Migranti in fuga a Ventimiglia, appello del vescovo alla Francia e alla Ue
"Una vergogna negare l'asilo a queste persone, tra cui molti minori""Di fronte ai fatti di queste ore, non posso che rinnovare l'appello alla Francia e all'Unione Europea perché intervengano con misure idonee per far fronte a una situazione insostenibile". Con queste parole il vescovo di Ventimiglia monsignor Antonio Suetta - raggiunto telefonicamente dal Sir, il servizio di informazione religiosa della Cei, a Lourdes dove si trova per un ritiro spirituale - commenta la situazione nella città ligure di frontiera, dove la tensione continua ad essere alta dopo che ieri una parte dei circa 400 migranti che erano accampati lungo il corso del fiume Roia ha tentato di varcare in massa il confine francese. "Questa situazione - osserva Suetta - espone i
migranti a gravi pericoli che, nei mesi scorsi, hanno portato anche a delle vittime. Penso soprattutto ai tanti minori stranieri non accompagnati che rappresentano una parte consistente dei migranti presenti a Ventimiglia. A loro deve essere garantita un'accoglienza degna. E' una vergogna che, in barba alle norme del diritto, questi ragazzi vengano riammessi in Italia senza che sia garantito loro il diritto di chiedere asilo in terra francese. La Francia deve prenderne atto".
L’organizzazione medico umanitaria Medici senza Frontiere (MSF) esprime profonda preoccupazione per la condizione dei circa cento migranti, tra cui minori non accompagnati, che da diverse settimane dormivano lungo il fiume Roya, a Ventimiglia, e che - in seguito ad una ordinanza del Comune - si sono dispersi lungo le montagne al confine tra Italia e Francia. “Stiamo cercando da ieri di metterci in contatto con alcuni dei nostri pazienti, ma finora senza successo. Siamo molto preoccupati, in particolare per i molti minori non accompagnati che da diverse settimane dormivano lungo il fiume in condizioni indegne.” spiega Federico Saracini, coordinatore di progetto per Medici Senza Frontiere a Ventimiglia. “E’ da più di un mese che chiediamo alle autorità locali una soluzione degna per chi resta escluso dalle strutture di accoglienza: è inaccettabile che qualche giorno fa un ragazzo di 16 anni abbia perso la vita mentre si trovava al fiume per lavare i propri effetti personali.”
Intanto, il Sindaco Enrico Ioculano respinge la proposta del Vescovo Antonio Suetta di allestire un nuovo centro di accoglienza a Ventimiglia presso il complesso della congregazione dei Frati Maristi: “A seguito di un'approfondita riflessione sul possibile impiego del complesso della congregazione dei frati Maristi sono a riferirle che l'amministrazione che rappresento sarebbe favorevole all'utilizzo dello stabile qualora destinato all'accoglienza di persone vulnerabili residenti sul territorio comunale. Su un tale tipo di ipotesi saremmo disponibili a collaborare per ricercare e sostenere bandi di social housing”. È questa la risposta del primo cittadino al vescovo, che pur rendendo palese la sua posizione di voler promuovere case popolari su quel complesso, la esprime su una struttura che comunque insiste su aree private e appartiene all’ordine religioso.
“Lo sforzo per mantenere l’equilibrio in città è continuo. Le associazioni che operano sul territorio devono incoraggiare le persone migranti ad entrare nel centro di accoglienza dove possono ricevere un’adeguata assistenza e spingerle a non accamparsi in luoghi impropri, dissociandosi da chi passa messaggi sbagliati. Per quanto riguarda il complesso fenomeno dei minori stranieri non accompagnati sul territorio, sono previste nuove misure. La Croce Rossa, in accordo con la Prefettura e l’Amministrazione, ha ricevuto indicazione di accogliere anche i minori al centro di assistenza del Parco Roja, che si sta ampliando e arriverà ad una capienza di 500 posti. In questo modo si sgraverà anche notevolmente la zona delle chiesa Gianchette” conclude il Sindaco Enrico Ioculano.
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