Il Tar ligure: non si nega l'accoglienza al migrante che chiede l'elemosina
La sentenza dopo il ricorso di un 25enne nigeriano ospitato da una coop a Savona e finito per stradaE' bastata l’accusa di aver chiesto l’elemosina in strada per essere cacciati da un centro di accoglienza. E finire a dormire per strada. Sennonché Jude E., 25enne nigeriano richiedente asilo, fino a pochi mesi fa ospitato nel centro di accoglienza gestito dalla cooperativa Il Faggio a Savona, non è rimasto a guardare. Si è rivolto all’avvocato Elena Fiorini e ha appena vinto, al Tar, il ricorso contro la decisione della prefettura, che aveva ordinato la revoca delle misure di accoglienza.
Nonostante Jude in tutto il tempo passato a Savona abbia seguito tutta la “ trafila” burocratica e amministrativa, sostenuto le lezioni di italiano e trovato un impiego regolare, una borsa lavoro in campo agricolo. Così, il paradosso: dormire per strada, non avere i pasti garantiti o un bagno, eppure dover andare tutti i giorni al lavoro.
Il Tar, come spiegato dall’avvocato Fiorini, ha dato ragione a Jude spiegando che un singolo episodio
di accattonaggio di certo “ non giustifica la revoca delle misure di accoglienza, considerata una extrema ratio quando si parla di protezione internazionale”. Insomma, una decisione assolutamente sproporzionata.
Il fatto, secondo il rapporto dei carabinieri di Pietra Ligure alla base della decisione della prefettura di Savona, è avvenuto lo scorso 18 dicembre. Ma secondo Jude le cose sono andate diversamente rispetto a quanto denunciato dai militari: una volta uscito dalla stazione ferroviaria di Pietra Ligure, dove era andato a trovare un amico, gli sarebbero stati chiesti soltanto i documenti mentre lui stava camminando senza chiedere nulla a nessuno.
In ogni caso ora Jude potrà tornare nel centro accoglienza di Savona, e avere di nuovo un tetto sulla testa. Come avvenuto fin dal giugno del 2017, quando dopo essere sbarcato in Sicilia è arrivato in Liguria e ha fatto regolare richiesta di asilo, finendo a Savona.
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