sabato 21 novembre 2020

pc 21 novembre - In Libia l'ENI e l'Italia imperialista arretrano e cresce l'influenza della Francia

La Total aumenta gli investimenti per la produzione di petrolio nel Fezzan


Intanto è fallito l'ennesimo tentativo di accordo tra le diverse fazioni libiche e imperialiste per la spartizione dei profitti del petrolio. 

Al vertice a Tunisi, messo in piedi da ONU/USA, sfuma l’accordo sul nuovo governo e la situazione sul terreno rimane cristallizzata con la divisione del paese, in sostanza, in 3 parti: il Governo di accordo nazionale sostenuto dai Fratelli musulmani (Turchia e Qatar) controlla la Tripolitania; l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar (spalleggiato da Russia ed Emirati Arabi Uniti) comanda la Cirenaica. Il Fezzan, con le sue labili alleanze fra tribù del deserto e i suoi confini porosi, rimane terra di conquista sotto forte influenza francese. 

Libia, 19 nov 15:23 - (Agenzia Nova) - L’annuncio della Libyan National Oil Corporation (Noc) di espandere gli investimenti della compagnia francese Total di Libia e le non meglio precisate “intese di sicurezza” raggiunte a Parigi da esponenti del governo di Tripoli hanno suscitato scalpore in Libia. L’azienda petrolifera statale libica ha spiegato di aver discusso con Total degli sforzi per “aumentare la capacità di produzione e aumentare i tassi di produzione ai massimi livelli”. L’output del Paese nordafricano è effettivamente tornato a circa 1,25 milioni di barili al giorno, riferisce la Noc, quasi la stessa quantità che la Libia produceva prima che precipitasse nel caos politico e nella guerra civile quasi un decennio fa. La rapida ripresa dei flussi petroliferi libici - la produzione era inferiore a 100.000 barili al giorno all'inizio di settembre - ha sorpreso gli esperti, superato le previsioni degli analisti e attirato l’interesse delle major. In questo contesto, Noc riferisce che la società francese “ha espresso il desiderio di Total di espandere la propria base di investimenti in Libia", si legge nella nota. 

E’ utile ricordare al riguardo che proprio ieri, il ministro dell'Interno del Governo di accordo nazionale libico (Gna), Fathi Bashagha, ha firmato in Francia un memorandum d'intesa per rafforzare la cooperazione tra il suo dicastro e una società di sicurezza. L’accordo include la cooperazione tra le due parti nel campo dello sviluppo di sistemi biometrici i requisiti elettorali e "altri scopi di sicurezza", secondo una dichiarazione del ministero dell'Interno. Questo passaggio, si legge in un comunicato, mira ad aiutare a sviluppare sistemi biometrici in Libia per verificare l'identità in modo sicuro e intelligente, "secondo i più alti standard internazionali". Fonti vicine a Bashagha avevano detto che il ministro si era recato in Francia per discutere degli sforzi di soluzione politica in Libia e per chiedere il sostegno di Parigi alla sua candidatura a primo ministro del prossimo governo di unità nazionale in Libia. Sia come sia Ahmed Sewehli, figlio dell’ex presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Abdulrahman Sewehli, ritiene scandaloso stringere accordo con la Francia, un Paese che “ha aiutato un signore della guerra (il generale Khalifa Gaftar) a uccidere migliaia di persone e distruggere le città, garantendo armi, supporto logistico e diplomatico”.

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