9 luglio 1983: Voghera, corteo contro le carceri
Per il giorno 9 luglio del 1983 veniva indetta a Voghera dai Comitati contro la repressione, dal coordinamento delle realtà
L'intento della mobilitazione era
quello di protestare contro le supercarceri che sottoponevano i detenuti
a condizioni di vita estreme al limite dell'annientamento psicofisico. A
Voghera vi era infatti una di queste strutture, quella femminile.
Al corteo però, che doveva svolgersi pacificamente, venne vietato di partire e intorno alle 16 la celere ebbe l'ordine di caricare preventivamente i manifestanti raggruppati in Piazza Meardi per evitare che
dessero vita al corteo.
A quel punto per le vie di Voghera si scatena una vera e propria caccia all'uomo da parte della Polizia che per almeno quattro ore inseguì i manifestanti per ogni vicoletto.
Furono più di trecento i partecipanti fermati e schedati in questura, cinquantaquattro quelli denunciati e successivamente processati e due quelli arrestati.
Inoltre tre compagni di Roma, Valeria Scialabba, redattrice di radio Onda Rossa e sorella del compagno Roberto ucciso dai NAR a Roma, Eleonora Gianmarco e Stefano Latrella che erano giunti a Voghera per il corteo rimasero vittime di un assurdo incidente stradale.
Così descrive la giornata un militante dell'Autonomia milanese: "...Per questo motivo il 9 Luglio 1983 la realtà ceh ha dato vita al convegno del Cristallo, con l'adesione dei Comitati contro la Repressione, indice una manifestazione a Voghera, dove era sorto il primo carcere speciale, contro l'articolo 90 e contro la differenziazione all'interno del carcere. Faceva un caldo bestiale. Molti manifestanti non erano stati fatti partire. Due o tre pullman bloccati a Pavia, molti vagoni ferroviari vennero deviati.
Chi riuscì a concentrarsi nella piazza principale di Voghera trovò ad aspettarli 5.000 poliziotti. Una cosa mai vista, neanche negli anni Settanta.
"Hanno iniziato subito a caricarci. E' finita con 330 fermi. Hanno caricato per quattro ore, eravamo rincorsi in qualsiasi vicoletto. Hanno giocato molto sull'immagine. Hanno caricato con le autoblindo, avevano due carri armati leggeri su ruote. Hanno fatto intervenire i Nocs che incappucciati saltavano dalle autoblindo in velocità, facevano una capriola, ti prendevano alle spalle, ti sbattevano contro il muro, manette e via.
Malgrado le botte, quel corteo era riuscito a smollare la tensione che esisteva all'interno del carcere, aveva quindi ottenuto un piccolo risultato politico...".
Al corteo però, che doveva svolgersi pacificamente, venne vietato di partire e intorno alle 16 la celere ebbe l'ordine di caricare preventivamente i manifestanti raggruppati in Piazza Meardi per evitare che
dessero vita al corteo.
A quel punto per le vie di Voghera si scatena una vera e propria caccia all'uomo da parte della Polizia che per almeno quattro ore inseguì i manifestanti per ogni vicoletto.
Furono più di trecento i partecipanti fermati e schedati in questura, cinquantaquattro quelli denunciati e successivamente processati e due quelli arrestati.
Inoltre tre compagni di Roma, Valeria Scialabba, redattrice di radio Onda Rossa e sorella del compagno Roberto ucciso dai NAR a Roma, Eleonora Gianmarco e Stefano Latrella che erano giunti a Voghera per il corteo rimasero vittime di un assurdo incidente stradale.
Così descrive la giornata un militante dell'Autonomia milanese: "...Per questo motivo il 9 Luglio 1983 la realtà ceh ha dato vita al convegno del Cristallo, con l'adesione dei Comitati contro la Repressione, indice una manifestazione a Voghera, dove era sorto il primo carcere speciale, contro l'articolo 90 e contro la differenziazione all'interno del carcere. Faceva un caldo bestiale. Molti manifestanti non erano stati fatti partire. Due o tre pullman bloccati a Pavia, molti vagoni ferroviari vennero deviati.
Chi riuscì a concentrarsi nella piazza principale di Voghera trovò ad aspettarli 5.000 poliziotti. Una cosa mai vista, neanche negli anni Settanta.
"Hanno iniziato subito a caricarci. E' finita con 330 fermi. Hanno caricato per quattro ore, eravamo rincorsi in qualsiasi vicoletto. Hanno giocato molto sull'immagine. Hanno caricato con le autoblindo, avevano due carri armati leggeri su ruote. Hanno fatto intervenire i Nocs che incappucciati saltavano dalle autoblindo in velocità, facevano una capriola, ti prendevano alle spalle, ti sbattevano contro il muro, manette e via.
Malgrado le botte, quel corteo era riuscito a smollare la tensione che esisteva all'interno del carcere, aveva quindi ottenuto un piccolo risultato politico...".
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