Proseguiamo la cronistoria del 1969 operaio. Essa mette in mostra tutta la forza degli operai come classe, non solo sindacale ma politica, potenziale avanguardia di tutti i settori sfruttati e oppressi e che può e deve conquistare il nuovo potere proletario. Essa indica la strada necessaria anche oggi. Ma indica anche la necessità della costruzione della sua direzione: il sindacato di classe, il Partito comunista di tipo nuovo.
La rivolta di corso Traiano-TO del 3 luglio |
“Con i cortei interni la volontà operaia si impone nella fabbrica; i rapporti di forza tra operai e capi si rovesciano; gli operai imparano a conoscersi e a fidarsi reciprocamente; si spezza l’isolamento tra squadra e squadra e tra operaio e operaio di fronte alla gerarchia aziendale”. (da Guido Viale)
giugno-luglio
MILANO. Sull’esempio dell’inchiesta operaia dei “Quaderni rossi”, il Cub della Borletti conduce un’inchiesta sulla condizione delle lavoratrici. Dalle 150 interviste emerge la dequalificazione del lavoro femminile, il basso livello dei salari, le difficoltà dei trasporti, il deterioramento fisico e psichico.
3 luglio
TORINO. Dopo 50 giorni di lotta spontanea alla Fiat, mezzo milione di lavoratori scendono in sciopero per il blocco dei contratti e dei fitti e contro il costo della vita. Una manifestazione indetta dalla “assemblea operai-studenti” per collegare le lotte di reparto all’autoriduzione dei fitti in atto nel quartiere di Nichelino - la città dormitorio di 15 mila operai Fiat - sfocia in violenti scontri con la polizia che durano fino a notte fonda: è la “battaglia di Viale Traiano”, dove vengono innalzare
numerose barricate, che si conclude con 70 feriti, 29 arrestati, 165 denunciati. Due giorni dopo cade il governo Rumor.
7 - 16 luglio
PUGLIA. I braccianti non si accontentano più dei rituali comizi e ordini del giorno. A partire dal giorno 7 nei centri di Bari e provincia occupano i comuni e gli uffici di collocamento, in cui si tengono assemblee popolari, effettuano blocchi stradali e ferroviari ad Acquaviva, Altamura, Andria, Ruvo, picchettano le masserie occupate. La lotta dal barese e dal foggiano si estende prima a Brindisi e poi a Taranto e Lecce.
9 luglio
ROMA. Migliaia di contadini sfilano per le strade.
10 luglio
MILANO. I lavoratori dell’Enel occupano tutte le sedi milanesi e quasi tutte quelle provinciali (Sesto, Monza, ecc). Nessun dirigente può entrare nei locali tenuti dai lavoratori che chiedono l’applicazione del contratto nazionale di lavoro. Una delegazione dei lavoratori dell’Enel si reca m RAI per protestare contro il silenzio di radio e televisione sulla loro lotta.
11 luglio
SICILIA. Sciopero generale dei lavoratori.
13 luglio
FIRENZE. manifestazione nazionale contro la Nato.
23 luglio
BATTAPAGLIA. 119 operai, studenti e negozianti vengono incriminati per la sommossa popolare seguita all'eccidio poliziesco del 9 aprile.
MILANO. Gli operai della Dalmine, in lotta da 10 giorni, bloccano per un'ora l'autostrada Milano-Bergamo
25-26 luglio
TORINO. Convegno nazionale delle “ avanguardie rivoluzionarie”, unite dal comune antagonismo alla politica riformista dei sindacati e dei partiti della sinistra, per uno scambio di esperienze di lotta e organizzative in vista delle scadenze contrattuali del prossimo autunno. Durante il convegno emergono le due componenti dell’operaismo italiano, che hanno portato alla formazione di Lotta Continua e di Potere Operaio.
26-27 luglio
MILANO. I sindacati dei metalmeccanici Fim Fiom Uilm, dopo le consultazioni sulle ipotesi di piattaforma rivendicativa discusse attraverso migliaia di assemblee alle quali partecipa la metà dei lavoratori, approvano una piattaforma che prevede anche: parità normativa tra operai e impiegati; affermazione dei “diritti sindacali” fra i quali quello dell’assemblea durante l’orario di lavoro. In sostanza: egualitarismo ma anche forte aumento salariale; parità normativa ma anche riduzione dell’orario di lavoro. È la prima volta che la piattaforma viene elaborata attraverso migliaia di assemblee.
luglio
MILANO. I lavoratori della sede milanese della Fiat, in lotta da un mese con i centomila di Torino, bloccano la sede, escono in strada e sfasciano quel poco che serve a far capire al padrone che fanno sul serio: ottengono il 20% di aumento
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