lunedì 16 novembre 2020

pc 16 novembre - Elezioni americane - Biden ha vinto, ma la lotta contro il fascio/imperialismo a guida Trump è ben lungi dall'essere conclusa

Stralci dall'editoriale di 'proletari comunisti' novembre 2020.

Il numero si può scaricare e/o richiedere on line pcro.red@gmail.com

Scrivevamo: "...Il risultato finale delle elezioni americane non è ancora arrivato ed è possibile che passi attraverso un'accanita contesa legale e istituzionale. 
Sappiamo che l'imperialismo americano, superpotenza egemone e nemico n. 1 dei proletari e dei popoli del mondo continuerà a muoversi per difendere e ampliare questa sua funzione indipendentemente dal presidente che alla fine sarà eletto. Quindi su questo non ci sono indicazioni nuove. 

I proletari e i popoli oppressi di tutto il mondo devono intensificare, sviluppare, elevare la loro lotta all'interno dei paesi imperialisti e quella nel mondo attraverso la lotta rivoluzionaria antimperialista e le guerre popolari.

Con Trump l'imperialismo Usa ha intrapreso in forma diretta, esplicita, ostentata la marcia per un moderno fascismo all'interno e una marcia di stampo nazista nel mondo, che ne fa il principale fattore della tendenza ad una nuova guerra mondiale imperialista per la ripartizione del mondo.
 
E', quindi, importante per i proletari e le masse popolari negli Usa e nel mondo fermare la marcia di Trump.
E' questo che vogliono tutte le lotte in corso negli Usa, dal gigantesco movimento di rivolta antirazzista, innescato dagli omicidi seriali della polizia, dalla vasta e combattiva battaglia antifascista che combatte nelle strade i suprematisti bianchi e tutte le forme della reazione americana, al movimento delle donne che sa bene che il diritto d'aborto e tutti i diritti delle donne sono divenuti a rischio come mai prima d'ora negli Usa di Trump; alle masse povere degli Usa che sanno bene che Trump è l'ostentato presidente dei ricchi, dei parassiti; infine aalle grandi masse che in America soffrono come primo paese al mondo la drammatica epidemia-covid che il negazionista Trump ha trasformato in una strage senza fine, la sconfitta di Trump sarebbe una vittoria di queste lotte.
Chi non comprende questo non fa parte del campo delle grandi masse in lotta anzi le disprezza e ciò vale anche per quelle forze nel nostro campo che si definiscono comuniste o addirittura ' marxiste-leniniste-maoiste'.

Le elezioni dimostrano altre due cose e: uno, che Trump e il suo blocco sociale reazionario costituiscono circa la metà della popolazione Usa e che questo blocco reazionario non se ne andrà per via elettorale; altra cosa che si dimostra è che Biden non è in grado, anche se divenisse presidente di fermare questa marcia reazionaria perchè essa è strettamente legata alla messa in discussione degli interessi economici, politici e militari del sistema America che Biden comunque rappresenta.
Questo vuol dire che solo la lotta rivoluzionaria dei proletari e delle masse popolari americane può cambiare le cose. 
In questa lotta la classe operaia appare divisa con una parte di essa che è con Trump, perchè corporativa e socialimperialista e l'altra parte lotta ma non è ancora organizzata in un sindacato di classe, in un partito della classe e non è in grado ancora di unirsi e ancor meno guidare il movimento di lotta contro Trump e i padroni americani. E questo “nodo storico” ha bisogno di essere risolto per vincere.
Infine, alla potenza mondiale imperiale degli Usa i colpi più duri e profondi sono da sempre assestati, in particolare dal Vietnam in poi, dalle lotte di liberazione nazionale e sociale dei proletari, dei popoli e nazioni oppresse dall'imperialismo. Sostenere queste lotte, sostenere le guerre popolari nel mondo è parte integrante di questa storica e grandiosa battaglia.

proletari comunisti/PCm Italia
novembre 2020

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