“Carceri fuorilegge”, gli avvocati disertano le aule per un giorno
Le carceri sono fuorilegge. Da tempo. Ma il problema non viene
risolto. E così, gli avvocati della Camera Penale di Piemonte e Valle
d’Aosta hanno aderito all’astensione di un giorno dalle udienze
organizzata per oggi. «Un gesto simbolico», si affrettano a spiegare gli
avvocati Agostino Ferramosca, Antonio Genovese, Mirco Consorte e Davide
Mosso, assieme a Mariella Ceretto, dell’ufficio comunale del Garante
per i detenuti.
Per spiegare le motivazioni delle Camere Penali, hanno organizzato
un incontro nel bar del tribunale, gestito da un cooperativa sociale che
fa lavorare gli ex detenuti: «È uno dei pochi esempi che le misure
alternative possono funzionare. Quale posto migliore di questo?». Per la
Camera Penale, «non c’è proporzione tra i soldi spesi per riempire le
carceri e quelli spesi per sviluppare l’aspetto
rieducativo dei detenuti. Parliamo di qualcosa previsto dalla Costituzione e recepito nell’Ordinamento penitenziario, legge che risale al 1975». Una normativa «perfetta, è tutto spiegato in modo chiaro. È una legge in linea con la Costituzione e condivisibile. Peccato che sia disattesa, violata in continuazione».
rieducativo dei detenuti. Parliamo di qualcosa previsto dalla Costituzione e recepito nell’Ordinamento penitenziario, legge che risale al 1975». Una normativa «perfetta, è tutto spiegato in modo chiaro. È una legge in linea con la Costituzione e condivisibile. Peccato che sia disattesa, violata in continuazione».
Gli avvocati notano come «non sono bastate le condanne della Corte
di Giustizia Europea per ottenere il rispetto della legge». In
particolare, il problema considerato più grave è quello del
«sovraffollamento. Le carceri ospitano il 30-40 per cento di detenuti in
più di quanto potrebbero». Qualche volta, però, le statistiche sono
inquinate da «cattiva comunicazione. Facciamo un esempio. Nei dati del
ministero, per il carcere di Alba risulta una capienza di 142 posti, ma
non è così. Due sezioni sono state chiuse per un’epidemia di
“legionella” e per ristrutturazioni. Così, restano soltanto 50 posti».
Al «Lorusso e Cutugno» di Torino, i posti disponibili sono mille e 62,
ma i detenuti sono mille e 476. «Oltre a questo, ci sono i problemi di
igiene», aggiungono. E fanno qualche esempio: «Nella sezione femminile
del carcere torinese, le detenute devono portare di peso i carrelli ai
piani superiori, perché il montacarichi è rotto. Denunciano un cibo
immangiabile, hanno segnalato situazioni di topi e blatte».
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