Venti braccianti tutti della provincia di Brindisi, in gran parte donne, ingaggiati per il taglio dell’uva in un vigneto in territorio di Turi, sono rimasti intossicati da fitofarmaci che venivano usati in un tendone adiacente a quello dove stavano lavorando... è accaduto ieri mattina mentre le braccianti erano al lavoro e poteva avere conseguenze ben peggiori. Quanto accaduto riporta alla mente la morte di Paola Clemente, morta sotto i tendoni di Andria quattro anni fa. Questa volta invece, grazie anche al tempestivo allarme, tutti i lavoratori sono stati soccorsi e messi in sicurezza. Gli operai intossicati sono stati ricoverati. Sono sotto osservazione. Dalla prima ricostruzione tutto ha inizio poco dopo le ore 7 di ieri mattina: 20 braccianti sono impegnati a lavorare sotto un tendone, intenti a tagliare l’uva dai tralci. Improvvisamente vengono investiti da una nube tossica che proviene da un tendone adiacente.
Lavorare sotto un tendone a queste temperature torride equivale a
stare dentro una serra. È molto pericoloso se non si seguono determinate
norma di sicurezza. Immediatamente cominciano ad
avvertire un odore acre e fastidioso. Per fortuna, l’autista del pulmino, che li ha trasportati in campagna, si rende conto che la situazione è seria, carica i lavoratori sul mezzo e si allontana, per permettere loro di respirare aria più pulita, ad oltre un chilometro di distanza.
I venti braccianti avvertono i primi malesseri e allertano il 118 che si mette in azione intorno alle 7,45. Il soccorso medico è molto veloce. Ma arrivare non è semplice. Cercano le campagne, ma bisogna spingersi all’interno, attraverso un dedalo di strade rurali e alcune sterrate per raggiungere, in profondità, in territorio di Turi e il vigneto dove si trovano i 20 braccianti.
Il pulmino con i lavoratori è proprio lì, la maggior parte delle donne sono all’esterno del mezzo, alcune sono colte da panico. Due donne con sintomi più accentuati sono accasciate sui sedili del pulmino. Accusano nausea e sensazione di vomito, tosse, crampi addominali. La maggior parte accusa bruciore alle vie respiratorie, altri sensazione di vomito e bruciori gastrici.
Sul luogo sopraggiungono altre ambulanze da Sammichele e da Rutigliano.
Dopo i primi controlli i pazienti saranno trasportati negli ospedali di Putignano, Monopoli, Miulli, alla Mater Dei in codice verde. Una delle braccianti ha una crisi ipertensiva durante il trasferimento in ospedale e le viene effettuato un elettrocardiogramma. Tutti vengono fatti lavare, per togliere residui tossici dai capelli e sul corpo.
avvertire un odore acre e fastidioso. Per fortuna, l’autista del pulmino, che li ha trasportati in campagna, si rende conto che la situazione è seria, carica i lavoratori sul mezzo e si allontana, per permettere loro di respirare aria più pulita, ad oltre un chilometro di distanza.
I venti braccianti avvertono i primi malesseri e allertano il 118 che si mette in azione intorno alle 7,45. Il soccorso medico è molto veloce. Ma arrivare non è semplice. Cercano le campagne, ma bisogna spingersi all’interno, attraverso un dedalo di strade rurali e alcune sterrate per raggiungere, in profondità, in territorio di Turi e il vigneto dove si trovano i 20 braccianti.
Il pulmino con i lavoratori è proprio lì, la maggior parte delle donne sono all’esterno del mezzo, alcune sono colte da panico. Due donne con sintomi più accentuati sono accasciate sui sedili del pulmino. Accusano nausea e sensazione di vomito, tosse, crampi addominali. La maggior parte accusa bruciore alle vie respiratorie, altri sensazione di vomito e bruciori gastrici.
Sul luogo sopraggiungono altre ambulanze da Sammichele e da Rutigliano.
Dopo i primi controlli i pazienti saranno trasportati negli ospedali di Putignano, Monopoli, Miulli, alla Mater Dei in codice verde. Una delle braccianti ha una crisi ipertensiva durante il trasferimento in ospedale e le viene effettuato un elettrocardiogramma. Tutti vengono fatti lavare, per togliere residui tossici dai capelli e sul corpo.
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