Catania città aperta all’accoglienza
Giovedì 19 luglio alle ore 10 al porto
(varco
04)
conferenza stampa e presidio
In occasione della presenza in città di Caravana
Abriendo Fronteras
sosteniamo la campagna per i porti aperti e
sicuri!
Nel Mediterraneo mai più naufragi l’Europa fortezza è
causa delle stragi!
Giovedì 19 luglio corteo No Frontex
partenza ore 18,30 da Piazza Giovanni 23°
Contro la
barbarie del razzismo e della chiusura dei confini
Siamo difensori dei diritti umani, sindacalisti,
lavoratori precari, attivisti, sindaci, avvocati e ricercatori. Apparteniamo a
comunità di migranti, organizzazioni non governative e gruppi ecclesiali. Siamo
gruppi auto-organizzati, individui e istituzioni. Ci uniamo perché vogliamo
costruire e diffondere strutture transnazionali di solidarietà per una società
aperta con uguali diritti per tutti/e. Ciò che ci unisce è un
rifiuto della deriva razzista e autoritaria portata avanti da molti governi, partiti e movimenti nazionali in tutta Europa e nel mondo.
rifiuto della deriva razzista e autoritaria portata avanti da molti governi, partiti e movimenti nazionali in tutta Europa e nel mondo.
Verso strutture transnazionali di solidarietà:
vogliamo porti sicuri adesso!
Sappiamo fin troppo bene che il salvataggio in mare
non è la soluzione migliore per i migranti che muoiono nei loro viaggi verso
l'Europa. Nessuno dovrebbe rischiare la vita per viaggiare verso una qualsiasi
destinazione. Ma sappiamo anche che, nella situazione attuale, abbiamo bisogno
di operazioni di ricerca e soccorso, e sappiamo che tali operazioni dipendono da
"porti sicuri", che si tratti di zone portuali lungo le coste o di comunità
nella terraferma che offrono rifugio. Questo è il motivo per cui vogliamo che le
nostre città diventino Porti Sicuri, così come di seguito li definiamo, al di là
del quadro delle definizioni e degli accordi giuridici esistenti:
1)
Un Porto Sicuro è uno spazio aperto, in cui le persone sono accolte e
assistite indipendentemente dalla loro origine, razza, genere e classe. È un
luogo aperto alla città, dove gli attori della società civile possono entrare e
monitorare la situazione.
2) Un Porto Sicuro è uno spazio
disobbediente, dove si alzano le voci
che denunciano il razzismo, qualsiasi tentativo di bloccare gli arrivi e
qualsiasi politica di deterrenza.
3)
Un Porto Sicuro è uno spazio in cui i Diritti Umani sono rispettati, dove
le persone non sono esposte al rischio di tortura, persecuzione o trattamenti
inumani e degradanti.
4)
Un Porto Sicuro è uno spazio in cui viene affermato il diritto alla
mobilità, in cui alle persone viene concessa la possibilità di rimanere ma
anche di proseguire il loro viaggio verso altre destinazioni.
5)
Un Porto Sicuro è un luogo dove né i migranti né coloro che sono solidali con
loro vengono criminalizzati. Non è un crimine condurre l'imbarcazione sulla
quale si viaggia, non è un crimine salvare persone in difficoltà in mare, non è
un crimine dare informazioni indipendenti ai migranti, non è un crimine aiutarli
a continuare il loro viaggio.
Vogliamo trasformare le nostre città in spazi di
inclusione e non di esclusione, di rifugio e non di deterrenza. Lottiamo per
avere comunità di accoglienza e non di segregazione. Come nuova alleanza,
vogliamo promuovere la solidarietà tra i singoli comuni e a livello
transnazionale che consenta alle persone di spostarsi liberamente dal loro primo
luogo di sbarco ad altre destinazioni all'interno e al di fuori del paese in cui
sono arrivate, oltre qualsiasi hotspot e oltre qualsiasi regola e sistema
connesso al Regolamento Dublino e alla "ricollocazione".
Apriamo subito i porti! Apriamo le
città!
Mettiamo fine alle morti dei migranti in
mare!
Soggetti promotori appello:
Welcome to Europe e WatchTheMed – Alarm Phone
Antirazziste ed antirazzisti
catanesi, Caravana Abriendo Fronteras
Giovedì 19 luglio corteo No Frontex
partenza ore 18,30 da Piazza Giovanni
23°
PERCHE NO A FRONTEX: Il 26
giugno 2015 è stato firmato tra l'ex sindaco di Catania, Enzo Bianco,
e il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, l’accordo per
l’apertura a Catania, presso l'ex Monastero di Santa Chiara, del nuovo ufficio
dell’Agenzia Frontex (operativo da marzo 2016) che si chiama EURTF e che è
divenuta la sede di una task force regionale. La presenza di Frontex a
Catania porta con sé un aumento delle violazioni dei Diritti dei
migranti e della militarizzazione della
Sicilia.
Ma
cos’è Frontex? E’ l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle
frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, è stata creata il
26 ottobre 2004 e ha, tra le i suoi compiti, amministrare il sistema europeo di
sorveglianza delle frontiere esterne (Eurosur), addestrare e fornire
strumenti militari e tecnici alle forze di polizia presenti alle frontiere,
realizzare operazioni di controllo e schedatura dei migranti e organizzare
deportazioni da porti e aeroporti europei.
FRONTEX VIOLA I DIRITTI UMANI Come dimostrato da numerosi report e inchieste, le
azioni militari di Frontex violano i Diritti Umani tra cui il diritto a
emigrare, il diritto a chiedere protezione internazionale (che è un
diritto individuale) il principio di “non respingimento” e il divieto
di espulsioni collettive. Negli hotspot in Italia e Grecia gli agenti
di Frontex si rendono complici di abusi e trattenimenti prolungati oltre i
termini di legge. Frontex viola quindi i Diritti Umani sanciti
dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, dalla Carta Europea dei
Diritti Fondamentali, dalla Convenzione di Ginevra, dalla Costituzione Italiana
e da altre fonti normative.
FRONTEX COMPORTA SPESE INGENTI E INCONTROLLATE PER
OPERAZIONI E MEZZI MILITARI E
PER RESPINGIMENTI FORZATI In media
Frontex spende quasi 6.000 euro per ogni migrante rimpatriato e
attualmente ha un budget di 66,5 milioni di euro per tali operazioni. Il
bilancio di Frontex è passato dai 114 milioni di euro del 2015 ai
302 del 2017.
FRONTEX AGISCE CON POCHI CONTROLLI E TRASPARENZA NELLE
OPERAZIONI E NEGLI ACCORDI
ATTUATI.
Come più volte rilevato e
denunciato, l’agenzia Frontex agisce in una sorta di “zona grigia” in cui
i controlli e le informazioni sono poche e spesso segrete;
da anni Frontex usufruisce del supporto tecnico-operativo della base di
Sigonella, dove sono dislocati reparti e velivoli dell’operazione
EunavforMed. Informazioni e documentazioni relative a ciascuna missione vengono
diffuse solo una volta conclusa la missione stessa, adducendo sempre come
motivazione la “pubblica sicurezza”. A ciò si aggiungono gli accordi con i
“Paesi terzi” non UE (come Libia, Egitto, Turchia, Nigeria, Mauritania,
Gambia) in molti dei quali avvengono ripetute violazioni dei Diritti
Umani.
FRONTEX SIGNIFICA SEMPRE PIU’ MILITARIZZAZIONE E
RESPINGIMENTI, SEMPRE MENO SALVATAGGI E AIUTI La priorità
di Frontex non è salvare vite umane quanto proteggere i
confini e respingere i migranti in fuga da guerre, persecuzioni e povertà
(stando ai dati del 2017 le navi di Frontex salvano meno del
10% dei migranti, a fronte del 40% delle navi delle ONG
umanitarie). Lo scopo di Frontex è quindi sorvegliare, schedare,
respingere e dissuadere i migranti che cercano di raggiungere l’Europa,
usando procedure e mezzi militari (elicotteri, aerei leggeri, navi, radar
mobili, video termici, sonde, detector, ecc.) e organizzando attività di
addestramento quali quelle rivolte alla Guardia costiera libica.
Nel 2018 Frontex ha lanciato la sua nuova operazione “Themis”, la
prima a supporto di un governo – quello italiano – che dice apertamente di voler
respingere i migranti in mare. Con Themis sparisce il
riferimento alla necessità di sbarcare nel porto più sicuro e prevale il
principio del “porto più vicino”, e quindi non solo l'Italia ma anche (e soprattutto)
la Libia, paese dove uccisioni, torture e schiavismo
sono all’ordine del giorno. Viene inoltre ridotto il limite di
pattugliamento a 24 miglia dalle coste italiane, delegando sempre più la Guardia
Costiera Libica.
FRONTEX CRIMINALIZZA LE NAVI DELLE ONG UMANITARIE E I
SALVATAGGI IN MARE DEI MIGRANTI.
Ad inizio 2017 Frontex, nel rapporto
Risk Analysis 2017, accusava le ONG che salvano le vite in mare di
costituire un fattore di attrazione per chi si trova in Libia e di non
collaborare in modo sufficiente al contrasto del traffico di
esseri umani. Tali gravissime insinuazioni, riprese poi da Carmelo
Zuccaro, Procuratore di Catania (guarda caso la stessa città in cui ha sede
Frontex), si sono rivelate prive di ogni fondamento (oltre ad essere
state smentite da altre Procure come quelle di Siracusa e Ragusa) ma hanno
prodotto il vergognoso e ricattatorio “codice di condotta” del ministro
Minniti e hanno dato luogo ad una campagna diffamatoria senza
precedenti verso le navi delle ONG (che salvano moltissime vite umane)
che sta raggiungendo il suo apice con Salvini e l'attuale governo. Ricordiamo
che gli
obblighi di ricerca e soccorso in mare sono definiti dalle
Convenzioni internazionali
del diritto del mare e non da decisioni
unilaterali di agenzie come Frontex.
Invece di accogliere degnamente i migranti,
Catania diventa così il luogo della negazione dei loro Diritti.
Per questo non vogliamo Frontex e chiediamo il sostegno a chi salva in
mare vite umane e a chi offre loro un’accoglienza degna, una
Sicilia libera da basi e mezzi militari, corridoi umanitari e un
diritto d’Asilo europeo per tutti/e coloro che fuggono da morte,
persecuzioni e povertà e la chiusura del CARA di Mineo e la fine del
business sulla pelle dei migranti.
Nel Mediterraneo mai più
naufragi
L’Europa fortezza è causa delle
stragi!
Antirazziste ed antirazzisti
catanesi- Caravana Abriendo Fronteras
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