Il blocco di protesta alla frontiera
(Dalla stampa) - La strada interrotta a singhiozzo dai manifestanti che distribuiscono volantini
Blocchi a singhiozzo alla frontiera tra Italia e Francia a Montgenevre. Alcune decine di attivisti "no borders" dei due Paesi si sono trovati al confine per protestare contro la politica di respingimenti transalpina e denunciare la dinamica con cui è morta, lunedì 7 maggio, Blessing Mathew. "Blessing dev'essere scivolata nel fiume mentre tentava di scappare e nascondersi dai gendarmi" si legge nel comunicato che viene distribuito agli automobilisti incolonnati in attesa ai due lati del confine.
Ieri la sorella di Blessing ha cercato di andare a Briançon per potere vedere il corpo della giovane e farne il riconoscimento, ma gli agenti francesi l'hanno fermata a Montgenevre dove è stata interrogata e le è stato prelevato del materiale organico per l'esame del Dna. "Questa morte è stata annunciata. È una conseguenza inevitabile della politica di chiusura della frontiera e della militarizzazione - attaccano i militanti - La frontiera separata e uccide non dimentichiamoci chi sono i responsabili".
Auto e camion restano fermi per circa 10 minuti prima che gli attivisti spostino gli striscioni con cui bloccano le vetture. Al presidio è intervenuto anche Benoit Ducos, la guida alpina accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver soccorso una donna incinta che cercava di arrivare in Francia.
Le forze dell'ordine italiane hanno controllato i documenti che si erano radunati davanti alla chiesa di Claviere dove da mesi è stato occupato uno spazio dal collettivo Chez Jesus, ultimo punto d'appoggio prima della traversata per i migranti che cercano di valicare dalla rotta alpina. Gli agenti hanno poi permesso ai manifestanti di raggiungere il centro di polizia di frontiera francese dove i gendarmi monitorano la protesta e i blocchi senza intervenire.
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