martedì 9 luglio 2019

pc 9 luglio - Lo sciopero dei penalisti accende i riflettori sulle carceri

“Carceri fuorilegge”, gli avvocati disertano le aule per un giorno

Le carceri sono fuorilegge. Da tempo. Ma il problema non viene risolto. E così, gli avvocati della Camera Penale di Piemonte e Valle d’Aosta hanno aderito all’astensione di un giorno dalle udienze organizzata per oggi. «Un gesto simbolico», si affrettano a spiegare gli avvocati Agostino Ferramosca, Antonio Genovese, Mirco Consorte e Davide Mosso, assieme a Mariella Ceretto, dell’ufficio comunale del Garante per i detenuti.
Per spiegare le motivazioni delle Camere Penali, hanno organizzato un incontro nel bar del tribunale, gestito da un cooperativa sociale che fa lavorare gli ex detenuti: «È uno dei pochi esempi che le misure alternative possono funzionare. Quale posto migliore di questo?». Per la Camera Penale, «non c’è proporzione tra i soldi spesi per riempire le carceri e quelli spesi per sviluppare l’aspetto
rieducativo dei detenuti. Parliamo di qualcosa previsto dalla Costituzione e recepito nell’Ordinamento penitenziario, legge che risale al 1975». Una normativa «perfetta, è tutto spiegato in modo chiaro. È una legge in linea con la Costituzione e condivisibile. Peccato che sia disattesa, violata in continuazione».

Gli avvocati notano come «non sono bastate le condanne della Corte di Giustizia Europea per ottenere il rispetto della legge». In particolare, il problema considerato più grave è quello del «sovraffollamento. Le carceri ospitano il 30-40 per cento di detenuti in più di quanto potrebbero». Qualche volta, però, le statistiche sono inquinate da «cattiva comunicazione. Facciamo un esempio. Nei dati del ministero, per il carcere di Alba risulta una capienza di 142 posti, ma non è così. Due sezioni sono state chiuse per un’epidemia di “legionella” e per ristrutturazioni. Così, restano soltanto 50 posti». Al «Lorusso e Cutugno» di Torino, i posti disponibili sono mille e 62, ma i detenuti sono mille e 476. «Oltre a questo, ci sono i problemi di igiene», aggiungono. E fanno qualche esempio: «Nella sezione femminile del carcere torinese, le detenute devono portare di peso i carrelli ai piani superiori, perché il montacarichi è rotto. Denunciano un cibo immangiabile, hanno segnalato situazioni di topi e blatte».   

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