venerdì 17 aprile 2020

pc 17 aprile - Speciale Proletari Comunisti - 11 - IN QUESTA LUNGA EMERGENZA LA RESPONSABILITA' DI NOI COMUNISTI

I comunisti devono "approfittare" di questo periodo per impegnarsi di più e meglio, per attrezzarsi; fare cose che normalmente non si riesce a fare: scrivere, fare inchiesta, studiare in maniera quotidiana e disciplinata; mentre continuano a stare in contatto con proletari e compagni, e fare nelle forme diverse il lavoro di massa tra lavoratori e masse popolari, a sostenere le loro lotte.
Noi comunisti dobbiamo lavorare come sempre, pur nelle condizioni date. Non è sospesa la attività sindacale, la denuncia e propaganda politica, l’uso degli strumenti per fare questo lavoro. Il disorientamento tra le masse, portato dall'azione scellerata e criminale della borghesia e dei mass media, come da personaggi che si spacciano da esperti, è grande e soffocante; ma questo deve e può essere contrastato da una costante azione di chiarezza, orientamento, che però richiede un approfondimento, comprensione più scientifica da parte dei comunisti e delle avanguardie proletarie, usando prima di tutto la nostra scienza di parte, il marxismo-leninismo-maoismo che ci da le chiavi per capire anche il perchè del coronavirus.

Se padroni e governo, nonostante continuino contagi e morti, per difendere i profitti vorranno aprire tutte le fabbriche, con la piena collaborazione/cogestione dei sindacati confederali, questa deve essere una “pietra che gli deve ricadere sui piedi”. Queste fabbriche, posti di lavoro vedranno i comunisti lì,
pronti a sostenere ogni protesta, a dare la parola giusta al momento giusto, ad elevare la coscienza e l'organizzazione della classe sulla necessità, ora più che mai, di rovesciare questo sistema capitalista “pandemico” che porta solo sfruttamento, distruzione della natura e morte.
Se i comunisti faranno questo ci troveremo all'uscita da questo “tunnel” più forti e più “armati”.

Alla fine dell'emergenza i proletari e le masse popolari, quelle più povere e oppresse dal sistema del capitale, e dal suo Stato e governo, si dovranno scontrare con una delle più grandi crisi a livello mondiale come a livello del nostro paese. Questo potrà alimentare una rivolta popolare. E i comunisti devono prepararsi a questo.
La situazione e l'azione della borghesia sta dando un'occasione per praticare il “lavoro in ogni condizione” che è un principio base dei comunisti. Utilizzare, quindi, questa emergenza per attrezzarci, per fare fino in fondo la nostra esperienza su come continuare ed elevare il lavoro da comunisti anche in condizioni in cui è difficile incontrarsi, muoversi, ecc.

Ora non conta il numero, questa realtà di emergenza porta a moltiplicare per 10/100 l'efficacia del lavoro anche di singoli compagni e compagne se sono e si sentono comunque parte di un collettivo, di un'organizzazione. I fatti stanno dimostrando che se si lavora ogni giorno, se siamo in grado di intervenire tra le masse, pur nelle condizioni date, anche una piccola forza organizzata può fare tanto.

La situazione tra le masse andrà rapidamente migliorando: gli scioperi, le fermate nelle fabbriche inevitabilmente riprenderanno perchè gli operai non vogliono morire per il profitto dei padroni, come la resistenza di tanti settori dei lavoratori, dei precari che si troveranno senza o con poco salario e/o senza lavoro; le denunce sempre più forti, dettagliate e generalizzate dei lavoratori della sanità non possono essere solo materia,spesso distorta, di Tv e giornali; le proteste delle masse più povere che non possono certo essere messe a tacere con le miserabili elemosine dei “buoni spesa” riprenderanno; le rivolte dei detenuti, le proteste dei familiari, le rivolte dei migranti ci sono e aumentano; come inevitabilmente scoppierà la condizione delle donne di “chiuseincasa”, più sfruttate, più incatenate, più a rischio morte (ma non certo per il coronavirus); e i giovani, per quanto tempo la borghesia pensa di tenerli incollati ai computer, smart, ecc.?

Sulle situazioni più tragiche non possiamo aspettare, questo vale soprattutto nelle realtà più emblematiche di stragi annunciate, come la Lombardia, in cui i comunisti non possono essere da meno dei democratici; dalla Regione Lombardia, ai dirigenti delle RSA, ai padroni di Bergamo, Brescia, devono pagare, dobbiamo presentargli il conto, per le migliaia di anziani ammazzati, con scienza e coscienza .
Dobbiamo sostenere ogni denuncia, protesta. Orientare la lotta contro l'attuale governo, come ogni governo dei padroni.
Dobbiamo contrastare il fascio-populismo alla Salvini/Meloni, per impedire che questi peschino nel torbido, per riproporre soluzioni autoritarie peggiori del male.

Nello stesso tempo i comunisti sostengono e sviluppano la solidarietà tra le masse.
Non certo per togliere le castagne dal fuoco ad un governo, ad Istituzioni, a sindacati confederali che non fanno neanche il minimo indispensabile per alleviare i problemi delle masse, ma per unire le masse, organizzarle, mostrare che solo una società che rende protagoniste le masse, le loro organizzazioni, i volontari, i giovani, può trovare le soluzioni più opportune: e questa società si chiama “società socialista”.

I responsabili di questa assurda situazione di emergenza, che ora girano anche come mosche in un bicchiere d'acqua perchè non sanno come uscirne; coloro che per la salvaguardia dei loro miseri e criminali interessi economici, di potere, non esitano a mettersi anche l'uno contro l'altro, usano pure il coronavirus per attrezzarsi meglio alla propria guerra di classe, unico terreno in cui sono uniti. 
I lavoratori possono lavorare fianco e fianco per il profitto del capitale ma se una 30ina di compagni va ad un funerale di un compagno, mantenendo le distanze e con tutte le misure di sicurezza, vengono attaccati con cannoni ad acqua, manganelli, fermati, mentre neanche una incriminazione finora vi è stata sugli assassini della Regione Lombardia. La Min. degli Interni, Lamorgese, intanto già ha mandato direttive ai prefetti, in cui mettendo sullo stesso piano criminalità mafiosa e “estremisti” di lotte sociali, indica chi deve essere effettivamente represso: tutti coloro che lottano contro gli effetti devastanti di questo sistema di sfruttamento e oppressione. Per non parlare di cosa si stanno inventando per tenerci tutti sotto costante controllo, misure che serviranno poco e niente per evitare ancora contagi e morti, ma che saranno molto utili per intercettare e cercare di reprimere preventivamente ogni voce dissidente, ogni protesta. 

Ma tutto questo mostra anche che la borghesia ha paura, teme gli scioperi, teme le rivolte inevitabili, teme l'azione delle avanguardie e organizzazioni rivoluzionarie.
Non dobbiamo certo deluderli!
Ma perchè non sia da parte dei proletari e masse popolari solo una esplosione, perchè questa esperienza drammatica possa preparare ad un effettivo salto della lotta contro padroni, Stato, governi, occorre che i proletari e le proletarie più coscienti organizzino la loro forza: organizzino non solo il sindacato di classe, ma il partito della classe operaia, il Partito comunista rivoluzionario di tipo nuovo per lavorare per la lotta più importante,la lotta rivoluzionaria per una nuova società senza sfruttamento, oppressione, col potere in mano ai proletari.

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