Giovedì venti aprile, nell’ambito delle
trasmissioni collegate alla campagna elettorale per le elezioni amministrative,
la televisione privata genovese Primocanale manda in onda –
rigorosamente in diretta – un faccia a faccia tra Sergio Cofferati,
europarlamentare di Sinistra Italiana, e Alice Salvatore, capogruppo del
Movimento 5 Stelle all’assemblea regionale ligure.
...a un certo punto, interviene il bravo
giornalista Ferruccio Sansa, che accende un dibattito con l’esponente grillina sulla scarsa trasparenza del soggetto politico guidato dal miliardario di piazza
Martinez – ma qui interessa il passaggio riguardante l’accusa, che spesso viene rivolta ai pentastellati, di “populismo”.
Martinez – ma qui interessa il passaggio riguardante l’accusa, che spesso viene rivolta ai pentastellati, di “populismo”.
Il “poviu rattin” – letteralmente “povero
topolino”, secondo la definizione che le fu affibbiata da Luca Bizzarri delle
Iene, in occasione delle elezioni regionali, all’interno di un’intervista
rilasciata ad un noto quotidiano locale – dimostra di non essere affatto tale:
evidentemente aspettandosi che l’avrebbero infastidita con la solita tiritera,
prende il telefono cellulare e legge la definizione di “populismo” tratta dal
dizionario Garzanti.
Populismo: «atteggiamento o movimento politico,
sociale o culturale che tende all’elevamento delle classi più povere, senza
riferimento a una specifica forma di socialismo e a una precisa impostazione
dottrinale»
A tale citazione, chi scrive preferisce, anche
per l'attendibilità (non me ne voglia l'editore Garzanti) della fonte,
contrapporre quella del dizionario enciclopedico Treccani, che - all'interno del
secondo comma, essendo il primo dedicato allo storico movimento nato in Russia
nel diciannovesimo secolo - si esprime leggermente diversamente.
Populismo: «atteggiamento ideologico che, sulla
base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in
modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente
positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in
partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi
politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a
quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo
carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e
capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i
processi di industrializzazione».
Letto sotto questa forma, e le edizioni da me
citate sono universalmente riconosciute come le più attendibili, appare in tutta
la sua evidenza il carattere assolutamente reazionario del termine: i padroni
hanno tutta la convenienza che si affermi un regime populista perché, in quel
caso, possono tranquillamente fare i propri interessi avendo una forza di
governo che incanala la rabbia dei cittadini, impedendone la radicalizzazione
nelle lotte.
Genova, 21 aprile 2017
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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