BEN NOVE GIORNI DOPO,
HUMANITAS GAVAZZENI, DEL GRUPPO TECHINT (COME TENARIS) COMPERA UNA
PAGINA DE L’ECO PER ATTACCARE E SMENTIRE REPORT
A CONFERMA, CHE NON È
POSSIBILE RISTABILIRE LA VERITÀ E FAR PAGARE I COLPEVOLI, SENZA LA
FORZA ORGANIZZATA DEI LAVORATORI.
Nostra
inchiesta.
Si le parole possono ferire, anche
profondamente. Ma solo quelle che possono essere comperate pagando
una pagina di giornale, con i soldi dei profitti della sanità
privatizzata.
Una pagina avvalorata dalla improbabile
firma dei lavoratori, dal momento che Humanitas ha vietato ai
lavoratori, minacciando importanti provvedimenti disciplinari, di
parlare con la stampa, senza aver concordato i contenuti con la
direzione.
Quindi per Humanitas, vige la dittatura
di espressione, parlano solo quelli che esprimono il pensiero della
direzione.
Una firma emblematica sotto una foto
emblematica: i lavoratori non mostrano la faccia, l’azienda mostra
le mascherine e protezioni, come un simbolo di perfezione, ma sono
state distribuite a tutti solo a partire dal 17 marzo!!!
Il fatto di sottolineare
(ancora una volta) la figura dell’infermiere eroe poco si sposa con
il servizio di Report, che va a colpire soprattutto il discorso
economico della sanità privata.
Il tentativo di
accaparrarsi le simpatie dei lavoratori della sanità, tanto
decantati in questo periodo
prendendone le difese, da un
inesistente attacco nei loro confronti, è fin troppo evidente.
-Report non attacca
Humanitas Gavazzeni dicendo che non si è occupata dei pazienti Covid, ma attacca le cliniche private dicendo che hanno tardato a
sospendere le prestazioni differibili per battere cassa, favorendo il
contagio tra i pazienti
- che i pazienti
ricoverati a quella data fossero 175 non lo possiamo dire noi. Ma è
un dato che resta comunque relativo. Perché andrebbe valutato in
base alle potenzialità della clinica. La massa di pazienti
ricoverati in quei giorni, che hanno riempito ogni posto degli
ospedali, e tutti quelli che sono stati lasciati consapevolmente a
casa a morire da soli, ci dicono che serviva fare tutto il possibile,
non esibire 175 come prova d’innocenza, e far leva su quel numero
per saldare i lavoratori nella difesa dell’azienda, come se fosse
stata mossa un accusa a loro.
Si può ricostruire con
buona approssimazione che i reparti abbiano iniziato a fare spazio ai
pazienti Covid ed a diventare “dedicati” ai Covid dal 4 marzo.
Ma resta una pura
strumentalizzazione centrare la polemica contro Report perché ha
detto che in clinica si siano mossi dall’8.
STRUMENTALE NEL SENSO PIÙ
CLASSICO. GETTARSI SU DI UN ALTRO ARGOMENTO PER DISTOGLIERE
L’ATTENZIONE DAL CENTRO. FOMENTANDO IL MALCONTENTO SU DI UN FALSO
PROBLEMA DA USARE A PROPRIA DIFESA.
E qui ci piacerebbe aprire
un confronto con quei lavoratori che sposando la tesi aziendale, si
sono sentiti ‘colpevolizzati’ perché sarebbero partiti in
ritardo.
Report, non ha attacca i
lavoratori dicendo che si sono girati i pollici, ma l’azienda per
aver agito in ritardo, rispetto all’emergenza che ha sommerso le
strutture ospedaliere, sia nel chiudere le prenotazioni remunerative,
sia nel dare i DPI a tutti.
Di
questo dovrebbero incazzarsi i lavoratori, non seguire l’azienda
per precisazioni su due giorni di differenza rispetto a Report.
Perchè i medici citati
nella pagina a pagamento di Humanitas, sono morti senza dispositivi,
perché sono stati mandati al lavoro senza le protezioni di
sicurezza, necessarie di fronte all’emergenza Covid, previste
comunque dalle leggi in vigore.
Allo stesso modo
che il contagio tra operatori e pazienti è stato favorito da un
tardivo accesso ai DPI, che per tutti in clinica sono arrivati il 17
marzo, altro che l’8, e da una tardiva chiusura delle prestazioni
differibili pur di non rinunciare agli introiti, anziché pensare al
contenimento del contagio, schierando tutte le risorse disponibili.
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