Appendice – Appello di convocazione della manifestazione del 30 giugno a Cassino
SE CASSINO AFFONDA ALLORA AFFONDA TUTTA LA FCA
IL 30 GIUGNO DALLE H. 12 TUTTI ALLA FCA DI CASSINO-CONCENTRAMENTO DAVANTI ALL’INGRESSO 1
I COBAS DICHIARANO 8 ORE DI SCIOPERO PER OGNI TURNO DI LAVORO A CASSINO, POMIGLIANO, MIRAFIORI, TERMOLI, MELFI, COMPRESE LE AZIENDE TERZIARIZZATE E I REPARTI CONFINO, INVITANO GLI OPERAI ALLA MASSIMA PARTECIPAZIONE
La FIAT vive alla giornata, fa lavorare metà di noi a ritmi impossibili e con pause ridotte e l’altra metà la tiene a casa con gli ammortizzatori sociali. A Melfi dal 29 giugno tutta la fabbrica sarà a cassa integrazione e altri operai deportati a Termoli. Spreme il limone il più possibile e fino a quando può. A Termoli si sciopera contro i sabati e stanno spremendo e massacrando gli operai a 20 turni con sabato e domenica lavorativi. La morte dell’operaio Massimo avvenuta a fine anno scorso è il trabocco di un vaso colmo di arroganza e prepotenza aziendale che va assolutamente fermato. A Mirafiori sono ancora centinaia gli operai in CdS. Mentre bisogna assolutamente mettere fine ai reparti confine a partire da Nola, un reparto fantasma che ha prodotto suicidi, rappresaglie antisindacali e cassaintegrazione.
I sindacati filo aziendali le reggono il gioco. Nonostante non ci sia nessuna prospettiva reale per il futuro, osannano le parole dell’amministratore delegato sull’annuncio, in un futuro più o meno prossimo, di nuove produzioni che assicureranno la piena occupazione negli stabilimenti italiani. Tutto pur di tenere gli operai tranquilli. Il solito trucco che va avanti da oltre un decennio. Nel frattempo i filoaziendali accettano tutto quello che l’azienda ordina loro adesso. Per gli operai che da Pomigliano vanno a Cassino, dopo lo sciopero del 25 maggio con oltre il 90% di adesioni, hanno accettato (nell’incontro del 16 giugno) la vaga promessa di ridiscutere l’accordo entro “la fine dell’anno”, mentre l’azienda sta già preparando il terreno per fare pressione sugli operai con “colloqui dedicati”, cioè individuali, per tenerli buoni. Intanto la paura fa 90 e la FCA di Pomigliano fa entrare gli operai e i pullman dentro lo stabilimento per evitare il contatto con le assemblee e con i militanti del SI COBAS. Di fronte all’insofferenza degli operai rispetto al sabato lavorativo, non hanno trovato niente di meglio che farlo diventare giorno libero con “contratto di solidarietà”, cioè libero ma pagato dagli stessi operai. L’unica cosa che hanno avuto è l’accordo con la FIAT per il prolungamento, fino a due anni, degli ammortizzatori sociali. Ma questa non è una concessione. Governo e azienda mettono le mani avanti. Sanno che il futuro non è positivo e, per non rischiare una rivolta, promettono un sussidio agli operai che non faranno lavorare. Questo è l’unico piano industriale della FIAT, tenerci buoni a 4 spiccioli al mese. I sindacati hanno cercato di sostituirsi al padrone parlando di “piano industriale”, cercando di convincere gli operai che quella era la strada giusta. La FIAT non ha concesso niente neanche su questo. Solo chiacchiere.
I sindacati non filo aziendali sono divisi in tante organizzazioni in concorrenza tra loro. Ognuno difende il suo orticello e nella divisione generale il padrone se la gode. Se gli diamo campo libero, senza nessuna pressione, divisi tra noi, disorganizzati, cercando di seguirlo sul suo terreno, quello delle vuote promesse e del consentirgli il massimo sfruttamento degli operai che lavorano negli stabilimenti, come operai siamo fregati. Il padrone ci utilizzerà nel modo più intensivo possibile fino a quando potrà, facendoci diventare vecchi e malati prima del tempo. Gli azionisti si abbofferanno il più possibile e noi affogheremo.
Dobbiamo organizzarci in quanto operai, sui nostri interessi. Esistono i sindacati del padrone, che apparentemente sono camuffati sotto le vesti di operai, ma difendono gli interessi del padrone. Poi ci sono i sindacati non apertamente con il padrone, che spesso, con la loro politica piena di illusioni riformiste e la concorrenza tra loro, non danno la possibilità agli operai di organizzarsi collettivamente e concretamente per la difesa dei loro interessi di classe. Noi diciamo che il sindacato è uno strumento utile per la lotta, non può diventare uno strumento utile al padrone per fermare le lotte. Gli operai devono trovare il modo di organizzarsi oltre la sterile divisione in singole sigle sindacali, guardando a quelli che sono i loro interessi oggi. E i loro interessi immediati sono chiari: devono poter vivere con un salario adeguato. Non possono essere consumati sulle linee per il troppo lavoro tanto da essere considerati “vecchi” e inutili a cinquant’anni. Non possono vivere solo per arricchire il padrone, sballottati a centinaia di chilometri, senza più il tempo per vivere la loro vita. Questo è il minimo essenziale. Se i padroni non sono neanche più capaci di assicurarci questo, significa che il loro tempo è scaduto, il loro sistema è finito e lo dimostra la massiccia adesione allo sciopero dei trasferiti a Cassino.
La mobilitazione che stiamo organizzando a Cassino per il 30 giugno, nello stabilimento simbolo del futuro della FCA in Italia e nello stesso tempo del fallimento delle sue politiche aziendali, per noi è un passo importante verso questa direzione. PER QUESTO FACCIAMO APPELLO A TUTTI I MOVIMENTI DI LOTTA AD UNIRSI AGLI OPERAI DEL GRUPPO FIAT: PERCHÈ SE VINCONO GLI OPERAI, I DISOCCUPATI E GLI STUDENTI AVRANNO UNA POSSIBILITÀ IN PIÙ PER GARANTIRSI IL PROPRIO FUTURO. QUINDI TUTTI A CASSINO!
SICOBAS FCA POMIGLIANO
USB FCA MELFI – CUB FCA MELFI/BASIFICATA
OPERAI AUTORGANIZZATI FCA TERMOLI
USB FCA TERMOLI SOSTIENE L’INIZIATIVA
UN GRUPPO DI OPERAI ISCRITTI FIOM CASSINO
COBAS FCA MIRAFIORI – COBAS LAVORO PRIVATO
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