“Mi onoro di aver partecipato da uomo libero a una giornata di contestazione contro un’economia capitalista” è una delle dichiarazioni di Vincenzo al processo
A
18 anni di distanza dalle giornate di Genova 2001, arriva l’ennesima
vendetta di stato. ...è stato arrestato in Francia Vincenzo Vecchi,
condannato in via definitiva a più di 11 anni di carcere per il reato di
devastazione e saccheggio. Vincenzo dal 2012, anno in cui la condanna è
diventata definitiva, era latitante con due mandati di cattura
internazionali emessi dalle Procure di Milano e Genova. Ora si trova in
carcere a Nantes, dove il collettivo “sostegno a Vincenzo” si sta
attivando per chiedere con forza che non venga estradato in Italia.La solerzia e la
dedizione dell’antiterrorismo e dell’Ucigos, sotto mandato del Ministero
degli Interni, ha permesso di seguire e intercettare i movimenti della
famiglia di Vincenzo per arrivare al paese Bretone dove lui da anni lavorava. Una vera e propria persecuzione contro chi venne individuato come capro espiatorio per punire la potenza e la forza di quelle giornate a Genova, dove la rabbia e la determinazione di migliaia e migliaia di persone mise in scacco il summit del G8 e i potenti della terra. Non ci stupisce che lo stato si accanisca sui compagni e le compagne che in quei giorni scelsero di mettere in gioco le loro stesse vite per combattere il capitalismo predatorio neoliberista, e invece rimangano sostanzialmente impuniti sia gli assassini di Carlo Giuliani che i torturatori della Diaz e di Bolzaneto. A riprova che l stato assolve sempre se stesso.
famiglia di Vincenzo per arrivare al paese Bretone dove lui da anni lavorava. Una vera e propria persecuzione contro chi venne individuato come capro espiatorio per punire la potenza e la forza di quelle giornate a Genova, dove la rabbia e la determinazione di migliaia e migliaia di persone mise in scacco il summit del G8 e i potenti della terra. Non ci stupisce che lo stato si accanisca sui compagni e le compagne che in quei giorni scelsero di mettere in gioco le loro stesse vite per combattere il capitalismo predatorio neoliberista, e invece rimangano sostanzialmente impuniti sia gli assassini di Carlo Giuliani che i torturatori della Diaz e di Bolzaneto. A riprova che l stato assolve sempre se stesso.
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a Vincenzo,alla sua famiglia, a Jimmy, Marina, Luca e Alberto.
Un collettivo di attivisti francesi denominato 'Sostegno a Vincenzo' ha emesso un comunicato in cui afferma che l'uomo si chiama appunto Vincenzo Vecchi, di circa 40 anni, che da diversi anni vive in una comune vicino a Rochefort-en-Terre. Il collettivo afferma che Vecchi è stato condannato in Italia per "devastazione e saccheggio" e fa appello allo Stato francese perché non venga estradato in Italia.
Un collettivo di attivisti francesi denominato 'Sostegno a Vincenzo' ha emesso un comunicato in cui afferma che l'uomo si chiama appunto Vincenzo Vecchi, di circa 40 anni, che da diversi anni vive in una comune vicino a Rochefort-en-Terre. Il collettivo afferma che Vecchi è stato condannato in Italia per "devastazione e saccheggio" e fa appello allo Stato francese perché non venga estradato in Italia.
Secondo quanto stabilito dai giudici Vecchi "nelle giornate del 20 e 21 luglio 2001, travisato e in concorso con altri manifestanti, danneggiava, distruggeva e incendiava svariati beni mobili e immobili tra cui alcuni istituti di credito, autovetture e un supermercato, asportandone la merce esposta all’interno. Si contrapponeva con violenza alle forze dell’ordine, inneggiando gli altri manifestanti all’attacco e lanciando bottiglie, sassi e facendo esplodere alcune molotov. Spostava inoltre dalla loro sede cassonetti delle immondizie, rovesciandoli al centro della strada"
La sentenza è stata molto contestata anche dai giuristi. Basti pensare che per omicidi o rapine a mano armata le condanne con i vari tipi di riti alternativi sono sempre inferiori a quelle comminate ai manifestanti individuati a Genova.
È
stata quindi interessata la polizia francese - per il tramite
dell’ufficiale di collegamento in servizio presso l'UCIGOS della Polizia
di Stato che ha assicurato uno stretto raccordo investigativo – che ha
proseguito le indagini fornendo un contributo determinante per l’esatta
individuazione del latitante. Si è così avuto modo di apprendere che
nelle scorse settimane Vecchi ha incontrato l’ex convivente e la figlia
minore in Francia, in una località della Savoia, trascorrendo una
settimana di vacanza come una normale famiglia di villeggianti. Al
termine del soggiorno in Savoia la donna con la figlia ha fatto rientro a
Milano, mentre Vecchi è tornato in Bretagna, riprendendo la sua normale
vita con una falsa identità. Monitorando la donna e seguendo ogni
indizio possibile nonché le tracce degli apparati telefonici in uso alla
coppia, gli investigatori del Servizio per il Contrasto dell’Estremismo
e del Terrorismo Interno e della DIGOS di Milano hanno acquisito
ulteriori utili indizi finalizzati alla localizzazione del latitante ed
alle modalità con le quali era solito sentire l’ex convivente e la
figliola".
"Tali rilevanti elementi - prosegue la
nota della polizia - sono stati tempestivamente comunicati alla Polizia
francese che, da ultimo, la mattina dell’8 agosto scorso, seguendo le
indicazioni dell’Antiterrorismo della Digos di Milano e della Direzione
Centrale della Polizia di Prevenzione, ha tratto in arresto Vecchi a
Saint Gravé dans le Morbhian, un piccolo borgo nella regione della
Bretagna. E’ infatti in Bretagna che il Vecchi aveva trovato rifugio; ed
è nella stessa regione che lavorava come imbianchino per il proprio
sostentamento. In Francia si faceva chiamare Vincent, è stato fermato
per strada, mentre stava andando a lavorare. Non aveva documenti di
riconoscimento, ma solo una tessera che riportava il nominativo di
Vincent Papale. Il 9 agosto, le autorità francesi hanno convalidato
l’arresto del latitante, che si trova ora recluso nel carcere di Rennes.
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