mercoledì 12 dicembre 2018

pc 12 dicembre - presidio al porto di genova


 presidio davanti a palazzo San Giorgio durante l'incontro con terminalisti e sindacati su procedure in caso allerta meteo


Ci sono già stati diversi incontri in Autorità Portuale per definire le procedure di sicurezza del lavoro in banchina in caso di allerta meteo rossa, ma fino ad oggi nulla è stato fatto. Per questa ragione domani pomeriggio alle 14.30 i lavoratori del Calp (Collettivo autonomo lavoratori portuali) terranno un presidio di fronte a palazzo San Giorgio in occasione dell’incontro fra Autorità, Capitaneria, sindacati e terminalisti.
Il confronto nasce dopo l’anarchia gestionale verificatasi in porto a fine ottobre in occasione dell’allerta rossa. Con raffiche di vento a 180 all’ora l’Autorità non diede – pur essendo per legge il soggetto incaricato della sicurezza in banchina – nessuna indicazione lasciando ai terminalisti la decisione su come operare. In alcuni casi fra gru piegate, dighe demolite dalla mareggiata e container abbattuti, fu un miracolo se nessun portuale rimase ferito.
La situazione più grave si registrò al terminal Spinelli dove la richiesta di un lavoratore di far intervenire il sindacato – con conseguente proclamazione immediata di sciopero – venne pesantemente attaccata da Spinelli che minacciò sanzioni disciplinari al portuale che “osò” chiamare il sindacato.
Scrivono in un documento i portavoce del Calp: “Il terminalista Spinelli, dopo essere stato il protagonista durante l’allerta rossa a negarne i rischi dando della “testa calda” a chi invece li aveva denunciati, ha avuto la sfrontatezza  di lamentarsi per le spese che ha sostenuto al Terminal Rinfuse per riparare un carro ponte di 250 tonnellate che la notte dell’allerta rossa, la stessa in cui nella banchina accanto aveva costretto dei giovani portuali a scaricare un traghetto, “era stato lanciato da raffiche di vento di 180 km orari per la lunghezza dei 400 metri di binari schiantandosi contro le barriere finali, in cemento armato, sfondandole e abbattendole”. Ora Spinelli reclama i soldi pubblici o dell’assicurazione per essere rimborsato delle spese sostenute per il carro ponte”.

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