Ieri anche a Torino, come in molte altre città, in tanti sono scesi in piazza in solidarietà alla resistenza palestinese. Nonostante la sistematica censura sui principali mezzi d’informazione italiani tutti noi abbiamo visto le immagini di quelle che si ostinano a chiamare “scontri”: migliaia di persone disarmate sfilano davanti al confine dove i cecchini israeliani, sdraiati su apposite posizioni da tiro, sparano ormai da un mese, con il principale intento di mutilare i manifestanti. La “violenta” reazione palestinese all’essere usata come tiro a segno si traduce nel lancio di sassi e a bruciare copertoni per disturbare la mira dei cecchini. Nonostante ciò il bilancio è impressionante e dovrebbe far riflettere chi ancora parla di conflitto e non di massacro: ad oggi sono 62 le persone assassinate e migliaia quelle rimaste ferite anche gravemente a fronte di nessun danno riportato dall’esercito sionista.
Il presidio, chiamato da varie realtà in Piazza Castello, si è presto trasformato in un partecipato corteo che dopo aver attraversato il centro si è fermato sotto la Rai per denunciare la censura mediatica che viene operata a favore di Israele. Censura mediatica vista anche in occasione del Giro di Italia, che quest’anno è partito da Gerusalemme e ha attraversato i territori palestinesi occupati, legittimando di fatto l’occupazione israeliana e la decisione unilaterale di proclamare Gerusalemme capitale di Israele. I manifestanti hanno quindi bloccato l’accesso alla Rai chiedendo che scendesse un operatore e un giornalista, repentino l’intervento della celere che ha separato parte del corteo, bloccato all’ingresso della struttura, e il resto che viene violentemente allontanato. Dopo quasi un’ora di tensione, di cori e minacce di cariche il corteo riesce ad ottenere che la protesta venga ripresa e vengano intervistati alcuni attivisti mandati in onda nell’edizione del tg regione Piemonte. È stato importante cogliere quest’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui crimini commessi da Israele nel silenzio assordante dei governi europei, ma anche per rilanciare le importanti iniziative che con la campagna CambiaGiro si stanno organizzando per le tappe del Giro di Italia del 25 maggio a Venaria e del 26 maggio in Valsusa.
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