PRESIDIO IN
CASSAZIONE A ROMA IL 15 MAGGIO
COMUNICATO STAMPA
Contro il
rischio dell'ennesima "sentenza fotocopia assolutoria" presidio in Cassazione a
Roma, il 15 maggio, con i familiari dei lavoratori "uccisi" dall'amianto nella
ex Centrale ENEL di Turbigo-Milano. L'allarme lanciato da Medicina Democratica,
AIEA- Associazione Italiana Esposti Amianto e il CNA, Comitato Nazionale
Amianto, a cui aderiscono ben 23 associazioni.
" Ci troveremo
tutti a Roma, il 15 maggio, davanti alla Corte di Cassazione, in Via Cavour,
l'intera giornata dalle 9 alle 20, per chiedere giustizia per i lavoratori morti
per mesotelioma pleurico alla Centrale ex ENEL di TURBIGO-Milano. C'è il timore
fondato che venga emessa l'ennesima "sentenza fotocopia", come le tante che
hanno assolto i responsabili delle aziende, dove sono morti centinaia di
lavoratori a causa dell'amianto e del mancato rispetto delle norme di
prevenzione e sicurezza": è quanto denunciano gli organizzatori della
manifestazione
Sono ad oggi 374 i "morti senza riposo", uccisi dall'amianto alla FIBRONIT di Broni- Pavia, alla PIRELLI di Milano, alla ANSALDO FRANCO TOSI di Legnano e alla MONTEDISON di Mantova, e uccisi per la seconda volta da ben 4 sentenze assolutorie, emesse dal 2015 ad oggi dalla IV Sezione della Corte di Cassazione nei confronti dei dirigenti aziendali, imputati del mancato rispetto delle norme di legge, necessarie ad evitare la contaminazione dovuta alla inalazione delle pericolose fibre “killer”. Ma sono oltre 4.000 all'anno i morti per amianto in Italia, di cui 1.500 per mesotelioma e centinaia i morti "in attesa di giudizio" nei vari processi in corso da un capo all'altro dell'Italia. Morti "silenziose", che non fanno rumore, ma è come se sparisse un intero paese ogni anno!
Una sequenza drammatica, che peraltro contraddice quanto stabilito da altre sentenze della stessa Corte di Cassazione, come quella emessa dalla III Sezione il 31 gennaio scorso, che ha invece confermato la condanna in Corte d'Appello a Torino dei manager della Centrale ENEL di Chivasso, ritenuti colpevoli della morte di 4 lavoratori. Oppure, come quelle del 2012 che confermarono le condanne per i dirigenti di FINCANTIERI a Venezia e Palermo.
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