Qui di seguito il comunicato e i video che
raccontano la giornata di resistenza delle persone che vivono nel ghetto
di Borgo Mezzanone (FG) dopo l'ennesima operazione di sgombero.
Da
stamattina decine di ruspe e centinaia di uomini delle forze
dell'ordine hanno invaso il ghetto che si trova dietro il CARA di Borgo
Mezzanone per buttare giù abitazioni e attività commerciali.
Oggi è la quarta volta che viene attivata un'operazione di sgombero, la prima dopo l'imponente sciopero che lo scorso 6 maggio ha visto scendere nelle strade di Foggia circa 800 persone che in questo ghetto ci vivono e lavorano, e che a gran voce chiedevano di non essere sgomberati senza poter avere reali alternative. Eccezion fatta con la provocatoria proposta di andare ad ingrossare le file di altri ghetti come quello di Casa Sankara e dell'Arena, dall'altra parte della provincia, nell'agro di San Severo. Entrambi altrettanto noti per le terribili condizioni di vita e il secondo è anche sotto sgombero imminente.
Appena le forze dell'ordine hanno cominciato le demolizioni la risposta degli abitanti del ghetto non si è fatta attendere e in molti sono saliti sui tetti degli edifici e delle baracche e opponendosi alla celere che ha risposto con violente cariche e il lancio di decine di lacrimogeni. Questa resistenza ha evitato l'abbattimento dei bagni, ma purtroppo molte persone oggi hanno perso la casa e quel poco che avevano.
Nel frattempo la Cgil, auto nominatasi rappresentante degli abitanti del ghetto nelle trattative con la questura ha insistentemente intimato tutti e tutte alla calma. Capita l'impossibilità di placare la rabbia delle persone ha abbandonato la pista con lo sgombero ancora in atto. Senza dimenticare il vergognoso silenzio della reti delle associazioni della provincia di Foggia o del sindacato Usb, che nonostante i proclami e le belle parole, ancora hanno una volta hanno lasciato le persone da sole.
L'enorme resistenza di questa giornata ci dimostra ancora una volta che i più ricattabili sono anche i più forti. Senza alternative reali e condivise la resistenza continua e con l'auspicio che anche la solidarietà concreta possa crescere.
Comitato Lavoratori e Lavoratrici delle Campagne
Rete Campagne in Lotta
Oggi è la quarta volta che viene attivata un'operazione di sgombero, la prima dopo l'imponente sciopero che lo scorso 6 maggio ha visto scendere nelle strade di Foggia circa 800 persone che in questo ghetto ci vivono e lavorano, e che a gran voce chiedevano di non essere sgomberati senza poter avere reali alternative. Eccezion fatta con la provocatoria proposta di andare ad ingrossare le file di altri ghetti come quello di Casa Sankara e dell'Arena, dall'altra parte della provincia, nell'agro di San Severo. Entrambi altrettanto noti per le terribili condizioni di vita e il secondo è anche sotto sgombero imminente.
Appena le forze dell'ordine hanno cominciato le demolizioni la risposta degli abitanti del ghetto non si è fatta attendere e in molti sono saliti sui tetti degli edifici e delle baracche e opponendosi alla celere che ha risposto con violente cariche e il lancio di decine di lacrimogeni. Questa resistenza ha evitato l'abbattimento dei bagni, ma purtroppo molte persone oggi hanno perso la casa e quel poco che avevano.
Nel frattempo la Cgil, auto nominatasi rappresentante degli abitanti del ghetto nelle trattative con la questura ha insistentemente intimato tutti e tutte alla calma. Capita l'impossibilità di placare la rabbia delle persone ha abbandonato la pista con lo sgombero ancora in atto. Senza dimenticare il vergognoso silenzio della reti delle associazioni della provincia di Foggia o del sindacato Usb, che nonostante i proclami e le belle parole, ancora hanno una volta hanno lasciato le persone da sole.
L'enorme resistenza di questa giornata ci dimostra ancora una volta che i più ricattabili sono anche i più forti. Senza alternative reali e condivise la resistenza continua e con l'auspicio che anche la solidarietà concreta possa crescere.
Comitato Lavoratori e Lavoratrici delle Campagne
Rete Campagne in Lotta
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