domenica 11 agosto 2019

pc 11 agosto - Le due facce del PD, Renzi/Zingaretti, in "soccorso" di Salvini

Mentre l'arroganza sfacciata di Salvini provoca reazioni generali, tali che possono incrinare il suo disegno a breve: elezioni lampo, forte maggioranza relativa che diventi assoluta con i cespugli di Forza Italia e della Melloni, per marciare verso i cosiddetti "pieni poteri", ovvero una forma per ora blanda di dittatura aperta;
mentre il giro al Sud di Salvini si trasforma in un boomerang, date le contestazioni e le irrisioni che riceve, che in qualche maniera possono stoppare questa sua forma volgare di campagna elettorale e ridurre Salvini alla riedizione a "petto nudo" del boss in canotta,
la sciagura del nostro paese chiamata PD torna in campo per togliere le castagne dal fuoco e torna in campo l'ignobile Renzi la cui azione è servita in passato ad aprire un'autostrada nella fila di settori di
lavoratori e delle masse all'ascesa del fascio-populista che ha portato al governo Di Maio/Salvini.
Ora questa gentaglia del Pd si butta sull'osso della crisi politica sperando di poterla usare per rifarsi una verginità e poter ritornare ad occupare le poltrone, usate in passato al servizio di padroni e banchieri.
Ora a fronte della crisi e caduta libera dell'ingannapopolo M5S e della tracotanza di Salvini, Renzi si propone come capo di un fronte alternativo, che è come dire: tornare al "doppio petto" di Minniti e al vecchio attacco alla Costituzione che bruciò Renzi il 4 dicembre.
Peraltro Renzi lo fa con una proposta di fronte per ritardare le elezioni, per offrire un'ancora di salvataggio ai 5stelle, una sponda ai parlamentari di tutti i partiti che non vogliono tornare a casa, e un traccheggiamento da Palazzo, coinvolgendo lo stesso Mattarella, che forse ritarderebbe di qualche mese le elezioni ma che finirebbe con un'ancora più grande avanzata di Salvini.
Naturalmente non fa certo meglio Zingaretti che strilla "Elezioni subito!", che nello stato attuale non possono che essere una vittoria di Salvini.

Insomma, Renzi e Zingaretti dall'opposizione lavorano dentro la crisi per favorirne l'esito inevitabile, adesso o fra qualche mese che sia.

Cosa diversa, democratica e di classe è invece respingere i diktat del nuovo dittatore balneare che pretende di usare le regole costituzionali a suo uso e consumo, sfuggendo, tanto per cominciare, al suo dover rendere conto della oscena campagna antimmigrati che ha partorito due decreti in aperto contrasto con la Costituzione, e ancor più alle sue ignobili bugie sui rubli russi che alimentano il tesoretto dove già ci sono 49 milioni di euro.

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