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SECONDA PARTE
L’imperialismo Usa con Trump ha
curato in particolare la relazione col governo italiano per farne,
come abbiamo detto, un punto d’appoggio della sua politica volta ad
indebolire i governi imperialisti europei e in particolare i
principali, Germania e Francia.
Su tutti i piani l’imperialismo
italiano si è prestato al gioco, cercando, in maniera stracciona, di
difendere alcuni aspetti dei propri interessi imperialisti.
La Ministra Trenta ha aderito all’idea, cui seguirà la prassi dell’aumento delle spese militari.
L’Italia rispetto alle richiesta americane del 2%, sta ancora all’1,1%, ma l’impegno ad avanzare c’è tutto.
L’Italia rispetto alle richiesta americane del 2%, sta ancora all’1,1%, ma l’impegno ad avanzare c’è tutto.
L’Italia ha ribadito la necessità di
spostare l’attenzione della Nato verso il Sud e il Mediterraneo.
Naturalmente vorrebbe anche un impegno Nato sul fronte dei migranti,
ma l’imperialismo Usa
considera questo una “concessione amicale”, i veri interessi sono sull’aspetto strategico del riposizionamento USA guerrafondaio e della contesa con gli altri imperialismi nel controllo dell’Africa.
considera questo una “concessione amicale”, i veri interessi sono sull’aspetto strategico del riposizionamento USA guerrafondaio e della contesa con gli altri imperialismi nel controllo dell’Africa.
Il punto di incontro è stato il
rinnovato impegno al rilancio dell’Hub di Napoli, come cuore e
cervello del ruolo della Nato nel Mediterraneo. Il Sole 24 ore
dice chiaro che “questa decisione non ha nulla a che vedere con le
attuali posizioni del governo italiano e la lotta all’immigrazione
clandestina”. L’Hub di Napoli avrà cento ufficiali provenienti
da vari paesi, i tempi di esso sono ancora tutti da vedere.
Sul fronte delle spese militari,
l’obiettivo del 2%,, che sta pur sempre dentro la richiesta
americana del 4%, è assolutamente irrealizzabile sul fronte Italia,
e quindi ci si indirizza non tanto verso l’aumento assoluto ma
verso alla disposizione relativa dell’aumento stesso: ridurre la
spesa del personale, ridurre altre spese come addestramento e
manutenzione, per aumentare la parte di acquisizione di nuovi
armamenti.
Esiste da un paio d’anni almeno un
‘Libro bianco’ sulla Difesa, approntato dai precedenti governi,
che già più o meno delinea questo tipo di indirizzo, ma anch’esso
fa i conti con la crisi e la instabilità politica. E’ difficile
pensare che in questo contesto, le decisioni Nato possano avere una
traduzione in fatti reali.
Ma, come abbiamo già detto, qui i
fatti stanno a zero, perché l’unico fatto che interessa
l’imperialismo americano è appunto la disgregazione del blocco
europeo; e per questo non è la crescita degli armamenti italiani
l’aspetto decisivo.
E si capisce ancor meglio, se usciamo
dal militare e andiamo sul tema cuore di questo Vertice Nato che,
come abbiamo scritto nel precedente articolo, è la questione del
gasdotto.
Come scrive La Stampa, Trump ha sottolineato la
forte opposizione ai gasdotti a guida russa, come Nord Stream 2, e
alla seconda linea di TurkStream che peggiorerebbe la dipendenza
dell’Europa dall’energia di Mosca. Gli Usa sposano, invece, il
Southern Gas Corridor in Azerbagian e Turchia per portare il gas del
Caspio in Europa entro il 2020, così come sono fautori dell’accordo con
la Polonia per importare gas americano, così come sostengono il rigassificatore
in Croazia.
E arriviamo all’Italia. Il
Dipartimento di Stato Usa appoggia la Tap che alla fine di tutto è
un gasdotto Caucaso/Italia. Non approfondiamo qui questo aspetto
specifico che rivela quanto sia importante la battaglia contro la Tap
che si svolge in Puglia, quanto vogliamo segnalare che l’asse
Usa/Italia a fini anti europei abbraccia un quadro di questioni
strategiche più vasto dello specifico militare.
Tornando al cuore degli accordi al
Vertice Nato, i risultati più concreti riguardano appunto la
operatività dell’Hub regionale di Napoli – il segretario
generale della Nato, Stoltenberg, ha messo in luce quanto esso sarà
importante “centrale per valutare, analizzare, seguire e rispondere
in modo più efficace alle sfide, in sinergia con le operazioni di
pattugliamento nel Mediterraneo delle navi della missione Sea
guardian.
L’altro fronte su cui ci sono
risultati concreti sono quelli che ruotano intorno alla Libia. Gli
Usa appoggiano la Conferenza sulla stabilizzazione della Libia che si
dovrebbe tenere in Italia nel prossimo autunno – verrà Trump in
persona a sostenerla? - che nelle intenzioni degli Usa a cuio
l’Italia si presta è una contro conferenza rispetto a quella
organizzata dalla Francia. Quindi è una Conferenza che in realtà non stabilizzerà
forse la Libia ma che è interna alla destabilizzazione
dell’Europa.
Il presidente del consiglio italiano è
stato invitato a Washington a fine mese, ed è chiaro che questo
incontro serve a completare e consolidare l’opera avviatasi al
Vertice di Bruxelles.
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