domenica 25 giugno 2017

pc 25 giugno - Ballottaggio a Trapani: teatrino della politica? Molto, ma molto di più…

In Sicilia quest’anno le elezioni amministrative sono state tutto un teatrino. Pensate che a Palermo si stanno ancora contando le schede! Vuol dire che le televisioni sono a corto di nuovi format che tengano allegri gli spettatori…

Non è possibile immaginare cosa più comica di queste elezioni, infatti, se non fosse tragica, dato che si tratta di eleggere (e si viene “eletti” anche se a votare non ci va quasi più nessuno!) chi deve “governare” una città per alcuni anni! Lasciamo perdere per adesso, le vicende dei grillini, che, vista la grande onestà, come abbiamo detto in un articolo precedente, i meet up se li faranno all’Ucciardone, o altri tipi strani come il leghista-fascista La Vardera… su cui ritorneremo in seguito, e occupiamoci del caso Trapani, altro specchio di onestà, che merita di essere ricordato.

Ebbene, oggi a Trapani ci sarà il voto per il ballottaggio… ma manca un candidato! E come ci può essere ballottaggio se manca l’avversario con cui fare il ballottaggio? Questa domanda sembra non interessare, se lo deve fare da solo, bisogna andare a votare e basta! E tutti quelli che in queste elezioni sembra che abbiano qualcosa comunque da guadagnare, spingono!… e infatti pur di mandare gente a votare (bisogna superare il 50%!) si sono mossi tanti “big” nazionali del Pd con “videomessaggi di incoraggiamento”, dice il Giornale di Sicilia di ieri, e fa l’elenco dei ministri e personaggi vari (più o meno conosciuti o sconosciuti) : Delrio, Martina, senatrice Orrù, Serracchiani,
Nardella, Gori, Bonajuto (di Ercolano!), Garozzo di Siracusa, Orlando di Palermo e Ricci di Pesaro, udite, udite... (...parlano i signori del Medioevo)...
E a Trapani, la città di Messina Denaro, c’è stato pure un corteo di tanta gente “democratica” che ha sfilato con tanto di striscioni per convincere gli altri ad andare a votare perché, così hanno detto, hanno paura di essere commissariati dallo Stato, ma visto che secondo l’inchiesta questa città sembra “commissariata” dalla mafia… Stato…Mafia… Mafia…Stato, insomma i trapanesi devono decidere…

Ma cosa è successo, insomma? Proviamo a riassumere:
Alle elezioni si sono presentati in tanti, ma la possibilità di diventare sindaco sembrava ce l’avessero in due: Girolamo Fazio, Forza Italia, già sindaco dal 2001 al 2012!(  È accusato dalla Procura di Palermo di corruzione e traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere l’armatore Ettore Morace – dal Corriere.it) e Antonio D’Alì, Forza Italia, già presidente della Provincia, (Il 18 maggio 2017 la DDA di Palermo richiede al tribunale per il politico siciliano, candidato sindaco nella sua città natale, la misura del soggiorno obbligato a Trapani, in quanto socialmente pericoloso, che verrà discussa in luglio.[15]) – da Wikipedia) insomma due pezzi grossi politici di lunga durata che hanno litigato e si candidano ognuno per conto proprio. Un terzo, Savona del Pd, sembrava senza speranza (il Pd non trova “facce” presentabili da tanto tanto)…

Tutto è “tranquillo” fino a quando Fazio viene prima avvisato che è sotto indagine, ma lui fa finta di niente e continua la campagna elettorale, poi viene addirittura arrestato e messo ai domiciliari, perché coinvolto nello scandalo “Mare Monstrum”…  ma lui continua a fare campagna elettorale… ma con suo grande piacere gli vengono revocati i domiciliari a 15 giorni dal voto… anche se rimane indagato… e così può continuare a fare campagna elettorale… e addirittura dopo il primo turno risulta, con “meraviglia” di tutti, il più votato… battendo gli altri, soprattutto D’Alì, che ci rimane male male… ma Fazio, non ottenendo la maggioranza del 40% (non del 50%, in Sicilia è così!), si deve “accontentare del 31,79” e deve andare al ballottaggio con un altro che “non c’era messo”… questo tale Pietro Savona del Pd, una specie di “candidato per caso”!

Fazio, comunque, fa sapere ai trapanesi che è contento, ringrazia e si appresta a fare il sindaco pensando che vincerà facile al ballottaggio, ma poi ci ripensa: e se mi arrestano definitivamente? Cosa che potrebbe succedere, gli ricordano pure alcuni giornalisti, e allora lui decide di ritirarsi… non senza prima aver ostacolato il percorso stesso delle elezioni che a questo punto, a pensarci bene, si potrebbero fare tutte e sempre all’Ucciardone!

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