lunedì 16 novembre 2020

pc 16 novembre - Intervenire e tutelare la condizione dei detenuti - Covid, carceri sovraffollate e contagi: "Rischiamo il collasso..." - nuovo suicidio ad Ivrea

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il carcere assassino uccide ancora ad Ivrea

Nel carcere di Ivrea si allunga la lista dei suicidi. Come già nel 2018 e nel novembre 2019 anche nel 2020 un detenuto si è tolto la vita, questa volta impiccandosi nel bagno della cella. Arrivato da Asti con denunce di maltrattamento della moglie, l’uomo, di nazionalità rumena di 39 anni, da tre giorni era stato posto in isolamento, 14 giorni, come da regolamento per prevenzione Covid. Lunedì 9 novembre è stato però trovato morto dagli agenti di Polizia penitenziaria.
Le norme di quarantena preventiva applicate in una struttura come quella carceraria si sommano evidentemente con l’isolamento già vissuto normalmente dai detenuti, cui in questo periodo sono negati anche visite parentali, colloqui e attività sportive. In questo senso si può enumerare anche questa tra le vittime del Covid, visto che anche per una denuncia di maltrattamento un detenuto viene posto in un isolamento rigido come un capo mafioso, senza contromisure che ne mitighino l’effetto di solitudine.
Esiste un “protocollo anti-suicidiario” ma evidentemente non è misura sufficiente, in specie nella attuale situazione di sovrapposizione con l’emergenza sanitaria Covid.
L’elenco dei detenuti suicitatisi in cella arriva così in Italia nel 2020 a 51 persone, 5 dei quali in Piemonte, 2 italiani e 3 stranieri, su un totale di 130 morti in totale nelle carceri. Cioè quasi la metà delle morti sono volontarie e la percentuale non varia molto negli anni precedenti. A Ivrea purtroppo ogni anno, con tragica ripetitività, la lista si allunga e la percentuale è ben maggiore rispetto alle altre carceri piemontesi.
Nella Casa circondariale di Ivrea, struttura giudicata tra le più carenti sia dai detenuti che dal personale, sono state sospese, per “prevenzione Covid” dai primi di marzo scorso, le attività scolastiche, di volontariato, i colloqui in presenza, l’uso del campo sportivo interno, senza che venisse attivata qualunque attività alternativa in modalità online. In verità il campo sportivo è stato dotato di moderne attrezzature ginniche ma la soddisfazione dei detenuti è durata solo un giorno, visto che poi sono state subito accantonate e mai utilizzate.
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