticamente lo Stato!), tutti insieme hanno emesso un comunicato congiunto con il quale fanno il punto sul “Credito e liquidità per famiglie e imprese”.
Per quanto riguarda le famiglie, tra
le quali, spiegano in una nota, hanno incluso “anche alcune imprese … come ad
esempio le imprese artigiane”, il conto è presto fatto: 96 miliardi. “Le
banche hanno ricevuto circa 220 mila domande di sospensione delle rate del
mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo
medio pari a circa 94 mila euro.”
Questa “sospensione delle rate
del mutuo sulla prima casa” dovrà essere pagata naturalmente non appena finisce
l’emergenza con tutte le conseguenze per tutte quelle “famiglie” che non ci
riusciranno soprattutto perché avranno perso il lavoro.
Andiamo ai padroni grandi medi e piccoli e ai prestiti “garantiti”, praticamente a fondo perduto, perché se questi padroni non riescono a pagare, garantisce, e paga, lo Stato, e cioè miliardi che si scaricano ancora una volta sul “pubblico”, sulle masse popolari.
Sono arrivate più di 1.400mila richieste
dalle aziende al Fondo di Garanzia per le PMI (Piccole Medie Imprese) “per un importo di finanziamenti di quasi 115
miliardi. La percentuale di prestiti erogati è in ulteriore crescita
rispetto alla fine della settimana precedente.”
E,
si vantano le banche, “In particolare, al 13 novembre è stato erogato oltre
il 92% delle domande per prestiti interamente garantiti dal Fondo.” Queste
sono le rilevazioni settimanali della Banca d’Italia.
Le altre banche fanno le loro
rilevazioni: grazie ai decreti “Cura Italia” e “Liquidità”, “Il Ministero dello
Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono
complessivamente 1.314.125 le richieste di garanzie pervenute al Fondo
di Garanzia nel periodo dal 17 marzo al 24 novembre 2020 per richiedere le garanzie
ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti,
per un importo complessivo di oltre 107,8 miliardi di euro.”
Ma di queste domande “oltre 996.513
sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro, con percentuale di copertura
al 100%, per un importo finanziato di circa 19,5 miliardi di euro”, che
sono certo soldi gratis che foraggiano una buona dose di piccola borghesia.
Quanto a questa, ci ricorda Engels: “Quanto ai piccoli borghesi, artigiani e
mercati, essi resteranno sempre gli stessi. Sperano di arrampicarsi nell’alta
borghesia, temono di precipitare nel proletariato. Tra la speranza e il timore
durante la lotta si accoderanno al vincitore. È la loro natura.” (Prefazione
alla Guerra dei contadini).
Ma, queste cifre rappresentano pur
sempre “bruscolini” in confronto a ciò che ricevono le grandi aziende, quelle,
cioè, “di grandi dimensioni, con oltre 5000 dipendenti in Italia o con
un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro.” Solo grazie “alle
prime quattro operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria
prevista dal Decreto Liquidità” ricevono graziosamente “7,8 miliardi di euro”
ma così “Salgono a circa 17,2 miliardi di euro, per un totale di 981
operazioni, i volumi complessivi dei prestiti garantiti nell'ambito di
"Garanzia Italia", lo strumento di SACE per sostenere le imprese
italiane colpite dall'emergenza Covid-19.”
E infine, grazie alla “procedura
semplificata” (alle aziende, è chiaro, bisogna “semplificare” le procedure!) “Crescono
inoltre a circa 9,4 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti
garantiti in procedura semplificata, a fronte di 977 richieste di
Garanzia gestite ed emesse tutte entro 48 ore dalla ricezione.”
Questi freddi calcoli ed elenchi
aiutano a comprendere meglio la differenza tra fondi che l’attuale governo (ma è
pratica di tutti i governi borghesi!) destina al Capitale nelle sue varie
versioni, “imprese grandi medie e piccole” e i soldi dati alle “masse popolari”.
E nonostante questo i padroni, da Bonomi
a tutto il resto, fanno fracasso e gridano allo scandalo sui soldi dati “a
pioggia”, definizione di cui hanno orrore quando la pioggia non è per loro…
ma allora diventano “contributi allo sviluppo del Paese” perseguito insieme
alle “forze sane del Paese” e sempre in allegra compagnia con le “parti sociali
del Paese” che sono sempre Cgil Cisl e Uil …
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