Torino, il giudice: la clandestinità? Un reato lieve, non deve essere punito
Assolta albanese espulsa un anno fa in Italia
Nessuna condanna
per la clandestinità: il reato è lieve e non deve essere punito. Lo ha
stabilito un giudice del tribunale di Torino durante un processo per
direttissima il 13 agosto. L'imputata, una donna di origine albanese era
stata portata in aula, immediatamente dopo la scoperta che non aveva i
documenti in regola e da oltre un anno era stata espulsa dal Paese. Per lei il pubblico ministero aveva chiesto la misura cautelare dell'obbligo di firma.
Ma il giudice Marisa Gallo ha invece escluso che fosse punibile, e ha pronunciato una sentenza di assoluzione per la particolare tenuità del fatto. Il fatto è un episodio minimo per il tribunale di una grande città. Sono numerosissimi ogni anno i casi come questo che passano per le aule di giustizia. Ed è la scelta di assolvere per tenuità del fatto a gettare una luce particolare su un reato che è in assoluto tra i più contestati. Complice probabilmente la storia raccontata dalla donna albanese. Questa sì, particolare.
Ha spiegato al giudice, assistita dall'avvocato Antonio Genovese, si essere stata espulsa un anno fa e di essere andata via regolarmente per vivere in Germania. Il 12 agosto il figlio e la madre sono atterrati a Caselle perché il biglietto dall'Albania era molto più economico. E lei è venuta a prenderli per portarli a casa. "Pensavo di non poter più vivere in Italia - ha detto - ma di poterci venire di passaggio" . Quando i carabinieri l'hanno fermata, hanno scoperto il provvedimento di espulsione firmato dal prefetto nel 2018, e hanno dovuto arrestarla.
documenti in regola e da oltre un anno era stata espulsa dal Paese. Per lei il pubblico ministero aveva chiesto la misura cautelare dell'obbligo di firma.
Ma il giudice Marisa Gallo ha invece escluso che fosse punibile, e ha pronunciato una sentenza di assoluzione per la particolare tenuità del fatto. Il fatto è un episodio minimo per il tribunale di una grande città. Sono numerosissimi ogni anno i casi come questo che passano per le aule di giustizia. Ed è la scelta di assolvere per tenuità del fatto a gettare una luce particolare su un reato che è in assoluto tra i più contestati. Complice probabilmente la storia raccontata dalla donna albanese. Questa sì, particolare.
Ha spiegato al giudice, assistita dall'avvocato Antonio Genovese, si essere stata espulsa un anno fa e di essere andata via regolarmente per vivere in Germania. Il 12 agosto il figlio e la madre sono atterrati a Caselle perché il biglietto dall'Albania era molto più economico. E lei è venuta a prenderli per portarli a casa. "Pensavo di non poter più vivere in Italia - ha detto - ma di poterci venire di passaggio" . Quando i carabinieri l'hanno fermata, hanno scoperto il provvedimento di espulsione firmato dal prefetto nel 2018, e hanno dovuto arrestarla.
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