Accordi e protocolli con grandi aziende, che non fanno affatto produzioni essenziali, vengono fatti quasi ogni giorno. A volte ratificando quello che già le aziende fanno (vedi ArcelorMIttal, Leonardo), altre volte smentendo "ferme dichiarazioni" fatte poco tempo prima (vedi Lucchini); altre volte accompagnando una riconversione aziendale volta solo ad ottenere, ora e in futuro, più profitti (vedi Tenaris), altre volte preparando il terreno per una riapertura veloce delle fabbriche (vedi Fca).
All'ArcelorMittal di Taranto, dopo inutili lamentele e ancora più vane "minacce", dopo aver dichiarato che avrebbero detto sì per far rimanere al lavoro solo 1000/1500 operai per la salvaguardia degli impianti, hanno accettato quello che Mittal voleva: 5000 lavoratori (tra diretti e appalto) in fabbrica per far andare avanti la produzione e salvaguardare la guerra commerciale di Mittal sul mercato mondiale dell'acciaio. Intanto due operai sono risultati positivi al coronavirus. Passando ora dalle denunce alla cogestione.
Alla Lucchini, prima Le segreterie di Fim, Fiom e Uil avevano dichiarato di contestare la decisione di riavviare il lavoro "affermando con forza che produrre acciaio non è essenziale..."
Poi i sindacati locali hanno accettato la decisione della Lucchini RS e gli impianti – l’acciaieria, alcune produzioni ferroviarie di Lovere e altre attività produttive in Lucchini Mamé, a Cividate Camuno – sono tornati in marcia.
Alla Leonardo, la principale multinazionale delle industrie belliche, che non si è mai fermata, considerata dal governo nella lista delle produzioni essenziali (!), la Fiom in una recente trattativa ha detto un "Sì condizionato (?) al lavoro nella Leonardo". "... a Cameri - rassicura la Re David-Fiom - la produzione è al 30% e non c’è l’obbligo di andare al lavoro..." cioè si basa sul "volontariato" operaio, sotto ricatto, bastone e carota da parte dell'azienda. E per il sindacato va bene...
Alla Fca, i sindacati hanno fatto un mega accordo per avviare la riapertura e facendo di questo accordo un modello per la Fase 2 di ripartenza per tutte le fabbriche "...in cui bisognerà lavorare in modo diverso e riconoscendo nel rapporto tra delegati, Rls (rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, ndr) e rappresentanti dell’azienda nei siti produttivi uno snodo fondamentale per la messa in pratica e l’implementazione delle nuove modalità di lavoro". Questo vuol dire cogestione.
Alla Dalmine Tenaris Bergamo - Fim, Fiom, Uilm hanno fatto un accordo sul "volontariato" per la produzione di bombole di ossigeno. Denuncia lo Slai cobas sc: "...con le squadrette di volontari caricati al massimo, Tenaris vuole guadagnare produttività e perfeziona, in una sperimentazione continua, le tecniche di produzione a ranghi ridotti, per il profitto e in funzione antisciopero. Il risultato è una sorta di produzione ‘a vista’, con un’altissima saturazione dei tempi di lavoro, con gli operai spostati da una postazione all’altra, più macchine anche nello stesso turno, piazzati sempre dove la produzione ‘gira’ a mille. I volontari, incalzati da quel pervasivo senso di eroismo, per essere addetti alla produzione delle bombole bianche dell’ossigeno, si trasformano oggi, nel docile strumento di questo aumento di produttività oraria. Cosi come, nonostante l’allerta contagio da coronavirus, Tenaris, questa settimana, vuole far ripartire altri impianti, per una commessa di tubi per il petrolio, con 300 volontari che lavoreranno a isole, chiamati al telefono uno a uno. Ma i tubi per il petrolio non sono essenziali come la produzione ospedaliera delle bombole per l’ossigeno".
L'ipocrisia di Cgil, Cisl, Uil, andata in scena anche ieri sui giornali e in televisione, è solo la faccia da vendere per coprire la realtà di accordo col governo sulla riapertura delle fabbriche
- da un'intervista su Il Manifesto del 12 aprile a Francesca Re David, segretaria generale della Fiom: "...Quando le fabbriche potranno riaprire dovrà essere il governo a dirlo..." - e di pieno impegno ad una nuova e maggiore cogestione con i padroni per far andare avanti la loro economia, utilizzando anche il coronavirus per riciclarsi in nuovi settori più remunerativi - Dalla Lettera a Repubblica di Cgil, Cisl, Uil: "...condivisione profonda della fase difficile che l'umanità sta vivendo a causa di un nemico subdolo e invisibile... Il sindacato c'è ed è in campo con le sue proposte, la sua grande rete solidaristica... Bisogna saper cogliere questa occasione per cambiare il nostro modello di sviluppo e ricostruire profondamente il nostro Paese...".
Il sindacato è "in campo" per protocolli e accordi coi padroni, per gli operai sono invece spariti.
- da un'intervista su Il Manifesto del 12 aprile a Francesca Re David, segretaria generale della Fiom: "...Quando le fabbriche potranno riaprire dovrà essere il governo a dirlo..." - e di pieno impegno ad una nuova e maggiore cogestione con i padroni per far andare avanti la loro economia, utilizzando anche il coronavirus per riciclarsi in nuovi settori più remunerativi - Dalla Lettera a Repubblica di Cgil, Cisl, Uil: "...condivisione profonda della fase difficile che l'umanità sta vivendo a causa di un nemico subdolo e invisibile... Il sindacato c'è ed è in campo con le sue proposte, la sua grande rete solidaristica... Bisogna saper cogliere questa occasione per cambiare il nostro modello di sviluppo e ricostruire profondamente il nostro Paese...".
Il sindacato è "in campo" per protocolli e accordi coi padroni, per gli operai sono invece spariti.
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