Alle amministrative per Palermo i fascisti della Lega di “Noi con Salvini” e Fratelli d’Italia, come
tanti altri partiti, non hanno avuto il coraggio di presentarsi con le proprie
sigle e si sono nascosti dietro la faccia sconosciuta di questo strano tipo, ma
in questo caso la classica vigliaccheria dei fascisti si è ritorta contro loro
stessi ed è arrivata la “sorpresa”: La Vardera, in nome e per conto dei
fascisti, prende pochissimi voti, e poi dichiara anche che in verità (la
sua verità!) si è candidato per fare un “documentario sulla politica”… per
dimostrare dall’interno della politica cosa succede veramente ecc. ecc. e via
con le chiacchiere, più o meno la stessa cosa che ha detto Grillo quando voleva
“aprire il Parlamento come una scatoletta” e scemenze simili…
Questo è ciò che intendiamo quando diciamo che siamo andati
oltre il teatrino della politica! Il livello della borghesia al potere si è
abbassato così tanto che è arrivato alle fondamenta e ha sempre più difficoltà
a tenere in piedi il suo baraccone fatto di tante parole e a voce così alta
necessarie per nascondere le sue assurde malefatte e schifezze quotidiane!
A questo punto, i fascisti dei due partiti, che hanno perso non
solo le elezioni, ma pure la faccia (che già non avevano!), decidono di
denunciarlo “civilmente” e “penalmente”! Tutto, naturalmente, in nome della “democrazia”….
Cosa decideranno i giudici? Annulleranno le elezioni? O diranno che comunque,
essendo già tutto uno “scherzo”, anche questo ci può stare? Nella sagra del
teatrino della politica questa forse ci mancava…
***
La Lega trascina in Tribunale La Vardera: "La sua
candidatura un inganno agli elettori"
Finisce in Tribunale la querelle tra il movimento Noi con
Salvini e il canidato sindaco di Palermo Ismaele La Vardera che ha confessato
di essersi candidato allo scorso di realizzare un film sulla politica
siciliana.
«Il ricorso penale sarà presentato da una decina di
elettori. È stata sfruttata la formale candidatura a sindaco per entrare nei
retroscena della politica. La democrazia non può essere calpestata» ha detto
Alessandro Pagano, segretario regionale per la Sicilia occidentale di «Noi con
Salvini» sul caso. Ad
assisterlo in questa azione sarà l’avvocato Nino Caleca: "E' una fattispecie che costituirà un precedente in Italia - spiega il penalista - perché è stata turbata la competizione elettorale. Secondo la norma ciò può avvenire tramite violenza, minaccia, inganno. Se la Procura e gli investigatori riuscissero a dimostrare che c'è stato un accordo precedente alle elezioni c'è stato inganno. La denuncia penale tutela la libertà di voto e la scelta democratica. Così - conclude l’avvocato Caleca - anche grandi capitali potrebbero inquinare qualunque tipo di elezioni, quei settemila voti potevano essere ad esempio dirottati su altre liste».
assisterlo in questa azione sarà l’avvocato Nino Caleca: "E' una fattispecie che costituirà un precedente in Italia - spiega il penalista - perché è stata turbata la competizione elettorale. Secondo la norma ciò può avvenire tramite violenza, minaccia, inganno. Se la Procura e gli investigatori riuscissero a dimostrare che c'è stato un accordo precedente alle elezioni c'è stato inganno. La denuncia penale tutela la libertà di voto e la scelta democratica. Così - conclude l’avvocato Caleca - anche grandi capitali potrebbero inquinare qualunque tipo di elezioni, quei settemila voti potevano essere ad esempio dirottati su altre liste».
«Non vogliamo
tutelare uomini politici o partiti, ma non è immaginabile che la democrazia
possa diventare un Truman show. Per questo agiremo in sede penale e civile» ha
aggiunto Alessandro Pagano. Il deputato nisseno ex di Ap Pagano ha reso noto di
aver presentato un ricorso civile nei confronti di Ismaele La Vardera accusato
di «aver organizzato una finta candidatura per girare un documentario sulla
politica». «L'udienza civile è stata fissata per il 13 luglio», ha detto
Pagano, che è rappresentato dall’avvocato Francesco Greco.
«Un conto - ha sottolineato l’esponente di Noi con Salvini -
sono le riprese pubbliche per esercitare il diritto di cronaca, un conto è il
taglia e cuci per fare dileggio e diffamazione. Quando telecamere nascoste
riprendono colloqui privati con riprese clandestine si configurano i margini
per contestare questo operato non solo dal punto di vista etico, ma penale e
civile. La politica non è Truman show. Al giudice abbiamo chiesto di visionare
i filmati per fare delle verifiche. C'è stato anche un notevole dispendio
economico, segno di una cabina di regia di alto livello che ha ordito una
pianificazione e ha contato su un’équipe, non possiamo pensare sia frutto di
una casualità». «L'articolo 700 presuppone il danno grave e irreparabile - ha
detto l’avvocato Greco - ma a un partito politico o a un movimento il
risarcimento del danno interessa poco. Non sappiamo cosa ci sia in questi
filmati, ma non possiamo far passare il messaggio che dalla politica attraverso
lo spettacolo si possano violare le regole della democrazia».
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