Una “bomba, qui è tutto bruciato”. Lo descrive così chi l’ha visto con i propri occhi quel reparto che “ha rischiato di saltare in aria”. E ci sono le foto scattate all’interno dell’impianto delle Acciaierie Venete, a Padova, a raccontare lo scenario da “guerra” ... La siviera che trasportava la colata di acciaio incandescente è venuta giù poco prima delle 8, mentre una decina di lavoratori si trovava vicino alla “cesta” che scioglie i rottami nel reparto fonderia. “C’è stato un cedimento strutturale del supporto” della siviera che contiene fino a 90 tonnellate di acciaio fuso,. Sei le persone illese, seppur in stato di choc.per quattrooperai, invece, il quadro clinico è molto complicato. In due, entrambi dipendenti dell’azienda, sono stati investiti da una “bomba di aria calda” e hanno riportato ustioni sul 100% del corpo. Sono ricoverati in condizioni disperate nel reparto Grandi ustionati degli ospedali di Padova e Cesena. Altri due sono stati raggiunti dagli schizzi della colata a 1700 gradi: uno ha ustioni sul 70% del corpo, l’altro è il meno grave.I due operai più gravi sono stati portati via nudi dallo stabilimento: “Le divise sono state bruciate dal getto di aria calda. Uno di loro –era incosciente, l’altro è riuscito ad avvisare la moglie“. Entrambi sono dipendenti della Hayama che lavora in appalto all’interno degli impianti di Acciaierie Venete, il cui presidente e amministratore delegato Alessandro Banzato, è stato eletto un mese fa alla guida di Federacciai. I feriti – tre italiani, uno dei quali di origine francese, e un romeno – hanno un’età compresa tra i 35 e i 44 anni. La situazione più delicata è quella di Marian Bratu, nato in Romania e residente a Cadoneghe, che è stato portato in elicottero al centro grandi ustionati di Cesena. Tuttavia, secondo il personale sanitario che lo ha stabilizzato sul posto, le sue funzioni vitali sarebbero intatte nonostante la profondità delle ustioni. Gravi anche le condizioni di Simone Vivian, nato a Dolo ma residente a Vigonovo, David Federic Natale e Sergio Todita, ricoverati all’ospedale di Padova.“In recenti incontri erano emersi problemi legati agli orari di lavoro in quello stabilimento – dice un sindacalista - Siamo di fronte a un 2018 con numeri da strage, dopo i morti di Milano e il gravissimo incidente di oggi. Si lavora in condizioni molto pericolose, proprio ora che il comparto sta ripartendo”.
Nessun commento:
Posta un commento