ANPI- Lissone 1938 - Le leggi razziali del fascismo
Il
razzismo fascista non "fu all'acqua di rose". le leggi razziali del
fascismo furono una vergogna e una infamia imperdonabile. Quelle leggi,
infatti, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze
indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Le
leggi razziali furono emanate nel 1938: esattamente il 14 luglio con la
pubblicazione del famoso "Manifesto del razzismo italiano" poi
trasformato in decreto, il 15 novembre dello stesso anno, con tanto di
firma di Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia e imperatore d'Etiopia "per grazia di Dio e per volontà della nazione" .
Il
25 luglio, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri e il
segretario del partito fascista Achille Starace si erano premurati di
ricevere "un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università
italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
Con
il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra
l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore,
essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di
fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche
licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti
provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle
assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e
grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle
scuole statali.
Insomma
una vera e propria tragedia per migliaia di persone, magari con alle
spalle anni ed anni di onoratissimo lavoro o carriera. Le colpe del
regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora
oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
Ed ecco, il 5 agosto del 1938, comparire nelle edicole e nelle librerie, il primo numero del giornale "La difesa della Razza"
diretto da Telesio Interlandi. Interlandi era un giornalista e uno
scrittore sulla cresta dell'onda che già dirigeva, su richiesta di
Mussolini, il quotidiano “Il Tevere”.
Gli scritti di Interlandi, comunque colto e preparato, erano già di un razzismo ripugnante.
Con “La difesa della Razza” la politica del regime nei confronti degli ebrei diventa metodica e, per così dire, "scientifica" e pianificata.
La rivista, fu il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo.
Il
primo numero è pieno di vergognose scempiaggini, stupidità, sciocchezze
e idiozie teoriche sulle quali si reggeva la politica antiebraica
fascista che non faceva altro che scimmiottare quella nazista.
In base a quelle cosiddette teorie (quasi sempre penose, false perfino ridicole) migliaia di ebrei italiani furono perseguitati, umiliati, messi alla fame, arrestati e poi spediti nei campi di sterminio.il primo numero del giornale "La difesa della Razza"
Il senso della copertina è chiaro: la spada del fascismo che divide il bel profilo dell'italico antico romano dalle altre razze spurie e animalesche.
Manifesto redatto da un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, che gettava le basi del razzismo fascista".
Ecco i 10 punti:
1. LE RAZZE UMANE ESISTONO. - La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica. materiale. percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse. quasi sempre imponenti. di milioni di uomini. simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori. ma soltanto che esistono razze umane differenti.
2. ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE. - Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori. che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei. i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze,la esistenza delle quali è una verità evidente.
3. IL CONCETTO DI RAZZA E' CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO.
Esso è quindi basato su altre considerazioni che non i concetti di
popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche,
linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di
nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono
differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc .. non
è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma
perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti che da tempo molto antico costituiscono i di,versi popoli sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine. che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4. LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE E' DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTA' E' ARIANA.
- Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la
nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane.
L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di
quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
5. E' UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI.
- Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri
notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisonomia razziale
della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata
notevolmente in tempi anche moderni,per l'Italia, nelle sue grandi
linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era
mille anni fa; i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nell' assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da un millennio.
6. ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA". - Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico·linguistico di popolo e di nazione, ma sulla
purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle
generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
7. E' TEMPO CHE GLI ITAILANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI.
- Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del
razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il
richiamo ai concetti di razza.
La
questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di
vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose.
La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indrizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre
in Italia le teorie·del razzismo tedesco come sono o affermare che gli
Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto
additare agli Italiani. un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per, i suoi caratteri puramente europei
si stacca completamente da tutte le razze extra europee, questo vuol
dire elevare l'Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso
e di maggiore responsabilità.
8. E'
NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE TRA I MEDITERRANEI D'EUROPA
(OCCIDENTALI) DA UNA PARTE GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA. - Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili. '
9. GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA.
- Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo
della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione
araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche
nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia.
Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata
in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei,
diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli
Italiani.
10. I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO.
L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale
caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste
razze appartengono ad un corpo comune e differiscono solo per alcuni
caratteri. mentre sono uguali per moltissimi altri.
Il
carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio
con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa
dalla millenaria civiltà degli ariani.
Nessun commento:
Posta un commento