Non
è la prima volta che la Suprema Corte stupisce con sentenze al
limite che vogliamo ricordare. In questo caso se una donna subisce
uno stupro di gruppo ma è brilla non può richiedere l'aggravante
La
sentenza choc della Cassazione
globalist
16 luglio 2018
Non
è la prima volta che la Suprema Corte stupisce con sentenze al
limite. Quest'ultima sostiene che n può essere contestata
l'aggravante di "aver commesso il fatto con l'uso di sostanze
alcoliche" a chi viene condannato per violenza sessuale di
gruppo, nel caso in cui la vittima del reato abbia consumato
consapevolmente alcool in eccesso. Lo si evince da una sentenza con
cui la terza sezione penale della Cassazione, pur confermando la
responsabilità di due imputati condannati a 3 anni di reclusione
dalla Corte d'appello di Torino per violenza sessuale su una donna
avvenuta nel 2009, ha annullato con rinvio la pronuncia dei giudici
di secondo grado sul punto della contestata aggravante. L'uso delle
sostanze alcoliche, spiega la Cassazione, deve essere
"necessariamente strumentale alla violenza sessuale, ovvero deve
essere il soggetto attivo del reato che usa l'alcool per la violenza,
somministrandolo alla vittima. L'uso volontario da parte della
vittima incide sulla valutazione del valido consenso, ma non anche
sulla sussistenza dell'aggravante. Ma vediamo le altre sentenze choc
della Suprema Corte che riguardano la violenza sessuale ai danni
delle donne.
Non
sei più vergine e quindi...
Sentenza numero 6329 del 20 gennaio 2006, sezione Penale della
Cassazione. Una ragazzina quattordicenne, non più vergine, avrebbe
subito una violenza limitata dopo lo stupro del patrigno, un uomo di
40 anni. Un atto non così grave, insomma
I
famosi jeans. La
sentenza numero 1636 della Cassazione, del 1999, negò l’esistenza
di uno stupro perché la vittima “indossava i jeans”. ovvero "un
indumento che non si può sfilare nemmeno in parte senza la fattiva
collaborazione di chi lo porta“. Stupro
di gruppo. Niente
più carcere obbligatorio per chi commette uno stupro di gruppo.
L’inattesa decisione arriva dalla terza sezione penale della Corte
di Cassazione, che ha in questo modo interpretato una sentenza della
Corte Costituzionale del 2010. Si parla di un caso di violenza di
gruppo su una minorenne dove è stato accolto il ricorso di R.L. e di
L.B.: i due erano in custodia in carcere come da sentenza del
tribunale di Roma del 5 agosto 2011.
Stupro
di gruppo 2. Con
la sentenza 40565 del 16 ottobre 2012 la Corte di Cassazione ha
deciso che durante una violenza di gruppo, uno sconto di pena deve
essere concesso a chi “non abbia partecipato a indurre la vittima a
soggiacere alle richieste sessuali del gruppo, ma si sia
semplicemente limitato a consumare l’atto”. In pratica Si possono
commettere numerosi stupri portati a totale compimento - con la
sopraffazione fisica della donna e della sua dignità - e nonostante
ciò vedersi concessa l’attenuante di aver commesso un reato di non
troppo rilievo, per il quale si può ottenere la riduzione della
pena. È quanto sostiene la Cassazione, che si è espressa in
disaccordo con un verdetto di merito che, invece, riteneva che una
violenza sessuale portata a estremo compimento sia di per sé un
reato grave e non un episodio di «minore gravità». Attenuanti
anche se si stupra. Nel
2014 La Corte di Cassazione ha ammesso attenuanti nello stupro. Gli
imputati per violenza sessuale potranno ottenere uno sconto di pena
per aver commesso un fatto "di minore gravità" anche nel
caso di violenze carnali "complete" ai danni delle donne.
Secondo i supremi giudici, la "tipologia" dell'atto "è
solo uno degli elementi indicativi dei parametri" in base ai
quali stabilire la gravità della violenza e non è un elemento
"dirimente". Per la Cassazione
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