Processo Cucchi, Casamassima ribadisce: massacrato dai carabinieri
Il maresciallo, principale teste nel processo contro cinque carabinieri, tre dei quali accusati della morte del geometra romano, in aula riprende le sue accuse ai colleghi. Ilaria Cucchi: «Mandolini responsabile morale della mancata verità»
«Nell’ottobre
2009, il maresciallo Roberto Mandolini si è presentato in caserma: mi
confidò che c’era stato un casino perché un giovane era stato massacrato
di botte dai ragazzi, quando si riferì ai “ragazzi”, l’idea era che
erano stati i militari che avevano proceduto all’arresto». Processo bis
per la morte di Stefano Cucchi, nell’udienza di oggi il maresciallo dei
carabinieri Riccardo Casamassima, principale teste nel processo contro
cinque carabinieri, tre dei quali accusati della morte del geometra
romano. in aula ribadisce le sue accuse ai colleghi.
I segni del pestaggio
Ha
aggiunto Casamassima: «Il figlio del maresciallo Mastronardi, anche lui
carabiniere, mettendosi le mani sulla fronte mi raccontò che nella
notte dell’arresto vide personalmente Cucchi e lo vide ridotto male a
causa del pestaggio subito. Disse che non aveva mai visto una persona
combinata così. Il nome di Stefano Cucchi come del massacrato di botte
fu percepito dalla mia compagna, Maria Rosati (anche lei nei
carabinieri) che era dentro quell’ufficio e aggiunse che stavano
cercando di scaricare la responsabilità sulla polizia penitenziaria».
Casamassima ha aggiunto anche di avere suggerito al maresciallo Roberto
Mandolini nell’ottobre 2016 durante un incontro di andare «dal pm a dire
le cose che sai: mi rispose “No. Il pm ce l’ha a morte con me”».
«Il processo giusto»
«Per anni io e la mia famiglia abbiamo rincorso la verità, abbiamo
atteso troppo. Ritengo che il principale responsabile di questa attesa
sia il maresciallo Mandolini». Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, a
commento della testimonianza oggi in aula del maresciallo Casamassima
al processo bis per la morte del fratello. «Ricordo bene quando
Mandolini venne in aula nel primo processo, quello sbagliato - ha
aggiunto Ilaria Cucchi - a raccontarci la storiella che quella era stata
una serata piacevole e che Stefano era stato anche simpatico. Adesso è
il processo giusto, si parla di pestaggio. E ogni volta che entro in
quest’aula ho la pelle d’oca. È inaccettabile, e lo dico da sorella di
Stefano ma anche da cittadina, che si sia cercato di scaricare tutto
sulla polizia penitenziaria».
15 maggio 2018
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