martedì 17 novembre 2020

pc 17 novembre - Torino/Piemonte padroni e operai non sono sulla stessa barca - Confindustria e Sindacati Confederali invece si! - La parola tocca alla lotta classista e combattiva dei lavoratori

- applicazione responsabile del protocollo della sicurezza 
- coesione sociale contro infiltrazione di violenti 
- sostegno alle filiere produttive ecc

Ma mi faccia il piacere... Padroni e collaborazionismo sindacale sono due nemici dei lavoratori 
- estendiamo la protesta anche sotto le sede sindacali

comunicato congiunto
Confindustria Piemonte e CGIL, CISL, UIL Piemonte 

...condividendo la grande preoccupazione dei rispettivi associati e iscritti per l’emergenza sanitaria e per le conseguenze di ordine economico e sociale nella nostra regione, vogliono lanciare un messaggio volto a favorire la valorizzazione e collaborazione tra le associazioni di rappresentanza. «Lavoratori e aziende sono un imprescindibile elemento di tenuta economica e sociale, soprattutto in questo periodo di grande difficoltà. Bisogna pensare al bene comune della tutela della salute e del lavoro, perché senza salute e lavoro rischiano di crollare le fondamenta della nostra società. L’emergenza Covid-19 ha aggravato la crisi economica e le difficoltà già presenti in Piemonte, alimentando ulteriori incognite per il futuro. Partendo dal rafforzamento indispensabile del Servizio Sanitario Regionale, con la realizzazione di una rete efficace di servizi territoriali, è necessario supportare il tessuto industriale del nostro territorio attraverso progetti in grado di utilizzare le ingenti risorse che, come Paese e Regione, saranno messe a disposizione per interventi volti a impedire il tracollo economico, occupazionale e sociale. Bisogna formare e riqualificare i lavoratori, per aggiungere nuove competenze e fornire prospettive occupazionali, rendendo più competitive le imprese e il territorio, anche attraverso la valorizzazione delle eccellenze del Piemonte, con l’obiettivo di incentivare la permanenza degli attuali insediamenti e, auspicabilmente, di attrarre nuovi investimenti. È, perciò, prioritario preservare e rilanciare il tessuto produttivo e industriale, agendo su alcuni temi prioritari: ​la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, con l’applicazione responsabile dei criteri individuati nel protocollo di aprile, sottoscritto tra le parti sindacali e datoriali. L’esperienza applicativa e i progressi scientifici maturati consentono aggiornamenti del protocollo. In tale ambito si ritiene utile condividere tra le parti, a livello aziendale e/o territoriale, percorsi operativi a supporto del rapido tracciamento dei positivi per dare sicurezza alle persone e garantire la continuità produttiva. Il rispetto rigoroso dei provvedimenti di salute pubblica e la loro puntuale applicazione devono dimostrare che le fabbriche sono luoghi sicuri, diventando un ulteriore fattore di tenuta economica; la coesione sociale, per evitare il rischio di strumentalizzazioni e potenziali infiltrazioni di violenti pronti ad approfittare delle difficoltà economiche delle categorie più colpite. A tal fine occorre dare continuità agli strumenti di tutela dell’occupazione e di sostegno alle imprese per tutta la durata dell’emergenza; il sostegno delle filiere produttive, per evitare di trovarci, dopo la pandemia, senza un importante tessuto industriale su cui far leva per ripartire; a tal fine occorre impostare un piano di politica industriale per favorire la nascita di nuove imprese e la crescita dell’Industria Piemontese; l’immediato utilizzo di tutti i finanziamenti già stanziati per gli investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali nella nostra Regione; la predisposizione di progetti efficaci e realizzabili per l’utilizzo dei Fondi Europei, non appena disponibili. A fronte di queste considerazioni, ci rivolgiamo alle Istituzioni nazionali e territoriali, in particolare alla Regione Piemonte, affinché sia valorizzato il ruolo di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori e siano attivate subito le iniziative necessarie per mitigare gli effetti della crisi in atto, attraverso un confronto permanente e strutturato,’ proiettato sul futuro. Alle misure assunte per limitare gli effetti della crisi devono necessariamente seguirne altre, per fare in modo che, a pandemia finita, possa iniziare una stagione di sviluppo e crescita, che si traduca nel recupero della competitività, in nuovi posti di lavoro e in un benessere sociale diffuso».

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