La procura di Taranto ha disposto la chiusura dell’altoforno 2 dell’ex Ilva di Taranto. Secondo le prime informazioni l’impianto, dove morì Alessandro Morricella, sarebbe “non sicuro” per gli operai e i magistrati contesterebbero all’azienda la mancata messa a norma. Fu Matteo Renzi a dissequestrare con un decreto l’Afo2, che il gip Martino Rosati aveva bloccato il 18 giugno 2015 dopo la morte dell’operaio tarantino avvenuta il 12 giugno, quattro giorni dopo essere rimasto ferito dallo sversamento di colata incandescente di ghisa.
Morricella si era avvicinato al foro di colata dell’altoforno 2 per effettuare i prelievi finalizzati al controllo della temperatura della ghisa, ma invece della lenta fuoriuscita del materiale che scorre in un canale apposito, venne improvvisamente colpito dalla fiammata. Nel marzo 2018 la Consulta stabilì l’incostituzionalità del decreto che consentiva l’utilizzo dell’altoforno numero 2 dell’ex Ilva.
Perché, “a differenza di quanto avvenuto nel 2012”, quando l’esecutivo superò il sequestro chiesto dalla procura in seguito all’indagine Ambiente Svenduto, ha “finito col privilegiare in modo eccessivo l’interesse alla prosecuzione” dell’attività produttiva, “trascurando del tutto le esigenze di diritti costituzionali inviolabili legati alla tutela della salute e della vita stessa”. Diritti, scrivevano 16 mesi fa i giudici della Consulta, “cui deve ritenersi inscindibilmente connesso il diritto al lavoro in ambiente sicuro e non pericoloso”.
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