Riproduciamo l'editoriale del giornale rivoluzionario A Nova Democracia
Un sistema in rovina
irreversibile
19 giugno
AND n.190
Di fronte alla messa in scena
deplorevole al processo della coppia Dilma-Temer per il TSE (Tribunale
Superiore Elettorale), potremmo dire: siamo brasiliani: niente di tutto ciò che
è abominevole, esecrabile, odioso, spregevole, vile e sordido nella politica
ufficiale del paese, ci è più estraneo. E men che meno ci è estraneo il fatto che
il giorno prima, nella stessa capitale federale, le manifestazioni popolari violente
hanno fatto comprendere chiaramente il limite della pazienza del popolo.
La lotta, ogni giorno più feroce,
tra i vari gruppi di potere che mantengono un posto nei corpi in decomposizione
del vecchio Stato è la prova che le classi sfruttatrici non riescono più a tenere
in piedi il sistema politico corrotto. Allo stesso modo lo dimostra la protesta
popolare sempre più
massiccia e violenta perché le masse lavoratrici della città e della campagna non sono più disposte ad essere sfruttate in modo passivo. Quelli che governano non possono continuare a governare come prima e quelli che stanno sotto non accettano di vivere come prima.
massiccia e violenta perché le masse lavoratrici della città e della campagna non sono più disposte ad essere sfruttate in modo passivo. Quelli che governano non possono continuare a governare come prima e quelli che stanno sotto non accettano di vivere come prima.
Lo spettacolo deprimente messo in
scena al TSE, che è paragonabile solo alla commedia dell’impeachment di Dilma,
è un altro passo verso il distacco completo tra lo stato e la nazione, con la
sua degenerata gestione ostinata a conquistare il coro del popolo con le
"riforme" che, senza vergogna, giura la canaglia, salverà l'economia,
mettendo fine alla disoccupazione e altre meraviglie simili. Dicendo di voler
affrontare di petto la crisi, con artifici giuridici e mosse politiche, al
livello del basso clero, rinviano soltanto alla politica ciò che già è evidente
per l'economia: l'agonia del capitalismo burocratico nel paese. Questo
svuotamento ha raggiunto un livello tale di esorbitante sfruttamento che ogni ulteriore
progressione comporterebbe l'abbassamento della condizione semicoloniale a
semplice colonia.
Temer e la sua banda in cerca di
salvezza adotta pratiche da regime militare, utilizzando i servizi segreti dell’ABIN
per controllare il ministro del Tribunale Federale, che, secondo Veja, sarebbe
un membro della vasta rete di commensali di Joesley Batista e del suo accogliente
jet. Batista ora, in una testimonianza alla polizia, accusa il presidente di
essere il capo della "più grande e la più pericolosa organizzazione
criminale nel paese."
L’apparizione patetica del
Ministro della Difesa, che come un ventriloquo del generale dell’Ufficio della
Sicurezza Istituzionale, ha annunciato l'occupazione delle strade della
capitale da parte delle forze armate, con il pretesto di difendere il Congresso
dalla minaccia di manifestazioni di massa, era semplicemente una pantomima
ridicola per intimidire la protesta popolare, da un lato, e, dall'altro, voleva
dare il messaggio che, o il Partito Unico trova un accordo per porre fine alle
lotte (espresse principalmente nella pastura che coinvolge i "poteri"
legislativo e giudiziario) dando soluzione alla crisi che sfocia nel malgoverno,
o interverranno per garantire il vecchio ordine minacciato.
Il "mercato", per usare
l'eufemismo dell'oligarchia finanziaria internazionale, si è vestito di
pazienza e chiede ai suoi accoliti della banda di Temer e del PSDB leggi che
assolvano le loro buffonate, trasformando in legge i suoi privilegi.
A sua volta, l'ambasciata degli
Stati Uniti, che maneggia dietro l'operazione "autolavaggio", nel
tentativo di lavare la facciata delle istituzioni del vecchio Stato, come se
stesse facendo le grandi pulizie, per ripristinare in minima parte la sua
credibilità, moralità e legittimità, per salvarle dal completo collasso cui
sono arrivate di fronte a tutta la popolazione, sempre più incredula e arrabbiata,
punta a sbarazzarsi ad ogni costo del vecchiume già bruciato della politica
ufficiale, e sostituirlo con un rinnovamento alle prossime elezioni. Tutto
questo per salvare l'"ordine democratico" istituito dall'impero come
il migliore dei mondi possibili. In realtà vuole rinnovare la sua democrazia
fallita con la quale crede di poter scongiurare il pericolo della rivoluzione
attraverso il prolungamento dell’inganno delle masse con un nuovo ulteriore cretinismo
parlamentare e la risibile frase che dice che il voto è l'arma del popolo.
Cioè, salvare la situazione prima
che la crisi avanzi mettendo in scacco lo stesso sistema di sfruttamento e lo Stato
che lo sostiene, minacciando pericolosamente gli interessi dell'imperialismo,
soprattutto Yankee, e le sue multinazionali succhiasangue della nazione e del
popolo. Questo piano di salvataggio scommette sul balletto dei Pubblici
Ministeri, guardiani della morale e del buon costume e ancor più, pensando di
potere salvare le istituzioni "sacre" dello "stato democratico
di diritto" con la "punizione esemplare" dei singoli individui,
che negli ultimi quindici anni hanno rappresentato e sono stati catturati in
flagranza di reato. Ma, nel modo in cui gli Yankees maneggiano l’Operazione
"autolavaggio" con accordi di clemenza basati sulla “legislazione
premiale” e condanne con multe in contanti e gli arresti domiciliari, nel
miglior stile Yankee della punizione di chi "possiede" il denaro; in
questo non c'è nulla di esemplare. Ma il fuoco dell'operazione che voleva
essere un intervento chirurgico per bruciare i partiti corrotti, a cominciare
dal PT, si è sparso per tutto il vecchio e marcio edificio burocratico.
Parlando del fuoco, in un paese
il cui sistema di sfruttamento e di oppressione ha portato alla diffusa
situazione di violenza attraverso l'azione di uno stato genocida che nel trattare
con le persone conosce solo negligenza, abusi, infinite ingiustizie, brutalità,
repressione e sterminio; in un paese in cui le autorità che dovrebbero far
rispettare le leggi, alla luce del giorno violano le proprie leggi quando fa
comodo per i loro interessi mostruosi, assaltano, senza troppe cerimonie le
casse pubbliche, mentre il popolo soffre di ogni male; vedere soldati che
trattano la giusta rabbia popolare con lo stesso sbraitare i vecchi epiteti di
"teppismo", "infiltrati", ecc., è un'ulteriore prova che la
natura reazionaria borghese-latifondista pro-imperialista delle forze armate
non è mai cambiata. No, signori, fate attenzione, non potrete salvare questo
marciume per sempre! Credeteci, la storia si ripete solo come farsa! Il popolo
non si farà intimidire e non si farà ingannare per sempre.
Le masse popolari non
assisteranno passivamente a questo affondamento, sono esse che soffrono
maggiormente per questi vostri orrori. Esse solo sono le vere vittime di questo
sistema anacronistico di sfruttamento e di oppressione, sono per questo motivo
i suoi becchini. E in una situazione rivoluzionaria come quella che si sviluppa
nel paese, in un mondo pieno di grandi sconvolgimenti creati dalla crisi
generale dell’imperialismo, potete rendervene conto anche solo per un momento e
in parte. Il 30 è alle porte [*] ed è probabile che, se l’accozzaglia delle
centrali sindacali non va al sabotaggio, per il terrore della reazione e degli
opportunisti che cercano di cavalcare il malcontento popolare, le masse
lasceranno ancora più chiaro il segno dei limiti della propria pazienza.
* Il 30 giugno le centrali
sindacali si riuniscono per decidere lo sciopero generale contro le riforme del
lavoro, della previdenza e contro le privatizzazioni.
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