30 GIUGNO ANTIFASCISTA A GENOVA
Il trenta giugno è, da ormai cinquantasette anni, una data
speciale per Genova: qui, nel 1960, una giornata di autentica guerriglia urbana
tra i lavoratori e la popolazione da una parte, e la sbirraglia al soldo del
Governo presieduto dal democristiano Fernando Tambroni dall’altra, sfociò
nell’annullamento del previsto congresso del Movimento Sociale Italiano.
Quest’anno la ricorrenza arriva in un momento particolare per la
città: per la prima volta dalla vittoria nella Guerra di Liberazione dal
fascismo italiano e da quello tedesco, i rappresentanti dei partiti che ne
portano avanti l’odiosa ideologia si trovano ad amministrare la città Medaglia
d’Oro della Resistenza, unica in Italia ad essersi liberata da sola senza
attendere l’arrivo delle truppe alleate.
L’assemblea permanente dell’organizzazione Genova Antifascista, in
occasione di questo importante anniversario, organizza una manifestazione
unitaria: avrà origine dalla tristemente nota piazza Gaetano Alimonda, per poi
snodarsi per le vie del centro e concludersi sulla centralissima piazza
Raffaele De Ferrari.
L’appuntamento è fissato per le ore 19:00: chi scrive arriva con
largo anticipo, ed ha modo di assistere al progressivo riempimento della zona
alberata del piazzale: alla partenza, che verrà data intorno alle 19:45,
saranno alcune migliaia i partecipanti, inclusi alcuni rappresentanti di realtà
antagoniste di Savona ed Alessandria, riuniti dietro lo striscione unitario
“Genova Antifascista. Assemblea Permanente”.
In testa si trova il camion del sound system, seguito dal drappo
appena segnalato; in realtà non è l’unico vessillo presente, ma – questo sì – è
il solo ad essere firmato da qualcuno di identificabile: gli altri riportano
parole d’ordine quali “Libertà per i popoli, morte al fascismo!”, “Ci chiamavano
briganti, ci chiamavano teppisti.
Ieri partigiani, oggi antifascisti”, ma non sono facilmente attribuibili.
Ieri partigiani, oggi antifascisti”, ma non sono facilmente attribuibili.
Ad allietare ulteriormente l’allegro corteo pensano i ragazzi
della Murga Invexendà, un gruppo di musicisti di strada che scandisce il tempo
della manifestazione attraverso il suono ripetitivo e martellante delle
percussioni e dei fischietti in dotazione: in alcuni momenti la loro musica
riesce a coprire quella che – inframezzata dagli interventi al microfono –
scaturisce dalle casse del sound system.
Durante il corteo – che si svolge senza alcun tipo di incidente,
né provocazione da parte di nessuna delle parti in causa, né da parte dei
manifestanti, né da quella delle “forze dell’ordine”, e neppure da possibili
topi di fogna fascisti incrociati lungo il cammino – si assiste all’accensione
a più riprese di torce da segnalazione.
In corrispondenza di questi monenti vengono ripetutamente intonati
slogan antifascisti; inoltre, vengono ricordati i fatti all’origine di questa
giornata, e le altre ragioni che hanno spinto gli organizzatori a scendere in
piazza: contro le leggi liberticide, ultime quelle del duo Domenico Luca Marco
Minniti-Andrea Orlando, volute da questo Governo che si dimostra sempre più
reazionario ad ogni pie’ sospinto.
All'arrivo alla meta finale, gli organizzatori ringraziano quanti
- in sostanza, oltre agli ospiti provenienti da altre città, gli spazi sociali
genovesi, e il "mondo comunista" cittadino variamente declinato in
tutte le sue sigle, senza eccezione alcuna - hanno partecipato a quello che,
come viene precisato più volte al microfono, «non può essere considerato il
momento finale della lotta, ma soltanto l'inizio della stessa».
Genova 1° luglio 2017
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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